Fratture Irit Amiel
Keller editore Euro 13,50
Che altro scrivere quando tutto pare già essere stato detto? Se, parafrasando Henryk Grynberg nella sua postfazione a Fratture, la letteratura sull’Olocausto oggi manca di “mezzi espressivi adeguati”, Irit Amiel dimostra invece che “è possibile trovarli”, ergendosi a voce fuori campo della Memoria.
La poetessa e scrittrice israeliana di origini polacche, che l’editore Keller porta in Italia con 23 racconti brevi, ripercorre le vicende della Shoah partendo da quelle degli scampati al genocidio, condannati a vivere dopo la tempesta. Sono ex bambini risparmiati dai rastrellamenti e nascosti negli scantinati, fuggiaschi del ghetto, sopravissuti ai campi. Amiel narra la loro solitudine, l’arrivo in Palestina, il richiamo all’ideologia socialista dei kibbutz. E anche la propria storia di ragazzina che lasciò Cestocova in tempo per attraversare l’Europa verso la terra promessa. In un incessante intreccio tra passato e presente compone un mosaico dove i ricordi di allora riemergono nell’attualità di Israele, da 40 anni paese impegnato in una guerra che strappa i figli alle madri e rende impossibile l’amore con un palestinese.
Camilla Gaiaschi
La Repubblica delle donne