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Ugo Volli
Cartoline
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Elogio della dissimulazione islamica: quel che non si dice, non esiste 22/05/2010

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

"Elogio della dissimulazione islamica: quel che non si dice, non esiste"


Eric Holder, ministro Usa della giustizia, con a fianco Obama
a destra una vignetta di Maometto


Sapete, cari amici, che ci sono alcuni malvagi così malintenzionati e diffamatori da negare il carattere autenticamente islamico dell'amministrazione di Barak Hussein Obama? E' uno scandalo, colui che certamente sarà oggetto in futuro di poemi e canti (non  di statue, che purtroppo non sono islamicamente corrette) pari a quelle di Salah-el-din per aver permesso alla umma al Islam di ottenere l'arma atomica, per aver finalmente reciso i legami fra l'America e l'entità sionista, per aver difeso a viso aperto il mondo arabo dai suoi nemici – costoro vogliono negarne l'ispirazione divina! Che vergogna!

Io però non mi arrendo e cerco prove per convincere anche i più scettici, gli idolatri che non riconoscono il principe dei profeti e la sua buona influenza sul mondo attuale. Oggi credo di averne trovato una grande e vorrei esporvela. Sapete voi, poveri eurabucci, cos'è la taqiyya? E' una grande virtù islamica. In genere la traducono "dissimulazione" ma è di più, molto di più, va dall'inganno vero e proprio alla riserva mentale, alla distinzione sottile. E' l'arte della parola che difende la comunità dei fedeli dai suoi nemici e come la vipera d'Arabia che si inarca indietro prima di colpire, già prefigura la controffensiva. (http://it.wikipedia.org/wiki/Taqiyya)

Ecco, mi sono imbattuto in un funzionario dell'amministrazione americana la cui takiyya è inconfondibile. E certamente ispirata da Obama. Pensate che di mestiere fa il ministro della giustizia, si chiama Eric Holder, e si merita proprio il suo mestiere, tanto tiene duro agli attacchi dell'avversario. Pensare che nella stupida democrazia yankee i ministri, che dovrebbero essere solo buoni servitori dello sceicco, sono obbligati a perdere il loro tempo rispondendo alle domande dei chiacchieroni detti "parlamentari. Be', il nostro Holder, ben ispirato dallo spirito di Obama tiene duro di fronte alle domande offensive di uno di questi insolenti chiacchieroni, chiamato Lamar Smith, che vorrebbe fargli ammettere che esista un terrorismo legato all' "Islam radicale" – cosa ridicola, perché naturalmente non esiste terrorismo, solo guerra santa o jihad, e tutto l'Islam è naturalmente radicale, nel senso che se è vero è integrale e se non è integrale non è. Se sapete un po' di inglese, vi prego, godetevi il dialogo nel filmato pubblicato su questo sito (http://elderofziyon.blogspot.com/2010/05/political-correctness-illustrated.html). Se no leggete la traduzione che ve ne faccio. Credo che sia divertente lo stesso, almeno se vi piacciono Jonesco e Bekett, o almeno Achille Campanile

"Smith: Passiamo alla prossima domanda. Negli ultimi attentati di quest'anno, quegli attentati terroristi di cui uno ha avuto successo, gli autori erano sempre legati all'Islam radicale. Lei pensa che questi individui siano stati incitati dall'Islam radicale?
Holder: Incitati da?
Smith: Dall'Islam radicale
Holder: C'è una varietà di ragioni per cui secondo me della gente può aver intrapreso quelle azioni. Penso che si debba guardare ai casi individuali. Cioè, per esempio, in questo momento stiamo parlando col signor Shahzad [l'attentatore di Times Square, uv] per capire che cosa l'ha indotto alla sua azione.
Smith: Sì, ma l'Islam radicale può essere stato una delle ragioni?
Holder: C'è una varietà di ragioni per cui secondo me...
Smith: Ma l'Islam radicale era una di queste?
Holder: C'è una varietà di ragioni per cui la gente fa le cose. Alcune di esse sono potenzialmente religiose.
Smith: Bene. Ma le sto chiedendo se fra questa varietà di ragioni l'Islam radicale può essere stata una che li ha spinti a fare quel che hanno fatto.
Bolter: Mah, lei dice "Islam radicale", voglio dire, penso che questa gente che sposa una versione dell'Islam non coerente con i suoi insegnamenti...
Smith: Lei non vuole attribuire alcuna azione all'Islam radicale? Sembrerebbe così.
Bolter: No, ma non voglio dire niente di negativo su una religione che non è...
Smith: No, io non sto parlando di religione, io sto parlando dell'Islam radicale, non della religione in generale
Bolter: Va bene. E io sto dicendo che una persona, come per esempio Anwar Awlaki, che ha una versione dell'Islam non coerente con i suoi insegnamenti...
Smith: Ma...
Bolter: ... e che sposa una versione radicale...
Smith: Ma insomma, l'Islam radicale potrebbe aver motivato queste persone a commettere quel che hanno fatto?
Bolter: Io certamente penso che sia possibile che persone che sposano una versione radicale dell'Islam abbiano potuto avere un impatto su gente come il signor Shahzad.
Smith. Va bene. E avrebbe potuto essere proprio così in uno di questi tre casi di cui stiamo parlando?
Bolter: Che cosa?
Smith: Sì, è possibile che uno di questi individui fosse stato incitato dall'Islam radicale? Mi faccia capire se lei pensa che sia potuto accadere
Bolter: Be' io penso che qualcuno avrebbe potuto essere potenzialmente incitato da qualcuno che aveva una versione dell'Islam non coerente con i suoi insegnamenti...
Smith. Va bene, signor ministro della giustizia, è dura avere una risposta che sia sì o no, ma passiamo alla prossima domanda.

Che resistenza, eh! Pura takiyya. E' sapete di chi è il merito? Di quel santuomo di Obama che ha formalmente proibito ai suoi funzionari di usare l'espressione "Islam radicale". Geniale no? Le cose che non si possono dire, come potrebbero esistere? Dunque, l'Islam radicale non c'è più e il terrorismo è solo follia individuale. Tutti i problemi del mondo risolti con un singolo ordine. Che taqiyya, grande Obama!

Ugo Volli


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