Ho letto i testi indicati sopra su Chomsky, il commento corsera di Battista e la sdegnata amara considerazione del lettore Sfaradi.
Direi che ad avere paura di Chomsky possono essere in tanti, ad avere paura del suo prestigio intellettuale e della sua icona nella sinistra internazionale marxista e rivoluzionaria. Una paura diffusa, quindi, del suo pontificare solenne e insulso al quale siamo abituati noi che tutti i giorni ascoltiamo Ovadia, Lerner, Tramballi, Romano, Eco e soci. Questa paura diffusa, tuttavia, ha una area franca: quella dei matematici e dei logici; questa è un'area nella quale Chomsky non fa paura. Perchè, dopo aver studiato filosofia ha cercato di laurearsi in matematica e non c'è riuscito. Perchè per un formatore dei linguaggi matematici, per un algebrista o - soprattutto - uno psicopedagogista logico della matematica, la teoria della grammatica generativa di Chomsky costituisce la certezza che, se impiegata, determina il fallimento di ogni processo di apprendimento in matematica.
Perchè se di teorie scientifiche comiche siamo abituati a digerirne il pesto (quella di Lorenz sull'impriting, quella di Popper sulla falsificabilità, quella di Di Bella sul cocktail antitumore) con Chomsky abbiamo fatto il pieno.
La sua teoria sostiene che il linguaggio si fa senza apprenderlo perchè si nasce capaci di parlare.Questa è la sua teoria. La elabora, la colora e la infiora, ma il nesso assiomatico è questo. Chiunque abbia dichiarato che si nasce capaci di camminare o di scoreggiare è mai stato insignito di premi culturali, ma Chomslky c'è riuscito perchè come tipico personaggio Yddish le fiocca tanto bene e tanto giuste che la gente le beve a collo e le considera geniali. Provate un po' a
privare Woody Allen della psicoanalisi e vedrete cosa resta del suo cinema. Provate un po' a privare Chomsky di una editoria americana che spattona opere come "Le strutture della sintassi" o "I nuovi mandarini" come best seller scientifici e allora avrete lo stesso risultato che si avrebbe a privare Eco del battage editoriale dell'Espresso o Vattimo dell'appoggio della sinistra marxista. Siamo seri: Chomsky non è un vecchio matto che straparla, perchè ha sempre e da sempre scritto cicciolate scientifiche che possono aver campo in un "sapere" che promuova Heidegger o Hegel o Sartre o Odifreddi.
Chi ha paura di Chomsky, quindi? La rispota è semplice: chi ha paura degli stregoni. Il re è nudo.