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Gentile Dott. Battista,
Le scrivo questa Mail in riferimento al suo articolo "Israele non abbia paura di Chomsky" apparso sul Corriere della Sera di oggi 20 maggio 2010.
Sono perfettamente d'accordo con lei sulla parte riguardante gli elogi alla democrazia israeliana, unica democrazia mediorientale, imperfetta, ma sempre democrazia.
Mi permetto però, da israeliano, di dissentire sulle motivazioni che hanno portato le autorità del mio governo a decidere di non far entrare Chomsky in Israele.
Sono anni che con una pazienza infinita sopportiamo critiche infinite, pretestuose, a volte decisamente false al limite della diffamazione date da questo tipo di studiosi che, francamente, hanno da tanto tempo perso ogni credibilità.
Durante la fiera del libro di Torino del 2009 sono stato presente ad un'ora di insulti, provocazioni e i falsi storici che il (Dott) Ilan Pappe, altro soggetto che fa parte della stessa scuola, ha elargito a piene mani davanti ad un pubblico compiacente.
Dott. Battista, non è la paura alla base della decisione di rimandare indietro questi personaggi come indesiderati, ma il fatto che la misura della sopportazione è oramai colma.
Ne abbiamo le scatole piene di questa gente e dell'odio, ben remunerato, che vanno ad ungere in giro per il mondo.
Mi auguro con tutto il cuore che il Ministero degli interni non solo continui ad impedire loro l'ingresso nello Stato di Israele, di danni ne hanno già fatti troppi, ma che le autorità consolari israeliane nelle varie nazioni prendano dei seri provvedimenti nei confronti di questi falsari della storia e che, volta per volta, li citi nei tribunali europei per falso e diffamazione in modo da poter far mettere dalle corti preposte delle sentenze che da una parte mettano fine a questa stagione di odio inculcato e dall'altra ristabiliscano una volta per tutte quelle che sono delle verità storiche troppo spesso ignorate, falsate e stravolte.
Con osservanza
Michael Sfaradi
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