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Informazione Corretta Rassegna Stampa
20.05.2010 Amos Oz vince, sconfitti gli odiatori
Commento di Michael Sfaradi

Testata: Informazione Corretta
Data: 20 maggio 2010
Pagina: 1
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «Amos Oz vince, sconfitti gli odiatori»

" Amos Oz vince, sconfitti gli odiatori "
di Michael Sfaradi


Michael Sfaradi, Amos Oz, Gianni Vattimo, dopo che il suo boicottaggio è fallito

Amos Oz ha vinto il "Premio Internazionale Salone del Libro di Torino".  Lo scrittore israeliano si è aggiudicato 3146 voti, circa il 47% del totale, contro i 2385 di Paul Auster (35%) e i 1.224 del messicano Carlos Fuentes (18%). Quando furono annunciati i nomi dei tre scrittori che avrebbero partecipato al premio la presenza fra di loro di un israeliano aveva scatenato le ire degli odiatori professionisti dello Stato ebraico, Gianni Vattimo in testa. Le reazioni dei soliti noti avevano riempito le pagine culturali dei giornali, ed ora, dopo la vittoria, abbiamo avuto la prova di quanto siano inutili le pretestuose polemiche che si fanno nei confronti di Israele ogni volta che un suo rappresentante si affaccia sulla ribalta internazionale, sia che si tratti di cultura, di sport o di una qualsiasi delle attività umane.
 La vittoria di Oz a Torino, sancita dal pubblico del Salone del Libro per mezzo di un voto a prova di brogli, è una sconfitta, l’ennesima, dei boicottatori a senso unico. Amos Oz ha fatto sapere tramite il suo editore Feltrinelli,  di aver accolto la notizia con commozione e di essere grato ai lettori per averlo votato. Considerando poi che gli autori israeliani sono molto letti in Italia e quelli italiani riscuotono un notevole successo in Israele, ha anche ipotizzato una sorta di unione letteraria che lega i due paesi.
Questa vittoria, per noi che combattiamo per la difesa delle ragioni di Israele, ha però un sapore agrodolce. Che Amos Oz sia uno degli scrittori più significativi della letteratura contemporanea mondiale,  è un dato di fatto fuori discussione. Il successo riscosso dai suoi libri tradotti e letti in ogni angolo del mondo sono il segno tangibile della grandezza dell'autore,  con il quale però troppo spesso non ci troviamo d'accordo quando lascia la narrativa e usa la sua penna per entrare nella polemica politica.
Oz fa parte di quella schiera di autori di sinistra, pacifisti ad ogni costo e a tutti i costi, che hanno probabilmente perso i contatti con la realtà che li circonda. Non è un caso che molti scrittori, Oz non è l'unico, sono tanto osannati all'estero quanto criticati in patria. Il partito politico di estrema sinistra  Meretz, a cui fanno riferimento, alle ultime elezioni politiche ha registrato il minimo storico, è quasi scomparso, questo dato rivela quanto siano poco condivise le costanti critiche rivolte nei confronti dei governi israeliani, giudizi pubblicati nella quasi totalità dei casi sulla stampa internazionale. Siamo stati troppo spesso testimoni di commenti del tipo: "se lo dicono loro... vuol dire che è vero". Ci dispiace anche che giudizi di questo tipo e in senso opposto non vengano mai posti nei confronti dei nemici di Israele, e nel corso degli anni di motivi per farlo ce ne sono stati davvero molti.
 Se è veramente la pace, e non la propaganda, che si vuole servire usando il peso del proprio nome ogni volta che ci si vuole addentrare in questioni squisitamente politiche, bisogna avere la forza di non schierarsi apertamente con nessuna delle parti in causa, se così fosse stato  saremmo stati testimoni anche di prese di posizione diverse a seconda dei fatti che accadevano. Purtroppo così non è stato. Ricordiamo la fotografia di Amos Oz che raccoglieva le olive, per solidarietà, in un campo di proprietà palestinese, l'immagine fece il giro del mondo; era una sua idea che rispettammo e ancora rispettiamo. Purtroppo però, lo stesso Oz, non ha mai pensato di farsi una passeggiata nella cittadina di Sderot, per otto anni martoriata dai missili palestinesi, e magari farsi fotografare mentre stringeva le mani di quei negozianti che, a rischio della loro incolumità, tenevano le  botteghe aperte pur sapendo che nessun cliente sarebbe entrato. Anche questa ipotetica immagine sarebbe stata d'aiuto alle ragioni della pace. La crisi arabo israeliana intrisa di odio e maldicenze è lontana dall'essere risolta e, purtroppo, all'orizzonte si addensano ormai da troppo tempo le nubi di un nuovo e più cruento conflitto. La ricerca della pace, la vera ricerca, è nell'essere critici verso ambo le parti e nei confronti di tutti gli errori senza fare sconti a nessuno. Le critiche a senso unico e ad effetto propagandistico, come quelle a cui Oz ed altri ci hanno abituato, sono, senza ombra di dubbio, inutili e dannose. Non in Israele, dove la critica è pane quotidiano, ma all'estero, dove hanno diritto di pubblicazione solo le opinioni che mettono sotto accusa i governi d' Israele, non importa quale sia il loro orientamento politico.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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