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La Stampa Rassegna Stampa
19.05.2010 Egitto e Italia pronti a cooperare per la pace in Medio Oriente nonostante Israele
Ciò che conta è ignorare le vere cause del conflitto israelo-palestinese

Testata: La Stampa
Data: 19 maggio 2010
Pagina: 33
Autore: Franco Frattini - Ahmed Aboul Gheit
Titolo: «Italia-Egitto: un ponte per unire il Mediterraneo»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 19/05/2010, a pag. 33, l'articolo di Franco Frattini e Ahmed Aboul Gheit dal titolo " Italia-Egitto: un ponte per unire il Mediterraneo ".


Franco Frattini,      Ahmed Aboul Gheit

Franco Frattini e Ahmed Aboul Gheit, ministri degli Esteri italiano ed egiziano scrivono : "E’ necessario dal nostro punto di vista superare gli ostacoli che hanno impedito una collaborazione più profonda. ". Quali sarebbero questi ostacoli? E' facile immaginarlo. La colpa è di Israele, dell'occupazione del '67, degli appartamenti a Gerusalemme : " Il pensiero va prima di tutto al conflitto israelo-palestinese. E’ infatti nostra comune convinzione che sia davvero giunto il momento di realizzare una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla fine dell’occupazione iniziata nel 1967 e sulla costituzione di uno Stato Palestinese indipendente che viva in pace con i suoi vicini.". Per migliorare i rapporti fra Italia ed Egitto, perciò, la cosa migliore è criticare un altro Paese alleato, accusarlo di occupazione e attribuirgli la responsabilità della situazione in Medio Oriente. Sia Frattini sia Gheit glissano sul terrorismo islamico. Come mai non c'è ancora uno Stato palestinese? Frattini e Gheit si guardano bene dallo scrivere che furono i Paesi arabi limitrofi (Egitto in testa) a rifiutarlo nel '48 e che da allora nessuno dei 'dirigenti palestinesi' ha mai lavorato seriamente ai negoziati con Israele. L'unica cosa alla quale la controparte palestinese ha lavorato con impegno dal '48 a questa parte è stato attaccare Israele, spendere i soldi dei finanziamenti internazionali in armi e propaganda anti israeliana.
Gheit scrive di occupazione israeliana, ma non è ben chiaro a che cosa si riferisce. Israele ha ceduto, in cambio di pace, i territori egiziani che aveva conquistato nella guerra dei Sei giorni. A proposito di territori...come mai l'Egitto non ha mai rivoluto la Striscia di Gaza? 
Frattini e Gheit continuano : " 
 Tutta la comunità internazionale condivide con noi il medesimo convincimento. Questo risultato dovrebbe essere raggiunto attraverso negoziati politici credibili e seri, che sostengano chi vuole la pace ed isolino i nemici della pace. Gli Stati Uniti, l’Europa e i Paesi Arabi stanno tutti lavorando per questo obiettivo malgrado molte difficoltà. ". I Paesi arabi stanno lavorando per trovare un accordo con Israele? Anche la Siria che fornisce armi ad Hezbollah senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo? E il governo Hariri in Libano, quello pomposamente chiamato 'filooccidentale', che ha varato una legge che permette ad Hezbollah di armarsi contro Israele? Anche questo è un modo di lavorare per la pace?
"
La pace in Medio Oriente non potrà mai essere duratura se non sarà comprensiva, e se non sistemerà tutte le questioni ancora aperte fra le parti. In questo modo daremo ai popoli della regione la speranza in un futuro sicuro e stabile, consentendo loro di concentrare gli sforzi nel perseguimento della prosperità e dello sviluppo. Italia ed Egitto possono certamente svolgere un ruolo importante al riguardo. ". Non è ben chiaro quale potrebbe essere il ruolo dell'Egitto nell'ambito dei negoziati. La pace fra Israele ed Egitto è fredda. Uno dei candidati alle prossime elezioni presidenziali è El Baradei, l'ex direttore dell'AIEA, quello che ha favorito in tutti i modi possibili il nucleare iraniano, lo stesso che sarà appoggiato alle elezioni dai Fratelli Musulmani.
Ecco l'articolo:

Oggi si tiene a Roma, alla presenza del presidente egiziano Mubarak e del presidente del Consiglio italiano Berlusconi, il terzo vertice intergovernativo fra Italia ed Egitto, testimonianza di una stagione eccezionale delle relazioni fra i due Paesi. Italia ed Egitto sono partner strategici a livello bilaterale, regionale e globale.
I rapporti bilaterali tra l’Italia e l’Egitto hanno acquisito una dimensione straordinaria, distinguendosi, soprattutto negli ultimi anni, per un’intensità senza precedenti di incontri e collaborazioni a tutti i livelli, politico, economico, culturale, scientifico. L’interscambio ha raggiunto nel 2008 i 5 miliardi di euro, facendo dell’Italia il primo partner commerciale europeo dell’Egitto; oltre 600 aziende italiane sono attive in Egitto, con iniziative strategiche nei settori chiave dei trasporti, dell’energia, dell’ambiente, delle telecomunicazioni, delle banche, della ricerca e formazione.
La ricchezza dei rapporti culturali è testimoniata dal successo dell’Anno della scienza e della tecnologia, conclusosi a fine 2009, dalla nascita dell’Università italo-egiziana del Cairo e dall’aumento vertiginoso delle richieste di insegnamento della lingua italiana in Egitto. In Italia, la Comunità egiziana (circa 80 mila persone) è diventata un importante «ponte umano» non solo fra i nostri Paesi, ma fra le due sponde del Mediterraneo, favorendo la comprensione e il dialogo tra civiltà.
Sul piano regionale, Italia ed Egitto condividono l’impegno per fare del Mediterraneo e del Medio Oriente una grande area di benessere e prosperità, nell’interesse di tutti. Il partenariato euro-mediterraneo che stiamo costruendo, sostanziatosi nell’Unione per il Mediterraneo di cui l’Egitto è copresidente, rappresenta una tappa fondamentale di questo percorso di valorizzazione delle dinamiche di interdipendenza tra i Paesi del Mediterraneo in chiave di sviluppo di una regione dalle straordinarie potenzialità.
E’ necessario dal nostro punto di vista superare gli ostacoli che hanno impedito una collaborazione più profonda. Il pensiero va prima di tutto al conflitto israelo-palestinese. E’ infatti nostra comune convinzione che sia davvero giunto il momento di realizzare una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla fine dell’occupazione iniziata nel 1967 e sulla costituzione di uno Stato Palestinese indipendente che viva in pace con i suoi vicini. Tutta la comunità internazionale condivide con noi il medesimo convincimento. Questo risultato dovrebbe essere raggiunto attraverso negoziati politici credibili e seri, che sostengano chi vuole la pace ed isolino i nemici della pace. Gli Stati Uniti, l’Europa e i Paesi Arabi stanno tutti lavorando per questo obiettivo malgrado molte difficoltà.
La pace in Medio Oriente non potrà mai essere duratura se non sarà comprensiva, e se non sistemerà tutte le questioni ancora aperte fra le parti. In questo modo daremo ai popoli della regione la speranza in un futuro sicuro e stabile, consentendo loro di concentrare gli sforzi nel perseguimento della prosperità e dello sviluppo. Italia ed Egitto possono certamente svolgere un ruolo importante al riguardo.
Infine, a livello globale, siamo entrambi convinti del ruolo che l’Egitto può e deve giocare come grande Paese democratico medio-orientale e africano che si affaccia sul piano della governance mondiale. E’ per questo motivo che l’Italia, come Presidente del G8, ha invitato nel 2009 l’Egitto a partecipare al Summit dell’Aquila per discutere insieme delle risposte da fornire alle principali sfide planetarie. Sotto questo profilo, Italia ed Egitto condividono innanzitutto la necessità di riportare l’attenzione internazionale sull’Africa e più in particolare sulla regione del Corno d’Africa, come attesta il loro impegno per la stabilizzazione della Somalia e del Sudan. Siamo infatti fautori di una politica di inclusione ed integrazione del continente africano e per questo motivo sappiamo che occorre prima di tutto lavorare a favore della stabilità, arginando il dilagare della violenza e favorendo invece l’unione intorno a valori condivisi.
Siamo ben consapevoli di come le comuni radici collocate nel Mediterraneo e lo sguardo proiettato verso un futuro comune si stiano inevitabilmente traducendo in un forte approfondimento dei rapporti fra Unione Europea e Egitto, che l’Italia sostiene da tempo, nella convinzione che il dialogo politico e strategico fra europei ed egiziani debba farsi sempre più intenso. Un primo importante risultato sarà costituito dal vertice fra Ue e Egitto che avrà luogo a Barcellona il prossimo 6 giugno, cui guardiamo con grande attesa perché segnerà un momento fondamentale nel percorso per unire sempre di più le due sponde del Mediterraneo, sancendo il salto di qualità anche sul piano formale delle relazioni fra Ue e Egitto per cui l’Italia si è fortemente adoperata.

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