Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/05/2010, a pag. 45, l'articolo di Cristina Taglietti dal titolo " Amos Oz 'risarcito' con il premio del Salone ".
Nel suo articolo, Cristina Taglietti ricorda che nelle scuole religiose israeliane i libri di Amos Oz vengono boicottati. Non c'è molto di cui essere stupiti. Amos Oz è uno scrittore laico, famoso e rispettato in tutta Israele, anche se non piace agli ortodossi. Succede in tutte le scuole religiose del mondo. I libri non 'in linea' non vengono consigliati. Capita anche nelle scuole religiose cattoliche in Italia. Nessuna censura in Israele, non esiste proprio.
Ecco l'articolo:


Amos Oz Torino, Salone del Libro 2010
TORINO— In un Lingotto dominato dalle discussioni sui temi della censura e della libertà di stampa, deve esserci un senso se a vincere il primo Premio Internazionale Salone del Libro, nato sulle ceneri del Grinzane Cavour, è uno scrittore come Amos Oz che nel mirino di censori di vario genere è finito spesso. L’ultima volta proprio la settimana scorsa quando in Israele si è diffusa la notizia che nei licei degli ebrei ortodossi, soprattutto a Gerusalemme, i professori mettono all’indice opere della letteratura di tutti i tempi accusate di «impudicizia » tra cui Michael mio di Oz. Sul banco dei cattivi lo scrittore israeliano è in buona compagnia: l’Antigone di Sofocle, l’Anna Karenina di Tolstoj, lo Schiavo di Singer hanno subito lo stesso trattamento.
D’altronde qualche settimana fa la decisione del Consiglio d’Indirizzo della Fondazione del Libro di selezionarlo nella terna dei finalisti con Paul Auster e Carlos Fuentes era stata contestata dal filosofo Gianni Vattimo e da quanti si riconoscono nell’Ism (International Solidarity Movement palestinese), organismo impegnato
da uno dei nostri inviati in una campagna di boicottaggio di Israele, accusato di opprimere i palestinesi, che ha raggiunto il suo apice nel 2008 proprio a Torino quando Israele era stato scelto come Paese ospite.
Per questo la vittoria con ampio margine di Amos Oz— annunciata ieri pomeriggio, giornata conclusiva del Salone — ha il sapore di un risarcimento. A lui sono andati 3.146 dei voti espressi dai visitatori, corrispondenti al 47 per cento del totale, contro i 2.385 di Paul Auster (35%) e i 1.224 del messicano Carlos Fuentes (18%). Sono stati 6.755 i visitatori che si sono accostati a uno dei sette «touch screen» a prova di brogli (ha assicurato il direttore editoriale del Salone, Ernesto Ferrero) per depositare elettronicamente la loro preferenza. «Certo potevano essere anche di più— ha commentato il presidente Rolando Picchioni —, gli editori potevano darsi un po’ più da fare. Ma è la prima edizione, un po’ di rodaggio è necessario».
« Abbiamo trasmesso la notizia ad Amos Oz — ha annunciato Ferrero nella conferenza stampa di chiusura — adesso ci farà sapere quale settimana tra ottobre e novembre è disponibile». Per ora ha fatto sapere attraverso il suo editore Feltrinelli, di essere «veramente commosso e grato ai lettori» per averlo scelto. «C’è una speciale parentela letteraria fra Israele e l’Italia— ha detto —. Molti scrittori italiani riscuotono grande successo in Israele e viceversa molti scrittori israeliani sono amati in Italia. Questa parentela mediterranea ha origine in alcune affascinanti similitudini fra i nostri due Paesi». Similitudini che l’autore di Una storia d’amore e di tenebra avrà modo di sperimentare. Il premio consiste, infatti, in un assegno di 25.000 euro, una sorta di compenso per l’impegno che gli sarà richiesto per una settimana fra Langhe Roero e Monferrato dove terrà un ciclo di incontri e lezioni magistrali aperte a tutti, con particolare attenzione agli studenti delle scuole secondarie.
Censure permettendo, naturalmente.
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