Sul sito web di REPUBBLICA, l'ennesimo articolo di propaganda contro Israele. Fra la versione di carta e quella informatica è da sempre in atto la gara tra chi disinforma di più. Oggi la palma va al sito web.
Pubblichiamo il commento del lettore Davide Levi, ringraziandolo per averci segnalato l'articolo:
Un esempio eclatante di disinformazione spudorata, naturalmente proGaza, in cui gli abitanti locali sono ritratti come vittime inermi della tracotanza e cattiveria israeliana, povera gente che trova nel calcio uno sfogo per non venire asfissiata dalla morsa letale dei sionisti. Insomma, un articolo strappalacrime, in cui si narra che la coppa del trofeo e' stata realizzata col "ferro recuperato tra le macerie di Piombo fuso, l'operazione militare israeliana che nel 2008 provoco' la morte di 1400 palestinesi e 13 israeliani (sic!)" Gli israeliani sono responsabili della morte di 13 loro cittadini! E che dire del condizionale usato nella frase "a detta di Israele, il ferro servirebbe ai palestinesi per costruire i razzi Qassam, lanciati da Gaza sul sud d'Israele" e, dulcis in fundo, "il giorno della Nakba, che ricorda l'esodo del 1948, dei palesinesi", senza accennare minimamente al fatto che l'ONU aveva spartito il territorio in due entita' (una ebraica e l'altra araba) e che i paesi arabi avevano ingiunto ai loro "fratelli" palestinesi di abbandonare case e terreni, in vista della cacciata definitiva dei sionisti. E' ben strano che questi giornalisti, cosi' sensibili alle sofferenze del popolo palestinese a Gaza, non si siano mai chiesti perche' Israele sia costretto ad adottare una politica di fermezza e, spesso, di intransigenza. Perche' la signora Selini, non ci chiarisce come vive la gente a Sderot e nelle cittadine israeliane a ridosso di Gaza o non fa riferimento al fatto che un soldato israeliano, rapito dai miliziani di Hamas, in territorio israeliano, e' in loro mano da piu' di 1400 giorni, senza permettere alla CRI di visitarlo o al fatto che lo stesso Hamas dichiara apertamente che la pace avverra' solo quando non esistera' piu' l'entita' sionista. Perche' la solidarieta' e l'empatia di tanti giornalisti e intellettuali va sempre per i "poveri" palestinesi? Quando e' ben chiaro che il movimento di Hamas e' la punta di diamante di un integralismo islamico fanatico e guerrafondaio, supportato dall'Iran di Ahmadinajad e da Siria e Hizbollah. L'acrimonia e l'antipatia verso Israele, che manifestano tanti giornalisti, fanno parte di quel "servum pecus" (gregge servile) che, sempre e in ogni caso, e' pronto a usare la lente d'ingrandimento per osservare la realta' israeliana, mentre stende veli pietosi sulle nefandezze perpetrate dai palestinesi di Gaza (pene di morte, ammazzamenti politici, incitamenti all'odio nelle scuole, moschee e Tv, parate militari ed esaltazione dei kamikaze che seminano morte tra i civili israeliani e chi piu' ne ha piu' ne metta...).
Davide Levi
Ecco l'articolo:
Medio Oriente.
Gaza, i Mondiali della solidarietà. La coppa è di "piombo fuso".
Nella Striscia ancora isolata, oltre 400 calciatori palestinesi e stranieri hanno dato vita a 16 "nazionali" si sono sfidati nel nome della cooperazione e della pace. Domani la finale tra Francia e Germania.
Di Anna Maria Selini
GAZA - C'era già chi immaginava gli "azzurri" alzare al cielo una nuova Coppa del mondo. Ma a contendersi l'ambito trofeo, domani sera, saranno Francia e Giordania, dopo aver sconfitto rispettivamente Russia e Italia. I mondiali di calcio sono ormai agli sgoccioli, non quelli ufficiali che si terranno in Sudafrica tra meno di un mese, ma quelli della Striscia di Gaza. Una manifestazione organizzata dalla Federazione calcistica palestinese e sponsorizzata principalmente dall'Undp, l'agenzia per lo sviluppo delle Nazioni Unite. Oltre 400 i giocatori coinvolti, migliaia i tifosi sugli spalti, sedici le "nazionali" scese in campo alla conquista della "Coppa del mondo": una copia del famoso trofeo, realizzata con il ferro recuperato tra le macerie di "Piombo fuso", l'operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, che nel dicembre del 2008 provocò 1400 vittime palestinesi e 13 israeliane.
La Gaza World Cup è stata organizzata in solidarietà al milione e mezzo di abitanti della Striscia, impossibilitati non solo a raggiungere il Sudafrica, ma a entrare e uscire liberamente da Gaza, a causa dello stretto isolamento in cui vivono dal 2007, quando il movimento islamista Hamas ha preso il potere e Israele ha chiuso i confini, controllando completamente i movimenti di materiali e persone.
"L'idea è venuta a me e al mio amico Ashraf Hamad - racconta Patrick Mc Grann, un americano capo di una compagnia non profit, la Kitegang, che produce giocattoli e organizza eventi benefici - Ci lamentavamo sia dell'isolamento degli abitanti di Gaza dal resto del mondo, sia di quello degli stranieri dentro Gaza. E così abbiamo pensato potesse essere un buon modo per conoscersi a vicenda e gettare le basi di un dialogo utile ad affrontare alcuni dei grandi problemi rimasti irrisolti nella regione". Un campionato locale, presto cresciuto e finito sulle televisioni di tutto il mondo, anche grazie agli sponsor (Undp, Bank of Palestine, Pepsi, Sharek Youth Forum) che in breve hanno fatto salire il budget a 50 mila dollari. In campo calciatori professionisti palestinesi e dilettanti stranieri, per lo più attivisti, giornalisti e operatori di organizzazioni non governative residenti a Gaza. Come Vittorio Arrigoni, attivista dell'International Solidarity Movement, unico italiano presente nella Striscia durante "Piombo Fuso", nonché primo infortunato del campionato, nella partita d'esordio che ha visto l'Italia battere per 1 a 0 i padroni di casa della Palestina. "Ho rilasciato più interviste a tv e radio internazionali sulla situazione di Gaza a bordo campo - racconta - che negli ultimi mesi impegnato nelle dimostrazioni non violente al confine".
L'obiettivo degli organizzatori era quello di coinvolgere l'intera comunità in una manifestazione che avrebbe dovuto essere indipendente e apolitica. La collaborazione del governo di Hamas non era stata inizialmente prevista, ma poi la Federazione Calcistica palestinese, insieme con l'Undp, hanno coinvolto e invitato un ministro di Hamas per pronunciare un discorso in apertura - spiega Mc Grann - e così abbiamo perso il nostro status non politico, come pure 20 mila dollari in scarpe donate per i giocatori".
Ogni aspetto della Gaza World Cup, dalla progettazione di loghi, ai maxi cartelloni pubblicitari, fino alla realizzazione delle maglie delle 16 nazionali, è stato realizzato con il supporto di artisti e graphic designer locali. Così come il sito affidato a studenti e informatici di Gaza. Artigianale anche la coppa che verrà alzata al cielo, realizzata da fabbri ormai esperti nel ridare vita al poco ferro presente nella Striscia, per via dell'embargo israeliano (per Israele il ferro servirebbe per costruire i razzi Qassam lanciati da Gaza sul Sud di Israele). A contendersela, nella cornice dello stadio al-Yarmuk di Gaza City, saranno Francia e Giordania, nella finale con musica e fuochi d'artificio di domani. Giorno doppiamente importante per gli abitanti di Gaza e per tutti i palestinesi, perché anniversario della Nakba, l'esodo del 1948 degli abitanti arabi della Palestina, con la nascita dello Stato d'Israele.
(14 maggio 2010)
Per inviare la propria opinione a Repubblica, cliccare sulla e-mail sottostante.