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Botta e risposta con Della Seta 14/05/2010

Gentile Senatore Della Seta

 Leggo, riportate dall'ANSA, le seguenti parole che sarebbero state da lei pronunciate dopo suoi incontri con alcune delle principali organizzazioni non governative israeliane e palestinesi impegnate per la difesa dei diritti umani: "Le organizzazioni che abbiamo incontrato si battono ogni giorno contro tutte le violazioni dei diritti umani, che vengano da Israele, dall'Autorità palestinese o da Hamas". Mi permetta di smentire, con qualche diretta cognizione di causa, queste sue parole, gentile Senatore Della Seta. Mi sono incontrato anch'io, in Israele, con alcune di queste organizzazioni, e le riferisco qui quanto mi disse il direttore di B'tselem, forse la principale ONG operante in Medio Oriente anche grazie alle donazioni della Fondazione Carter che le arrivano copiose dal giorno della sua creazione. Alla domanda sul perché B'Tselem denunciasse SOLTANTO le - a mio avviso presunte - colpe di Israele, e mai quelle dei palestinesi, il direttore, un ebreo israeliano che forse anche lei avrà incontrato, mi rispose che compito di B'tselem è quello di denunciare le colpe degli israeliani, e non quelle dei palestinesi. Quindi proprio dalla principale ONG israeliana viene la più clamorosa (e autorevole!) smentita a quanto da lei dichiarato. Pertanto lei capirà, gentile Senatore, (erano con me presenti una trentina di amici) la ragione per la quale devo oggi dirle che le sue parole, così come riportate dall'ANSA, sono, per usare un eufemismo, poco corrette. Non potendo tuttavia escludere la possibilità che il direttore di B'Tselem abbia mentito a me e ai miei amici, e detto la verità a lei, sono pronto a porgerle le mie scuse qualora lei dovesse fornirmi documentazione di denunce, da parte della suddetta organizzazione, di qualcuna delle numerosissime violazioni dei diritti umani, quando non addirittura crimini contro l'umanità, che caratterizzano l'abituale condotta di Hezbollah, Fatah e Hamas. Ritengo doveroso informarla che questa lettera sarà inviata come lettera aperta anche al sito di Informazione Corretta.

 Cordiali saluti
Emanuel Segre Amar

Caro Signor Segre,
non conosco l'organizzazione di cui lei parla. Conosco invece, per averle incontrate ieri in Senato, le organizzazioni Obs (The Observatory for the Protection of Human Rights Defenders), Redress (Seeking Reparation for Torture Survivors), Euro-Mediterranean Human Rights Network, Center for Constitutional Rights, Public Committe against Torture in Israel.
Nel corso delle audizioni, queste Ong hanno documentato le loro azioni e iniziative per tutelare i diritti umani sia nei confronti del Governo israeliano, che dell'AutoritàPalestinese, che di Hamas.
In ogni caso il punto della mia dichiarazione non era questo. Io ritengo incompatibile con la qualificazione di Israele come Stato democratico - qualificazione, le assicuro, cui sono molto affezionato - le norme che il Governo Nethaniau ha proposto di approvare, che di fatto impedirebbero l'attività e la stessa esistenza di molte Ong.
Ripeto: le Ong israeliane e palestinesi audite in Senato si occupano di tutela dei diritti umani a 360 gradi, ma se anche si occupassero solo delle violazioni di cui è responsabile Israele, avrebbero tutto il diritto di farlo in piena libertà.
Cordiali saluti

Roberto Della Seta

Gentile Senatore,

nel ringraziarla per la sua risposta, mi permetto di farle osservare che: - B'Tselem è certamente la ONG più attiva e più nota in tutto il mondo, frequentemente citata dai mass media, mentre molto meno note sono quelle da lei indicatemi nella e-mail; altre in verità sono le "principali organizzazioni non governative israeliane e palestinesi", per riprendere le sue parole, ed esprimo il mio stupore nel vedere che B'Tselem non è neppure stata presa in considerazione dalla sua Commissione. Tra l’altro osservo che alcune delle ONG che lei mi cita si rifanno proprio a B’Tselem per quanto riguarda la loro attività nell’area, ed è quindi piuttosto singolare che la Commissione non l'abbia presa in considerazione. - ha qualche concreto motivo per ritenere che in Israele si pratichi la tortura, come apparirebbe dal nome delle ONG da lei segnalate: "Public Committe against Torture in Israel" e “Seeking Reparation for Torture Survivors”? - Le ricordo che Israele è un paese in guerra e dovere dei suoi governanti, in tempo di guerra, è anche, anzi direi soprattutto, quello di evitare ai nemici in casa di operare contro gli interessi vitali della nazione. Questo non toglie affatto al paese il diritto di essere considerato un paese democratico. Non vi è contraddizione tra essere democratici e non voler essere annientati. - Credo che, trattandosi del lavoro compiuto da un’istituzione pubblica, come cittadino ho il diritto di sapere se le ONG ricevute lavorano a 360° o a senso unico; mi sembra una questione non indifferente. - Devo constatare che non mi ha fornito alcuna documentazione circa le accuse mosse da queste ONG alle varie organizzazioni palestinesi; devo dedurne che non ne dispone? Io sono andato a verificare le loro attività, e le confesso che di denunce contro i palestinesi ne ho trovata solo una, neanche recente, nella quale OBS chiedeva ad Abbas di fissare una moratoria contro la pena di morte. Un po’ poco, vorrà ammettere, per delle ONG che, secondo le sue parole, “si battono ogni giorno contro tutte le violazioni dei diritti umani, che vengano da Israele, dall'Autorità palestinese o da Hamas”. Mi interesserebbe inoltre sapere se, per quanto riguarda l'attività delle suddette ONG nei confronti di Israele, le presunte violazioni siano documentate o siano semplicemente dichiarate da qualcuno, ma senza alcun fondamento - cosa che fin troppo spesso succede e di cui esiste ricchissima documentazione. Rimango a sua disposizione anche per un eventuale confronto diretto, nella speranza che da un franco confronto possano sorgere vantaggi per la causa che evidentemente interessa ad entrambi noi.

 Shalom Emanuel Segre Amar

 P.S. Le risulta che almeno una di queste ONG, istituzionalmente sollecite del rispetto dei diritti umani (a 360°) si sia occupata del caso di Gilad Shalit, rapito in territorio israeliano e da quattro anni tenuto prigioniero senza che neppure la CRI abbia mai potuto visitarlo?


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