domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Ugo Volli
Cartoline
<< torna all'indice della rubrica
Buon divertimento a tutti nel mondo umoristico di James Jones e Barak Obama 05/05/2010

Buon divertimento a tutti nel mondo umoristico di James Jones e Barak Obama


James Jones,  Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti

Cari amici, oggi vi racconto una barzelletta. "C'è un tale nel deserto che, assetato, è alla ricerca di acqua. Arriva finalmente al negozio di un ebreo e chiede un bicchiere di acqua, ma il commerciante gli dice che vende solo cravatte. L'ebreo gli suggerisce, allora, di rivolgersi al ristorante del fratello oltre la collina. Il militante torna dopo un'ora al negozio e dice al commerciante: "Sono stato da tuo fratello al ristorante, ma non mi fa entrare se non ho la cravatta".

Che cosa pensate di quelli che raccontano barzellette sugli ebrei? Io qualche sospetto ce l'ho sempre, anche se so benissimo che non mancano barzellette su genovesi, scozzesi, tedeschi, belgi, carabinieri e praticamente ogni altra categoria collettiva. Ma Sigmund Freud, in un libro importante, anche se poco letto ("Il motto di spirito", pubblicato in italiano da Boringhieri), dove analizza il funzionamento del discorso spiritoso, ha mostrato fra molte altre cose che alla base di questo meccanismo umoristico vi è il desiderio di esprimere e condividere un'aggressività che le convenzioni sociali costringono a reprimere. Ammetterete che l'aggressività contro gli ebrei o antisemitismo è un tantino più diffusa e pericolosa dell'antiscozzesismo o della belgiofobia. Certo, alcuni dei più accaniti raccontatori di barzellette sugli ebrei sono ebrei ma di solito, sempre dal punto di vista di Freud, si tratta di un meccanismo di accettazione preventiva dell'aggressività altrui che punta a neutralizzarla - come i bambini capri espiatori di un gruppo che si prendono in giro da soli per evitare guai peggiori. Nei casi peggiori, e magari senza il filtro della barzelletta, questa mimesi del punto di vista di quelli che nutrono aggressività nei nostri confronti può diventare odio di sé - quell'antisemitismo ebraico di cui non mancano esempi negli ebrei "giusti" tipo Noam Chomski, Naomi Klein, e i loro piccoli emuli italiani.

Ma non è questo il caso della barzelletta che vi ho raccontata all'inizio. Perché  vi sono due dettagli che vi ho omesso. La prima è la qualifica dell'assetato vittima dell'avidità commerciale dei fratelli ebrei. Nel testo originale si tratta di un "taleban militant", un "miliziano talebano" cioè un terrorista islamico, che essendo gli ebrei che vi abitavano da millenni del tutto scomparsi dall'Afganistan come dall'Iraq e da altri luoghi deliziati dalla presenza di questi eroici personaggi, è opportuno leggere come un "combattente" di Hamas o Al Fatah. Se fosse così, dunque, la barzelletta parlerebbe dell'esosa mancanza di carità e di fair play degli ebrei contro i loro vicini. Il secondo dettaglio che vi ho nascosto è l'identità dello spiritoso narratore. Si tratta del Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, James Jones, un ex generale dei marines, diciamo il Kissinger o il Powell di Obama, un uomo ascoltatissimo nell'amministrazione americana e ovviamente molto accorto. (http://yidwithlid.blogspot.com/2010/04/national-security-adviser-jones-jews.html)

Perché un tipo così autorevole racconta barzellette in cui gli ebrei sono presi in giro come sfacciati sfruttatori dei musulmani? Perché lo fa davanti a un pubblico in buona parte ebraico (un convegno del Washington Institute per il Vicino Oriente)? Conoscendo evidentemente a menadito la political correctness (basta essere ospiti a un convegno di un'università americana perché qualcuno ti dica: mi raccomando, non fare allusioni sessuali, religiose o etniche, figuratevi un generalone che fa adesso il diplomatico), perché un importantissimo funzionario della superpotenza mondiale si mette nella condizione di dover chiedere scusa, come puntualmente ha fatto? Vi faccio due ipotesi, e voi mi dite quale vi convince di più: a) la barzelletta gli è scappata perché crede così tanto al sentimento che esprime, è così irritato con Israele, che è stato un sollievo poterlo gettare in faccia ai suoi ascoltatori, sotto lo schermo del "joke". b) l'ha fatto apposta perché la politica della sua amministrazione è di ostentare la sua irritazione nei confronti di Israele, nell'illusione di conquistare  la simpatia del mondo islamico. Non so quale sia la peggiore. Io tendo a pensare che siano vere tutt'e due. Buon divertimento a tutti nel mondo umoristico di James Jones e Barak Obama.

Ugo Volli


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT