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Il faut savoir raison garder 03/05/2010

Pur non avendo voce in capitolo (non sono di origine ebraica) desidero esprimere la mia perplessità nel leggere l’ ”Appel à la raison” sottoscritto da alcuni intellettuali francesi e presentato oggi alla Segreteria delle Nazioni Unite.

Di quale ragione si tratta?

Leggo nell’appello che si chiede una pace imposta e una soluzione rapida del conflitto israelo-palestinese (che dura da 62 anni). In particolare, si sostiene con forza il ritorno di più di 4 milioni e mezzo di profughi: come non capire che ciò finirebbe per distruggere completamente, annientare il piccolo stato di Israele? Cosa c’entra questo con la ragione?

L’invasione incontenibile calpesterebbe la sofferenza dignitosa e orgogliosa di donne come quella Miriam Perez che ha perso i due figli Uriel e Eliraz e il dolore del padre di Gilad Shalit, sbeffeggiato in un orrido cartone animato.

Il colmo della sorpresa è stato leggere la richiesta di un gruppo di pacifisti ad oltranza di non firmare quell’appello per il motivo che (incredibile!) Gaza e i palestinesi vi sono assenti e che in esso non si parla delle legittime rivendicazioni dei profughi e del senso di umanità dovuto ad un popolo che si continua ad ignorare!

“Il faut savoir raison garder” la ragione dovrebbe spingere a non indietreggiare di fronte ad un’onda anomala che tutto vuole travolgere, sommergere, distruggere, prima Israele, tutto l’Occidente poi.

Chiedo scusa per l’intromissione.

Israele per sempre.
Maria Carmela

 

 


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