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Ugo Volli
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Quando impareremo anche noi a rispettare la libertà delle donne come fa la grande repubblica islamica? 03/05/2010

Quando impareremo anche noi a rispettare la libertà delle donne come fa la grande repubblica islamica?



Cari amici, qualcuno di voi certamente l'ha letto, ma vale la pena di annunciarlo di nuovo. A causa delle mene americane e israeliane, la repubblica islamica dell'Iran purtroppo non è riuscita a farsi assegnare il suo giusto posto al consiglio dei diritti umani dell'Onu, benché avesse mostrato in tutti i modi le proprie virtù e il proprio profondo coinvolgimento: pensate che verso la metà di aprile la giustizia iraniana aveva battuto il suo record facendo impiccare almeno 19 oppositori in dieci giorni. Molti altri nello stesso periodo sono stati torturati, condannati a morte, umiliati e imprigionati. Se volete una cronaca di questo attaccamento ai diritti umani di Ahamanedjad e di suoi amici, leggete qui un sito aggiornato quotidianamente: http://www.ncr-iran.org/it/ . Quello di cui vi sto parlando infatti on è un segno straordinario di efficienza, ma il funzionamento quotidiano della macchina della giustizia in Iran. Vi rendete conto, una media di due morti di stato al giorno, contro un misero zero in Europa, meglio addirittura della Cina! E non li hanno nominati nel consiglio dei diritti umani, li hanno costretti a ritirarsi! Che ingiustizia nel mondo!

Per fortuna però c'era un premio di consolazione, la commissione per i diritti delle donne e qui l'Iran hanno dovuto proprio ritirarlo, nonostante la campagna di conservatori e sionisti per diffamarlo. I meriti della repubblica islamica sono indiscutibili in questo campo. Pensate solo a quante malattie di stagione a quante tossicchiattole insidiose vengano prevenute imponendo l'uso del burka o del nikab. Certo, non siamo al livello dell'Arabia Saudita, che per difendere le donne dagli incidenti stradali proibisce loro la guida delle automobili - ma si sa, loro risentono dell'influenza positiva della pietra nera della Mecca e sono imbattibili anche in fatto di diritti delle donne.

Ma guardate che sforzo ha fatto anche in questo campo l'Iran. Informazione Corretta ha pubblicato qualche giorno fa una notizia di Libero che vi riporto in parte (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=16&sez=120&id=34441). Leggete con attenzione e vedrete quanta sollecitudine i buoni ayatollah provino per i diritti femminili.  
"L’abbronzatura in Iran è una delle manifestazioni del male, del mondo occidentale, è contraria ai valori islamici e per questo va messa al bando. Il provvedimento è stato annunciato dal capo della polizia di Teheran, generale Hossein Sajedinia, impegnato in una crociata contro i costumi dell’Occidente, colpevoli di mettere a repentaglio i valori religiosi tradizionali a fondamento della Repubblica Islamica. Le ragazze e le donne che dovessero contravvenire all’ordine saranno arrestate.«La gente si aspetta da noi un’azione ferma e rapida contro le donne, o gli uomini, che con i loro comportamenti sfidano i nostri valori – ha dichiarato Sajedinia – Non possiamo più tollerare questa situazione ». Il capo della polizia della capitale iraniana ha anche indicato la zona della città dove si concentrerà il suo pugno di ferro: nella parte settentrionale, dove vive la borghesia filo-occidentale e benestante. Sarebbe proprio lì, infatti, che sono state avvistate numerose «donne o ragazze abbronzate al punto da sembrare dei manichini che camminano». Il provvedimento è l’ultimo di una lunga e triste serie di divieti. Le donne iraniane possono essere fermate dalla polizia e portate in cella (se non persino frustate) perché indossano un foulard che lascia scoperti collo e capelli. E poi: le maniche devono essere abbastanza lunghe da coprire i polsi, stessa storia per i pantaloni con le caviglie. Impensabile un cappotto al di sopra del ginocchio o avvitato e aderente sui fianchi. Al bando i colori sgargianti, richiami satanici perché attirano gli sguardi degli uomini. Se il poliziotto che passa accanto a una ragazza o a una donna è particolarmente religioso può portarla in centrale perché ha lo smalto sui piedi o sulle mani, oppure perché le sue mèche sono troppo bionde o il taglio di capelli simile a quello delle donne occidentali, o le sue labbra hanno troppo rossetto e gli occhi il cajal. Nessuna donna è esente dai divieti imposti dal regime degli ayatollah. È di dicembre l’ordine di proibire a presentatrici, conduttrici e giornaliste televisive qualsiasi forma di trucco mentre sono in onda, poiché è “illecito” in quanto contrario alla sharia, la legge coranica."

Ecco, basta con l'abbronzatura. Quel che i più importanti stilisti hanno cercato invano di imporre  come segno di eleganza e che i dermatologi consigliano da tempo contro le malattie della pelle, i benigni e paterni ayatollah ottengono per decreto: che meraviglia! Questa sì che è libertà. E via i foulard, i colori sgargianti, il trucco, vie tutte queste cose demoniache che pervertono il femminile e turbano la vera libertà delle donne, quella di stare a casa a fare bambini e spignattare per il loro emiro domestico! Quando impareremo anche noi a rispettare questa libertà. Ah, Eurabia mia, quanto sei ancora lontana dal vero progresso?

Ugo Volli


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