------Messaggio inoltrato Da:
Segre Fast Web Data: Sun, 02 May 2010 18:19:01 +0200 A: "letterealsole@ilsole24ore.com" Conversazione: Per Ugo Tramballi e, per conoscenza, al Direttore Gianni Riotta
Oggetto: Per Ugo Tramballi e, per conoscenza, al Direttore Gianni Riotta
L'articolo a sua firma pubblicato nell'edizione del primo maggio contiene una lunga serie di affermazioni errate che infatti lei non ha potuto spiegare, né, tanto meno, documentare.
Alla base del suo ragionamento sta la affermazione che "Israele ha il terrore del palestinese moderato". Nulla di più falso, e basta a dimostrarlo il programma esposto fin dalla sua campagna elettorale da Benjamin Netanyahu: facciamo prima di tutto star bene il palestinese medio, facciamolo lavorare ed arricchire, e così non penserà a compiere atti terroristici.
Questa è poi sempre stata la volontà dei dirigenti israeliani, basti pensare alla stessa dichiarazione di indipendenza letta da Ben Gurion all'atto della proclamazione dello stato di Israele, sessantadue anni fa.
.E' ovvio quindi che se, per quanto appena detto, la tesi del suo articolo è falsa, anche il contenuto non potrà essere corretto.
Mi limito qui a farle osservare una lunga serie di strane affermazioni da lei fatte, che le cito nell'ordine della sua esposizione.
- lei parla di "fanfaronate di Arafat": concordo con lei (anche se, per amor di precisione, più che fanfaronate dovrebbero essere chiamate crimini), ma mi chiedo come mai non ne ho mai trovata alcuna denunciata nei suoi pur numerosi articoli.
- lei non concorda sulla tesi di Emanuele Ottolenghi quando contesta la opportunità di una proclamazione unilaterale dello Stato della Palestina; era questo il succo dell'articolo di Moisée Naim, al quale Ottolenghi rispondeva. Lo stesso Abu Mazen ha confermato questa impostazione, in contraddizione con Fayyad. Ma lei si limita a chiedersi come mai Israele non capisca quanto "una Palestina moderata, dentro confini legittimi" sarebbe utile al processo di pace. Non è così: è proprio quello che tutti i governi di Israele vogliono, come le spiegavo già in apertura di questa mia lettera.
- quando lei parla di “confini legittimi”, le ricordo che in base alle risoluzioni 242 e 338 si prevede che i confini siano da negoziare tra le parti; fino a tale negoziazione, quindi - negoziazione, non dimentichiamolo, rifiutata dagli arabi con i "tre no di Khartoum in risposta alla 242, e tuttora, con le uniche eccezioni di Egitto e Giordania, da tutti rifiutata - non si può parlare di confini legittimi.
- il paragone tra quanto fecero gli ebrei prima del 1948 e quanto vuole fare ora Fayyad non sta in piedi, ed è proprio quello che Abu Mazen sembra aver compreso: gli ebrei avevano messo a punto tutte le principali istituzioni dello stato nascente, mentre i palestinesi non sono affatto pronti; né quelli del Fatah, né Hamas. Ecco perché Abu Mazen non pensa di far nascere nel 2011 il nuovo stato.
- è concettualmente errato scrivere che “nemmeno Hamas minaccia la proclamazione unilaterale dello stato di Palestina”, dato che fra i programmi di Hamas non c'è mai stata la creazione di uno stato palestinese: ciò che Hamas si prefigge, come si può leggere nel suo statuto, è di unire tutto il territorio palestinese alla grande Umma. Se non si conoscono i programmi di Hamas è inutile parlarne, se si conoscono bisogna parlarne in coerenza con quanto reclamano.
- quando lei parla degli "israeliani che continuano a rubare ancora più terra ai palestinesi", si limita a ricalcare un luogo comune, ma la realtà è ben più complessa, e lei non la spiega affatto. Le città che si sono create nei territori contesi di Giudea e Samaria, oltre che le case di Gerusalemme est, erano, per lo più, su aree del tutto desertiche, disabitate, e di proprietà demaniale (quando non addirittura di ebrei illegalmente espropriati e cacciati a seguito della guerra di aggressione subita da Israele nel 1948). Se quindi lei affronta questo problema avrebbe il dovere di sviscerare a fondo tutte le complesse, inestricabili realtà. Altrimenti che cosa può capire il suo lettore?
- lei parla di "responsabilità storiche evidenti" dei palestinesi, di "opportunità perdute laceranti"; ancora una volta, pur andando indietro per anni nella verifica dei suoi articoli, non trovo traccia di informazioni ai lettori su questi fatti importanti, né tanto meno di sue denunce e prese di posizione in merito. Come lo spiega?
- lei si chiede come gli israeliani possano non riconoscere i diritti dei palestinesi, visto che i palestinesi "inaspettatamente" riconoscono i loro; ma come può fare una simile affermazione? La maggioranza degli israeliani, e tutti i loro governi, riconoscono il diritto dei palestinesi di avere un loro stato arabo. Quale dirigente arabo ha invece mai riconosciuto il diritto degli israeliani ad avere uno stato ebraico? Andrebbe poi sottolineato, a questo punto, che sono sempre stati proprio gli arabi quelli che hanno rifiutato a parole e nei fatti lo stato di Palestina, nel 1936, 1939, 1947, 1948, 1967, 2000. Ed anche dopo l’evacuazione di Gaza si sono ben guardati dal proclamare la nascita di uno stato su un territorio comunque tutto loro.
- infine lei parla di "ancora circoscrivibile delirio di Ahmadinejad"; come pensa che possa ancora essere circoscritto, questo delirio? E' troppo facile fare simili affermazioni senza spendere una sola parola per spiegarle. Per me non è affatto circoscrivibile il delirio di Ahmadinajad, come non lo era quello di Hitler, ad esempio.
Emanuel Segre Amar