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Ugo Volli
Cartoline
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Arrendersi, primo passo verso la nuova soluzione finale 02/05/2010

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

" Arrendersi, primo passo verso la nuova soluzione finale " 


Cohn Bendit,Lerner, Finkelkraut; con degli amici così, chi ha più bisogno di nemici !

Buone notizie da Eurabia
Cari amici, eccovi qualche piccola notizia da Eurabia, per dirvi che il nostro piccolo continente cresce e migliora.

Partiamo dall'Inghilterra, capitale morale di Eurabia. Come sapete c'è una campagna elettorale, in cui i nostri bravi laburisti rischiano di fare la fine dei democratici in Italia: poverini! E' proprio un gran peccato, perché loro sì che sanno come va il mondo. Pensate che qualche giorno fa un deputato, tale Martin Linton, che ha il grande merito di essere il presidente del club dei  Labor Friends of Palestine & the Middle East, la lobby filopalestinese laburista,  ha avuto il coraggio civile di affermare che "vi sono i lunghi tentacoli di Israele in questo paese che stanno finanziando la campagna elettorale e iniettando denaro nel sistema politico inglese per i loro fini" Bella eh, quest'immagine dei tentacoli, degna di Goebbels... così finalmente qualcuno racconta la verità. Lo sanno tutti che la gran Bretagna è in mano ai sionisti, perché se no perché avrebbero cercato di catturare Tzipi Livni come criminale di guerra? Un altro deputato e candidato laburista pure lui, Gerald Kaufman, ha completato il concetto spiegando che metà del partito conservatore era di proprietà di Lord Ashley e l'altra metà degli ebrei...

Peccato che il bravo deputato Linton sia stato costretto a scusarsi, benché in maniera un po' ambigua ("mi spiace di ave causato disagio con una parola che ho usato, ma non pensavo proprio che il mio commento potesse essere considerato antisemita," ha detto "ma sono convinto che nella politica britannica agisce una potente lobby ebraica");  ma non ha perso il suo posto in lista né lui né il suo compagno di lotta (http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=172376). In cambio i liberaldemocratici, che sembrano sulla cresta dell'onda, sono noti per aver proposto qualche mese fa il boicottaggio di Israele per punirlo della sua '"occupazione della Palestina", quel boicottaggio che dal canto loro i bravi sindacalisti scozzesi continuano ad appoggiare fattivamente, mostrandosi all'altezza di quella rude e buona classe operaia internazionalista che rappresentano (http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=174352).

E' notizia dell'altro giorno, invece, che il vice-ambasciatore israeliano in Gran Bretagna è sfuggito a stento a un tentativo di linciaggio dopo una conferenza all'università di Manchester (http://www.jpost.com/JewishWorld/JewishNews/Article.aspx?id=174309). Inutile dire che mentre si è assai parlato dello sgarbo subito da un diplomatico turco in Israele fatto sedere dal viceministro degli esteri su una sedia troppo bassa, di questo episodio nessun giornale italiano o europeo ha parlato: che cosa c'è di più normale di un ebreo picchiato da una folla di bravi studenti ariani (o arabi, che notoriamente sono ariani ad honorem, dopo che tale era stato proclamato niente meno che da Hitler il Muftì di Gerusalemme e predecessore di Arafat  Husseini)?

A proposito di nazismo e dintorni, come non citare con compiacimento una coppia artistica danese, che si fregia dell'indovinato titolo di "Surrend" (arrendersi) composta da Jan Egesborg and Pia Bertelsen che ha distribuito per le strade di Berlino una cartina geografica del Medio Oriente in cui Israele è assente, con il titolo indovinatissimo di Endloesung ("Soluzione finale")? La cosa su cui vale la pena di fare un pensierino è che il signor Egesborg dice di essere ebreo, e proprio per questo pensa che la fondazione di Israele "su terra rubata ai palestinesi" sia stata "un errore". Oggi bisogna abolire Israele, sostiene, e trasferire gli ebrei da qualche altra parte. (http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=174350)

L'accostamento sarà del tutto casuale, ma c'è un gruppetto di intellettuali europei che pare aver costituito un un gruppo di pressione analogo a J-Street, la lobbi ebraica filopalestinbese americana, che si chiama J-call (dall'idea che ci voglia un "call for reason", un richiamo alla ragione del governo israeliano, perché obbedisca ad Obama e smetta di costruire a "Gerusalemme Est". Naturalmente i sottoscrittori si dicono buoni amici di Israele (anche J-Street dice di essere pro-Israel, e del resto chi non ha sentito la buona vecchia frase "io degli ebrei sono amico, ma...") e però sentono "come Europei oltre che come ebrei" la responsabilità di difendere la pace, naturalmemnte messa a rischio dal cattivo governo israeliano. Nessuna sorpresa che del gruppo facciano parte persone come Daniel Cohn-Bendit o in Italia Gad Lerner. Qualche meraviglia invece suscita l'adesione di Bernard Henry Levi. Ma naturalmente le adesioni vantate dagli organizzatori, che si ritroveranno a Bruxelles il 5 maggio sono già duemila. Duemila intellettuali ebrei che la pensano alla stessa maniera (naturalmente contro la politica del governo di Israele) sono certamente un record. Chissà se partecipa anche l'ottimo Ellegsborg.(http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=174351)

Come vedete, cari amici, Eurabia avanza non solo ma innanzitutto grazie al contributo degli ebrei antisionisti. Mi resta solo un dubbio: ci sono o ci fanno? Non è che saltino sul carro dei vincitori solo perché capiscono che il Sol dell'avvenire avanza, sia pure in forma di Mezzaluna? Non vorranno evadere dalla soluzione preventivata dall'artista danese, che senza dubbio riguarda anche loro? Questo è il problema.

Ugo Volli


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