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Ugo Volli
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Comprereste una religione usata da questa gente? 30/04/2010

Comprereste una religione usata da questa gente?



Cari amici, siete interessati all'efficacia sbiancante dei detersivi che si vendono in India? Alla correttezza negoziale dei venditori di macchine usate in Sudafrica? All'efficacia dei freni delle automobili prodotte per il mercato interno cinese? Alla bellezza dei programmi della televisione cilena? Non tanto, immagino. Ma di televisioni, automobili, detersivi e quant'altro offerti sul mercato italiano immagino di sì. Questa è la risposta a un dubbio che ogni tanto qualcuno avanza sul mio eccessivo interesse per le faccende islamiche. Il fatto è che questo prodotto è offerto da noi, a differenza del giainismo o dello scintoismo; anzi rischia di essere imposto come un futuro monopolio sul mercato di casa nostra. Dunque ce ne dobbiamo certamente interessare.

Per esempio, quella notiziola apparsa fuggevolmente qualche giorno fa sui giornali e puntualmente riportata da Informazione Corretta, l'avete notata? Quella che parla di certe bambine afgane che hanno avuto la pretesa, pensate un po', di andare a scuola contro le abitudini locali e che per questo grave peccato sono state gasate dai talebani? Sì, gasate come i mobili in cui si siano trovati i tarli, o piuttosto come quegli ospiti dei campi tedeschi di cui si interessava così tanto Amin Husseini, il fondatore del nazionalismo palestinese e predecessore di Arafat, che andò a ispezionare Auschwitz sperando di trarne qualche utile lezione... Naturalmente  i talebani sono un po' più primitivi delle SS, le loro camere a gas perdono e dunque sembra che le scolarette non siano morte, almeno non tutte, e che solo un centinaio siano finite in ospedale (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201004articoli/54425girata.asp).

Ci vuole molto stomaco per gasare delle bambine, quasi quanto ce ne voleva per ammazzare milioni di ebrei (inclusi naturalmente i bambini ebrei). Ma in questo caso la motivazione non è razzista, le bambine sono afgane anche loro; è la difesa della disuguaglianza di genere, la riaffermazione dell'inferiorità delle donne. Lascio giudicare a voi cosa cambi.

Il fatto è che per l'Islam non bisogna che le donne siano libere. Devono restare prigioniere del burka, appartenere allo harem di uno sceicco (o anche di un macellaio, come vi ho raccontato l'altro giorno). Devono sposarsi a 11 anni. Non devono studiare. Questo è un ingrediente essenziale nel prodotto che cercano di venderci. E di cui molti occidentali "progressisti" si sono eletti agenti pubblicitari. Vi meraviglia, per esempio, alla luce di questa notizia, che la responsabile dei diritti delle donne di Amnesty International abbia violentemente protestato quando la sua organizzazione ha scelto come testimonial un talibano non pentito rilasciato da Guantanamo, come vi ho raccontato un mesetto fa? Il prodotto, nella sua ricetta originale contiene questo: odio per le donne, odio per i non islamici, ebrei e cristiani in primo luogo. Violenza. Intolleranza. Guerra santa. Comprereste una religione usata da questa gente? Io no.

Ugo Volli


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