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Emergency e Sergio Romano 24/04/2010

Copia di e-mail inviata a Sergio Romano:

 posso da privata cittadina esprimere il mio libero e democratico pensiero senza che Emergency mi quereli? Lei ricorda, giustamente, che Emergency è stata fondata da persone formatesi “politicamente” nel 68. Un 68 italiano - diversamente da quello costruttivo, altrettanto diverso, francese ed americano - che ben ricordo ha offerto solo lo scempio di un teppistoide (per non dire peggio) saggio dell’immaturità civile dei suoi componenti – votati allo scontro per lo scontro – protratto all’infinito. Questa è la ributtante eredità del fondatore di Emergency e di alcuni suoi seguaci. Non è solo questione di Croce Rossa, ma anche di Médecins Sans Frontières, di Smile…di medici (perché no?: di missionari) che senza alcun cancan hanno curato e curano tutti ovunque e per qualsiasi motivo (terremoti, alluvioni, ecc.). Emergency ha scelto proprio quelle zone di conflitto che – guarda caso – servono solo allo scontro politico nostrano. Forse proprio per questo i medici di Emergency sono riusciti ad inimicarsi tutte le parti in conflitto che cercano – a prezzo delle loro vite – di instaurare un minimo di libertà civili e di pace riconducibili ad un’imperfetta - ma sicuramente migliore di qualsiasi altro regime – democrazia. Se i Britannici ce l’hanno con Emergency un motivo ci sarà. Emergency operava nel loro settore curando vittime e carnefici a rischio della vita dei soldati alleati. Il filo sottile che unisce un estremista pacifista all’estremista terrorista è davvero labile, quando un’organizzazione medica si ammanta di politica. Ora, Strada avrà un motivo di più – la chiusura di Emergency a Lashkar-Gah - per fare di Emergency la vittima senza colpe. Se davvero fosse stata umanitaria la missione di Emergency, dovevano salvarla, senza comprometterla politicamente. Ma non era questo l’intento, evidentemente. Il provinciale scontro delle sinistre di casa nostra si gioca cinicamente sulle vite altrui. Più lontane da Roma.

Danielle Sussmann


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