Cari amici, oggi vi regalo qualche notiziola dal campo palestinese, che difficilmente leggerete sui giornali italiani. Penserete che sono pettegolo e mi faccio i fatti altrui. D'altro canto che eurarabi saremmo se non ci occupassimo di quel che accade sul principale fronte della Jihad? Tranquillizzatevi, non è per maldicenza che vi racconto queste cose, ma per interesse genuino e naturalmente molto, molto rispettoso.
Notiziola numero 1. I palestinesi vogliono sempre meno i due stati e sempre più lo stato unico. La prima soluzione, cioè il compromesso con Israele, è verso il 40% dei gradimenti; la seconda, cioè in altri termini la guerra fino alla vittoria, che era stata preferita per molti anni al 19-20% della popolazione, ora è al 34%.(http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=173710) Si sono stufati dello scarso impegno israeliano nelle trattative? Macché, hanno intravisto la possibilità storica di un impegno americano a loro favore e vogliono tutta la posta sul tavolo, a costo di continuare così per anni. L'Autorità Palestinese non accetta di trattare perché sa che la sua gente non vuole trattative.
Notiziola numero 2. Gli incontri patrocinati dagli egiziani per l'unificazione dei palestinesi sono falliti. Hamas e Egitto quasi non si parlano più. Non vi è alcuna possibilità che dentro il mondo politico palestinese si mettano assieme di nuovo quelli che sono finanziati dall' Iran per il solito scopo di condizionare la politica della regione e abbattere Israele, e quelli che sono finanziati da Usa e Europa per dar corpo alla loro dolcissima buona volontà, così buona e così illusa di una giusta pace generale con soddisfazione di tutti. La soluzione più probabile è un conflitto aperto. (http://www.jpost.com/Features/FrontLines/Article.aspx?id=173761)
Notiziola numero 3. Sempre più truppe e militanti dell'Autorità Palestinese passano ad Hamas, incluse quelle addestrate dagli americani tanto da far temere un crollo dall'interno (https://mail.google.com/mail/?shva=1#trash/1282ad768276f7f5 , guardate il terzo articolo). Solo la presenza dell'esercito israeliano impedisce già oggi in Cisgiordania un ribaltone stile Gaza. Abu Mazen e i suoi sanno benissimo che non durerebbero un giorno dopo un ritiro israeliano. Altra ragione del blocco in atto.
Notiziola numero 4. La salute dei governanti arabi è un segreto di stato come lo era quella dei capi dell'Urss. Fatto sta che il "presidente" palestinese Abu Mazen (75 anni, malato di cuore) è stato ricoverato molte volte negli ultimi mesi negli ospedali di Amman, ufficialmente per le conseguenze di un'escoriazione che gli è venuta scivolando in bagno (http://www.allvoices.com/contributed-news/5440987-of-health-crises-to-arab-leaders-mahmoud-abbas-was-injured-when-a-slide-in-his-bedroom , http://www.csmonitor.com/World/Middle-East/2010/0421/Palestinian-official-denies-report-that-President-Mahmoud-Abbas-is-ailing ). Scaduto già da due anni, deciso a non ripresentarsi alle elezioni (semmai si faranno), si pone forse anche per lui come per il presidente egiziano Mubarak un problema di successione per ragioni biologiche, molto più stringenti di quelle legali. Il primo ministra Fayad, uomo dell'America, è particolarmente impopolare sia fra i militanti di Al Fatah che in Hamas: gente che non ha la maggioranza delle schede, ma quella delle armi sì.
Conclusione. Il rischio è che l'anno prossimo l'Egitto e anche la "Palestina" siano in mano agli integralisti islamici. Il giulivo signore che abita la Casa Bianca non se ne preoccupa, forse perché il suddetto palazzo è a 10 mila chilometri di lì, forse perché il suo secondo nome è Hussein e a lui l'Islam sembra un grande fattore di civiltà che "ha contribuito moltissimo ai successi dell'Europa e dell'America" (discorso del Cairo). Gli Eurabici, naturalmente, non sono disinteressati ma felici. Tutti allegri, tutti festosi, governanti americani ed europei, in smoking e abito lungo, coi loro bicchieri di champagne e la musica che inebria e seduce, come i passeggeri del Titanic alla festa da ballo quella notte, quando l'iceberg li attendeva al varco nel buio. Auguri a tutti noi