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Non sono 'chassidim che sbagliano', ma nemici del popolo ebraico 21/04/2010

Con riferimento all'articolo: "Una storia trieste di odio interno" mi domando perche' l'intelligente Volli ogni volta che parla di (ultra)ortodossia incappa in una caduta di stile.
Secondo lui il fatto che le istituzioni ultraortodosse non bandiscono dalle loro fila un gruppetto di facinorosi estremisti che bruciano un cassonetto o una bandiera (attivita' assolutamente da condannare), costituirebbe connivenza, un immorale avvallo della profanazione della memoria dei caduti. E con una non velata insinuazione fa capire che in fin dei conti l'ortodossia (l'eterno fantasma di Volli) sarebbe marcia... 
Purtroppo per Volli la sua logica non fila. Sarebbe un po' come dire che se Napolitano non caccia dall'Italia un ultra' che brucia un cassonetto il 25 aprile, dimostrerebbe che e' marcia non solo l'Italia, ma anche risorgimento e costituzione.
E arriva anche alle farneticazioni di presupposto antisemitismo dei charedim. E' cosa nota che il sentimento anti-israeliano non e' altro che antisemitismo. Ma questa equazione non si puo' certo applicare a ebrei che, a differenza di Volli vivono in Israle, i quali hanno delle legittime (e civili) riserve sul fatto che il nazionalismo israeliano prenda il posto dell'osservanza della Tora'. Senza che cio' li renda traditori o odiatori di Israele.
Si puo' infatti argomentare, in totale opposizione al ragionamento di Volli, che chi tradisce il popolo d'Israele sono proprio quei nazionalisti che aspirano a spogliare il popolo d'Israele dalla sua religione per renderlo una nazione come tutte le altre.
E non mi si tiri fuori ancora la tiritera dei Nature' Karta, del servizio militare e gli altri cavalli di battaglia della propaganda del giornalismo israeliano di sinistra (chiaramente la fonte d'informazione di Volli) che non stanno proprio in piedi. Non si puo' fare di tutta un'erba un fascio.
Sarebbe ora che Volli capisca che se i giornali europei di sinistra sono (come sa bene) anti-israeliani, i giornali israeliani sono (come non sembra accorgersi) anti-charedi.
A parte il far notare le palesi incongruenze, come primo passo per capire un mondo che chiaramente non conosce, invito Volli a venirmi a trovare nel quartiere ultraortodosso di Gerusalemme in cui vivo a vedere coi suoi occhi quanto poco marciume ci sia da queste parti.

Cordiali saluti,
Rudy Wagner

Gentile signor Wagner,
non giochiamo con le parole. Il mondo haredì non è Napolitano e Meà Shearim non è l'Italia: è un quartiere abbastanza piccolo, dove io, ebreo con costumi moderni o se vuole "secolari" (jeans e maglione, per intenderci) non sarei un abitante benvenuto, mentre i Satmarim e i Naturei Karta sì. Il marcio sono i "facinorosi", come li chiama lei, che quando gli gira tirano sassi, rovesciano cassonetti e picchiano i passanti; la comunità haredì ha il torto di difenderli e proteggerli. Le chiedo: c'è mai stato un herem contro di loro?
Sarei curioso di farle una domanda, se me lo consente: in tutti i paesi del mondo nella preghiera del Sabato è compresa una formula per invocare la protezione divina sul paese e i suoi governanti; lo si è fatto anche nella Russia dei pogrom e perfino in Germania negli anni Trenta. La maggior parte degli haredim non lo fa per Israele. La sua sinagoga come si comporta?  inoltre nalla maggior parte delle comunità ebraiche c'è una preghiera apposta per Israele. La sua sinagoga la recita? Avete detto l'Allel per Iom Haatzmaut? La maggior parte della comunità haredì risponderebbe di no a tutte e tre le domande. Perché ci sono i "facinorosi", ma anche molti di quelli che non lo sono non accettano la legittimità dello Stato di Israele. E dunque i facinorosi fanno quello che molti altri pensano. Israele è un paese libero e finché non si infrange la legge si può pensare quel che si vuole. Ma bisogna assumersi la responsabilità di quel che si pensa. Se si è difensori di Israele e ortodossi, cosa certamente possibile, bisogna assumersi la responsabilità di respingere con energia i "facinorosi" e i loro maestri di pensiero, non considerarli "chassidim che sbagliano", ma quel che sono, servitori di Amalek, nemici del popolo ebraico.
Leshalom

Ugo Volli


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