Cari amici, a fare il lavoro di scrittore di cartoline, come lo intendo io, si deve inghiottire tantissima spazzatura, tutta la propaganda antisraeliana/antisemita, tutti gli episodi disgustosi e selvaggi dell'islamismo, tutto l'odio e le prepotenze che bisogna testimoniare. C'è una certa nocività, credetemi; certe volte faccio fatica ad andare avanti. Ma niente mi fa più male delle brutte storie che vengono da dentro il mondo ebraico. E purtroppo ce n'è, come questa, che vorrei tanto risparmiarmi e risparmiarvi, ma mi tocca raccontare.
E' una storia semplice. Ieri in Israele e nel mondo ebraico era Yom HaZicharon, la giornata del ricordo dei caduti e dei feriti per la costruzione dello stato di Israele, i morti in guerra come le vittime del terrorismo in Israele e altrove. E' una giornata seguitissima, molto emozionante e solenne, perché non c'è famiglia che non abbia avuto un parente o un conoscente che abbia dovuto versare il proprio sangue nella guerra infinita che gli arabi conducono contro l'insediamento ebraico in Eretz Israel da cent'anni a questa parte. A Yom HaZicharon segue immediatamente oggi Yom HaAtzmaut, la festa dell'indipendenza, che ricorda la fondazione dello stato di Israele, sessantadue anni fa.
Ieri è successo questo: subito prima del suono della sirena che segna il minuto di silenzio per le vittime, un gruppo di teppisti si è messo a buttar pietre, a bruciare cassonetti, a bloccare il traffico nel centro di Gerusalemme. Quando è arrivata la polizia sono scappati, ma poco dopo uno di loro è stato bloccato mentre bruciava una bandiera israeliana. Arabi? No, purtroppo, questo avrei potuto capirlo. Erano Haredim, ebrei ultraortodossi, come li chiama la stampa (http://www.jpost.com/Israel/Article.aspx?id=173500). La scena si è svolta fra Kikar Shabbat a Meà Shearim e Rehov Shivtey Israel. Chi conosce un po' Gerusalemme sa che è il centro del mondo haredì.
Non è la prima volta che accade qualcosa del genere. Ci sono stati nei mesi scorsi tanti episodi di haredim che non solo hanno cercato di imporre con la forza la chiusura di fabbriche e parcheggi aperti di sabato, anche se gestiti da non ebrei, ma hanno anche usato la violenza contro chi non accetta la loro idea di moralità, per esempio contro gli autobus non segregati per sesso, storie di maltrattamenti di bambini e di ribellione all'autorità legittima dello stato. Ci sono stati anche quelli che sono andati a trovare compunti Ahmadinedjad e a fare shabbat a Gaza, per segnalare il loro odio per Israele. Qualcuna di questa cose ve le ho dovute raccontare. Ma sconsacrare il lutto per le vittime delle guerre di indipendenza e del terrorismo non l'avevo mai sentito. E quando qualcuno brucia la bandiera di Israele, qui in Eurabia, quando qualche teppista in kefia protesta per l'indipendenza di Israele, di solito gli diamo del filoterrorista e dell'antisemita. Perché non darlo anche a loro? Teppisti, filoterroristi, ebrei antisemiti!
Quando io racconto le imprese di questi teppisti (il meno spesso che posso, mi fanno male...), c'è sempre qualche gentile lettore, magari appartenente a quel mondo, che mi dice ci sono haredim e haredim, bisogna distinguere, non sono tutti uguali. Va bene, dico io, ma i gruppi violentemente antisraeliani sono ben identificati, fanno propaganda, sono noti e nei quartieri ortodossi vi è un alto grado di controllo sociale. Perché espellete in malo modo le persone (in particolare le donne) che per caso si inoltrino nei vostri quartieri vestite come non vi piace, le coppie che si tengono per mano, la pubblicità elettorale che vi pare "immorale" e difendete i Naturei Karta, i Satmar, l'Edà Haredì? Lasciarli fare, stimarli come bravi hassidim? Considerare gli attacchi contro di loro come repressione di tutto il mondo haredì? E perché noi dovremmo subire da questa gente degli atti di odio e dei segni di tradimento che perfino i peggiori campioni della sinistra, i Pappé, le Hass, i Sand e i loro amici qui nella diaspora non arrivano a compiere? Perché Israele dovrebbe continuare a mantenerli, visto che pochissimi di loro lavorano e fanno il servizio militare? Se quella è l'anima del mondo ebraico, come pretende di essere, perché non si libera del marcio che si è insinuato al suo interno?