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La Repubblica Rassegna Stampa
15.04.2010 Dedicare strade e piazze a terroristi assassini
La via palestinese per il dialogo?

Testata: La Repubblica
Data: 15 aprile 2010
Pagina: 41
Autore: Ethan Bronner
Titolo: «'Vie dedicate ad assassini' e Israele sfida i palestinesi»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 15/04/2010, a pag. 41, l'articolo di Ethan Bronner dal titolo " 'Vie dedicate ad assassini' e Israele sfida i palestinesi ".

L'articolo è sostanzialmente corretto. Facciamo notare a Bronner che Netanyahu è il primo ministro di Gerusalemme, non di Tel Aviv. La capitale di Israele e la sede del suo governo, infatti, è Gerusalemme.
Ecco l'articolo:


Dalal Mughrabi, terrorista palestinese responsabile della morte di 37 israeliani

Un progetto per assegnare un nome e un numero civico a tutte le strade della capitale temporanea dello Stato palestinese ha sollevato un contenzioso internazionale dimostrando una volta di più che israeliani e palestinesi vivono dentro bolle narrative che non comunicano fra di loro: anzi, sembrano quasi incapaci di sentire uno la voce dell´altro.
La disputa è cominciata la settimana scorsa, quando è arrivata a Ramallah una troupe della televisione israeliana. Passando di fronte all´ufficio del primo ministro Salam Fayyad e al cantiere del nuovo complesso presidenziale, i giornalisti hanno notato una strada intitolata a Yahya Ayyash. Ayyash negli anni ´90 era considerato il più abile artificiere di Hamas, noto come l´«Ingegnere»: con le sue azioni causò la morte di decine di israeliani, sugli autobus e per le vie affollate delle città dello Stato ebraico. Fu assassinato dalle forze di sicurezza israeliane: gli fecero arrivare un cellulare imbottito di esplosivo e quando rispose al telefono lo fecero saltare in aria.
I cartelli stradali non si limitano a onorare Ayyash, ma forniscono anche una concisa biografia: «Yahya Ayyash, 1966-1996. Nato a Rafat (Nablus), studiò ingegneria elettrica all´Università di Bir Zeit e militò nelle Brigate al-Qassam; Israele lo accusò di essere l´organizzatore di una serie di attentati; fu assassinato a Beit Lahya (Striscia di Gaza) il 5 gennaio 1996».
Dopo un´ora dalla diffusione della notizia sulla televisione israeliana, l´ufficio del primo ministro di Tel Aviv, Benjamin Netanyahu, ha diramato un furioso comunicato di condanna, definendo l´omaggio ad Ayyash una «scioccante istigazione». Venerdì scorso è arrivata una dichiarazione analoga dal dipartimento di Stato americano: la «glorificazione di terroristi» danneggia gli sforzi di pacificazione.
L´Autorità Palestinese ha replicato che l´attenzione dedicata da Netanyahu al nome di una strada mira a distogliere l´attenzione dalle sue vere preoccupazioni, e cioè la pressione internazionale contro la costruzione di insediamenti ebraici a Gerusalemme Est. L´Autorità Palestinese si è inoltre scagliata contro i nomi di centinaia di vie e istituzioni israeliane che onorerebbero uomini che hanno «commesso crimini contro i palestinesi». Fra i nomi giudicati inaccettabili dai palestinesi spicca quello di Menachem Begin, ex primo ministro e premio Nobel. Citando dalla dichiarazione del Governo palestinese: «L´ex primo ministro israeliano Menachem Begin, responsabile dell´omicidio di palestinesi innocenti nel 1948 e tristemente noto per il ruolo nel massacro di Deir Yassin, ha musei, strade e molti luoghi pubblici dedicati a lui».
Quest´ultimo scambio polemico fa seguito allo sdegno espresso il mese scorso da americani e israeliani quando, durante la visita del vicepresidente Usa Joe Biden in Israele e Palestina, nella vicina cittadina di el-Bireh era in programma una cerimonia per intitolare una piazza a Dalal Mughrabi, che nel 1978 partecipò al dirottamento di un autobus in cui morirono 37 israeliani. Dietro richiesta americana, la cerimonia è stata annullata, anche se una cerimonia ufficiosa si è tenuta comunque. Sulla piazza al momento non c´è nessuna targa.
Ghassan Khatib, portavoce dell´Autorità Palestinese, dice che personalmente considera inappropriato intitolare una strada a una persona come Ayyash, ma sostiene che non è appropriato nemmeno che l´autorità centrale si intrometta su questioni di competenza degli enti locali senza un chiaro insieme di linee guida su cosa sia definibile come istigazione. «La recente uccisione di quattro palestinesi innocenti da parte delle forze israeliane è istigazione», dice. «I posti di blocco, le umiliazioni e le vessazioni dell´occupazione istigano la nostra gente molto di più del nome di una strada».
Itamar Marcus, direttore di Palestinian Media Watch, un´organizzazione israeliana che monitora gli orientamenti della società palestinese, dice che l´ammirazione per Ayyash è molto diffusa. Nel 2007, ad esempio, l´Università al-Quds, che molti considerano un ateneo moderato, ha indetto una settimana di iniziative per l´undicesimo anniversario della sua morte. «I palestinesi dicono che serve una definizione più chiara di istigazione», dice Marcus. «Per me è evidente. Qualunque cosa crei odio o desiderio di violenza dev´essere considerato istigazione. Trasformare terroristi in eroi intitolandogli strade ed eventi sportivi è istigazione al massimo grado. Non ha senso tirare dentro altre questioni, come i metodi che usa Israele per combattere il terrorismo e dire che sono istigazione».
Ahmad Abu Laban, il direttore cittadino di Ramallah, ha dichiarato che il Comune ha cominciato lo scorso luglio a installare targhe stradali e numeri civici in 500 strade. Ha detto anche che i nomi delle strade sono stati scelti da una commissione e che non si pente di nulla. «Non accetto che qualcuno mi ordini di rimuovere dei nomi - dice - siamo orgogliosi dei nostri martiri».

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