Nella vostra orda il soldo viene prima
Giuliano Soria
Cari amici,
voglio farvi conoscere oggi un piccolo caso locale che non avete potuto leggere se non consultate le pagine locali della “Stampa”. E’ un risvolto laterale del caso del professor Giuliano Soria, che forse avete sentito nominare, come una sorta di Moggi della cultura. Un tale che nel sistema culturale piemontese era diventato potentissimo, grazie alla sua naturale abilità di ottenere favori, ma anche ai finanziamenti del suo premio Grinzane, attribuitigli dalla Regione, dove il funzionario che si occupava delle sue faccende era suo fratello Angelo, arrestato per eccesso di amor fraterno. Soria è caduto rovinosamente per via delle accuse di molestie sessuali da parte di un dipendente, che hanno portato alla luce un mare di illegalità, di favori, di collusioni, di evasione fiscale e contributiva, di appropriazione indebita: una mangiatoia immonda nel bel mezzo dell’austera cultura piemontese erede di Einaudi, di Bobbio, di Ginzburg, di Primo Levi. Fra le intercettazioni pubblicate ieri sulla pagina locale della “Stampa” è emerso questo gustoso episodio:
“Proprio durante una trasferta romana del professor Soria, [il 30 gennaio 2009], un fornitore del Premio - di mestiere antiquario - reclama i soldi dovuti: 1500 euro. La telefonata è trascritta integralmente, forse perché ritenuta significativa del carattere del professore. Soria: «C’è un modo anche elegante di tallonare le persone... Non così da ebreo». Il fornitore: «Eh... Ma io sono ebreo!!». Soria: «Ah, è ebreo?». «Eh sì». «Allora abbasso gli ebrei se lei è ebreo, perché ha tutti gli atteggiamenti più orridi e schifosi degli ebrei. Va bene? Io invece non lo sono, per fortuna..» «Ah no... Pensavo... Siccome è amico di alcuni miei amici, per altro ebrei...». «Ma lei però non può snervare le persone! Avete già affamato il mondo, no!!! Quindi non puoi tallonare le persone, capito?». «No, tallonarla.. Io l’ho sentita due settimane fa...». «Sì però io sono arrivato da quattro giorni a Roma, lei mi telefona sette volte cioè...». «Ma no, è lei che dice...». «Siccome nella vostra orda il soldo viene prima, forse anche dei figli... Allora capisco bene. Ho inquadrato il personaggio...». «No ma io... Se vuole gliela regalo». «Le lascio una busta. Adesso vedrò, al massimo entro un mese.. Però ce l’avete nel sangue, capito? È la cosa più orrenda che uno possa avere, questo atteggiamento vizioso sul denaro... Siete tutti uguali sul denaro. Pure S. quando gli devo rimborsare sette euro, mi rompe i c... fino all’ultimo. A. poi è il più schifoso che ci si sia su questa terra.. E in lei ritrovo questa nota qui! Quando si tratta di prendere i soldi, madonna mia!!! Ottenete l’effetto opposto, vi fate odiare». “
Che bel gentiluomo, eh? Proprio simpatico. “Eppure - notava il Corriere della Sera subito dopo l’esplosione del caso - quel «disastro» di padre- padrone in questa settimana nera ha raccolto un migliaio di messaggi di solidarietà. Il mondo letterario lo difende. Primo fra tutti il suo amico Sepúlveda. L'ultima a fargli sapere che lo stima è stata Ingrid Betancourt, qualche giorno fa.” Scrive “La Stampa” dello scorso 11 aprile: “Dopo l’avvio dell’indagine, il 16 febbraio, alle 9,50, Mercedes Bresso, attraverso il telefono di Patrizia A., una giornalista che si occupa di pubbliche relazioni, si mette in contatto con Stefano Bellu, il principale collaboratore di Soria, per parlare al professore. «La Bresso si dice indignata - scrivono gli investigatori -, Soria afferma che ha mai avuto atteggiamenti equivoci con nessuno e che è tutto un complotto».” E ancora, nell’articolo da cui siamo partiti, ci sono le solidarietà dell’assessore regionale Luigi Ricca, di quello comunale alla cultura Fiorenzo Alfieri, ancora del marito di Mercedes Bresso anche a nome di lei, la “zarina” che fino alla settimana scorsa governava il Piemonte. Insomma, lui è simpatico e il sistema politico della città più orgogliosa d’Italia per la sua cultura è solidale.
Sull’antisemitismo di Soria non c’è nulla da dire, le sue parole si commentano da sé. Un commento invece va fatto sull’establishment politico-culturale della sinistra, cui Soria era organico. Qualcuno si è chiesto perché la sinistra abbia perso le ultime elezioni, nonostante una pazzesca offensiva mediatica mirata a dimostrare l’immoralità di Berlusconi e dei suoi. Be’, non sarà stato il caso Soria; ma questa faccenda, insieme con quella di Marrazzo, del vicepresidente della regione Puglia, della Calabria, di cento altri scandaloni e scandaletti sparsi per l’Italia forse c’entra. Perché si dimostra che la sinistra non è meno corrotta della destra, con la differenza che pretende di moraleggiare. E, per quanto ci riguarda, che non è meno sotteraneamente ma spontaneamente antisemita.
Ugo Volli