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La Stampa Rassegna Stampa
12.04.2010 Obama/nucleare. La priorità è impedire all'Iran di ottenere l'atomica
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 12 aprile 2010
Pagina: 16
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Obama diventa poliziotto atomico»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 12/04/2010, a pag. 16, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Obama diventa poliziotto atomico ".


Maurizio Molinari, Barack Obama

Mettere al sicuro gli esplosivi atomici e bloccarne i traffici illeciti: di questo ha parlato il presidente americano Barack Obama nella maratona di incontri bilaterali alla Blair House con la quale ha aperto la strada al summit sulla Sicurezza Nucleare che si inaugura oggi al Convention Center, «il cui focus è la possibilità che organizzazioni come Al Qaeda ottengano un’arma nucleare», come lui stesso ha sottolineato.
L’agenda del pre summit alla Blair House è stata studiata per consentire a Obama di coordinare le mosse con gli Stati in prima fila nella lotta al terrorismo nucleare: i primi ministri di India e Pakistan, minacciati da gruppi di estremisti interni che tentano costantemente di infiltrarsi nei depositi atomici, e i presidenti di Kazakhstan e Sudafrica, due nazioni che gli Stati Uniti ritengono possano essere «un esempio per tutti» in quanto possedevano armi nucleari e hanno scelto di liberarsene. Ai quattro colloqui Obama ne ha aggiunto uno anche con il presidente della Nigeria, anch’essa considerata dall’intelligence una nazione a rischio di traffici nucleari illeciti in Africa Occidentale.
A spiegare in quale direzione stia lavorando Obama è Hillary Clinton, Segretario di Stato, che in un’intervista alla Cbs dice: «Stiamo tentando di raggiungere un accordo e un piano di lavoro in base al quale ogni nazione farà del suo meglio per mettere al sicuro il materiale nucleare che si trova entro i suoi confini». Il riferimento è agli «episodi di trafficili illegali di sostanze nucleari avvenuti negli ultimi anni e documentati dall’Agenzia atomica dell’Onu» cui l’Amministrazione Obama vuole porre fine con la sigla degli accordi che martedì sera concluderanno il summit cui partecipano leader e ministri di 47 nazioni. «Se una detonazione nucleare dovesse mai avvenire a New York, Londra o Johannesburg, le conseguenze sarebbero devastanti - ha detto Obama dopo l’incontro con il collega sudafricano Zuma -. Dobbiamo obbedire tutti alle regole della non proliferazione».
Al fine di rendere più efficaci le intese, Casa Bianca e Dipartimento di Stato hanno lavorato a testi che identificano due tipi di sostanze proibite: l’uranio arricchito ad alto potenziale e il plutonio separato. Si tratta di «esplosivi nucleari» in cima alle mire di gruppi terroristi come Al Qaeda.
I colloqui alla Bair House sono durati fino a tarda sera e questa mattina riprendono con il presidente cinese Hu Jintao, che Obama vedrà prima del formale inizio dei lavori. In cima all’agenda con Hu Jintao vi sono le crisi nucleari aperte in Corea del Nord e Iran, i due Paesi che «stanno violando il Trattato di non proliferazione». come riassume il ministro della Difesa, Robert Gates, pur precisando che «Teheran non ha ancora l’atomica». Obama ritiene indispensabile la collaborazione della Cina per bloccare i «traffici illegali di esplosivi nucleari» verso Pyongyang e Teheran e raggiungere un’intesa potrebbe aprire le porte all’adesione di Pechino alle nuove sanzioni Onu contro il programma nucleare iraniano.

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