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I falsi di Roberto Bongiorni 10/04/2010

copia di e-mail inviata al direttore del Sole24Ore:

Egregio Direttore,
il suo collaboratore Roberto Bongiorni ha scritto ieri, in un articolo nel
quale racconta la vicenda della ex soldatessa israeliana incriminata per
aver sottratto e passato ad un giornalista documenti top secret, le seguenti
parole: "la soldatessa Anat Kamm, oggi 23 anni, si è trovata davanti a una
scelta molto difficile: ignorare quei documenti segreti su cui aveva messo
le mani, oppure fare in modo che qualcuno pubblicasse il contenuto,
rischiando però un'accusa di spionaggio. Anat ha preferito rispondere alle
autorità militari piuttosto che alla sua coscienza".
Lei, direttore di un giornale specializzato nel raccontare le vicende del
mondo economico, non può non sapere che normalmente queste vicende accadono
non già per necessità di "rispondere alla propria coscienza", come ha
scritto Bongiorni, bensì per la possibilità di forti, facili guadagni.
Non credo che Bongiorni si sia preoccupato di fare un'indagine in merito, e
che da questa abbia potuto trarre la ragionevole certezza che di questione
di coscienza si sia trattato. Perché ha allora scritto quelle parole?
Non si dimentichi poi che, stante lo stato di belligeranza di Israele con i
suoi vicini, non può non apparire evidente come un simile reato, quello cioè
di sottrazione, per la pubblicazione, di documenti segretati, sia sempre, in
qualsiasi stato del mondo, punito severamente. Nel caso in questione, poi,
come la mette Bongiorni il commettere un simile reato con la coscienza della
responsabile?
En passant desidero ancora osservare che Bongiorni ha  apparentemente, di
suo, pure falsificato la vicenda, preferendo parlare di un episodio che
sarebbe avvenuto a Gaza, mentre, nella realtà, sembra che sia successo in
Giudea e Samaria. Parlare di Gaza mette, forse, in maggior risalto la
"cattiveria" degli ufficiali israeliani?
Distinti saluti

Emanuel Segre Amar


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