Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
" Fatalità ? No, barbarie "
Cari amici,
un lettore ci ha giustamente rimproverato di non aver dato sufficiente rilievo alla storia di Ilham Mahdi Shui al-Asi. E’ vero, ma IC rispecchia la stampa italiana ed è essa, anzi tutta la stampa occidentale, a non averne parlato abbastanza. E’ un fatto significativo, che va messo in rilievo; ma la forma del nostro sito aiuta a parlare di quel che c’è, delle tendenziosità e inesattezze sul Medio Oriente manifestate dalla stampa negli articoli che pubblica piuttosto che di quelle implicite nei suoi silenzi. Le cartoline però sono più libere da questo vincolo e oggi cercherò di rimediare.
Ilham Mahdi Shui al-Asi è una bambina yemenita di tredici anni; anzi lo era, perché è morta qualche giorno fa «per lesioni gravissime all'apparato genitale, che hanno portato ad emorragie fatali» come recita il comunicato medico (http://www.corriere.it/esteri/10_aprile_08/bimba_sposa_morta_matrimonio_f1f7ab7c-4315-11df-ad88-00144f02aabe.shtml). In sostanza è stata violentata a morte. Da banditi di passaggio, che non mancano da quelle parti? Rapitori, terroristi, drogati, comunque criminali? No, dal suo legittimo sposo, tre giorni dopo le nozze. “Per i medici, Ilham Mahdi Shui al-Asi, è questo il nome della piccola, non era ancora pronta per il matrimonio e la violenza sessuale subita dal marito l'ha portata alla morte.”
Fatalità? No, barbarie. L’ennesima vittima della schiavitù delle donne imposta dall’Islam. Quando qualche mese fa circolò largamente la foto delle spose bambine di Gaza, l’abbiamo pubblicata raccontando anche su IC che è permesso agli islamici sposare delle bambine di 8 anni come fece il profeta, e meritorio però attendere gli 11 per consumare. Qualcuno replicò che no, l’età a cui si sposano le bambine è “ben” tredici anni. Infatti.
Ugo Volli