Libero- Angelo Pezzana: " Se Ahmadinejad va avanti così, l'America interverrà "
In alto, da sinistra a destra, il bombardamento di Pearl Harbour, FD Roosvelt, Hitler,Ahmadinejad, Barack Omama
Mahmoud Ahmadinejad non ha atteso a lungo, dopo che Barack Obama aveva appena firmato a Praga con Dmitry Medvedev lo Start II sul taglio delle armi nucleari in possesso di Usa e Russia, per farci sapere quanto poco avesse apprezzato le dichiarazioni del presidente americano. In più Obama aprirà il prossimo lunedì a Washington il summit sulla sicurezza nucleare, nel quale presenterà ai leader di 47 nazioni una risoluzione contro la proliferazione degli armamenti atomici, ma il taglio di Usa e Russia è stato più che altro un gesto per dimostrare buona volontà. Taglio non vuol dire eliminazione, anzi, di testate nucleari continueranno ad averne almeno 1500 a testa, nel caso dovessero servire per legittima difesa, fornendo anche a chiare lettere il nome dei due stati che stanno mettendo a rischio la pace mondiale, Corea del Nord e Iran. E’ stato il tiranno di Teheran a reagire con lo stile abituale, che non lascia possibilità ad alcuna interpretazione. “ Mr Obama, sei nient’altro che una matricola della politica, devi aspettare che il tuo sudore si asciughi e farti un po’ di esperienza “, ha detto in un discorso in Tv, aggiungendo “ sei come quei cowboy dei film western capaci solo di estrarre la pistola dalla fondina”, dimenticando tutte le cortesie ricevute in questo anno da Obama, lettere private, mano tesa, una serie di ultimatum che tali non sono mai stati, silenzi pesanti mentre le strade di Teheran si riempivano di sangue, sono mancati solo i fiori. Tutto dimenticato, finendo col dargli della “marionetta manovrata da capitalisti e sionisti, capace solo di leggere i foglietti con le istruzioni che gli vengono messi sotto agli occhi”. “ America, ti spezzeremo i denti “, ha proseguito, anzi, li spezzeremo proprio a te, che ti credi così forte da poterci minacciare. Ad essere sinceri, le bordate di Ahmadinejad ci hanno fatto piacere, finalmente, ci siamo detti, convinti come siamo, che da quando Obama si è insediato alla Casa Bianca, soltanto un qualche evento, o nemico più che dichiarato, avrebbe potuto tirarlo fuori da quella melassa buonista che finora ha caratterizzato la sua politica estera perdente. In questi casi è la brutale sincerità del nemico a far prendere consapevolezza della realtà a chi è come soffocato dalle buone intenzioni. La storia americana si ripete, se il Giappone non avesse preso la decisione di distruggere la flotta americana a Pearl Harbour, è molto probabile che gli Usa non sarebbero mai entrati in guerra, con il vento che allora spirava verso l’isolazionismo sostenuto da una politica di fatto pacifista. L’America aprì gli occhi, entrò in guerra, e il mondo fu salvato dal mostro nazista. Se quella decisione fosse stata presa prima, senza aspettare il casus belli, l’Europa non sarebbe stata quell’immane cimitero che abbiamo conosciuto. Oggi ci risiamo, c’è un nuovo Hitler, a Teheran invece che a Berlino, con in più la minaccia dell’uso dell’arma nucleare, e le sue intenzioni sono davanti agli occhi di tutti. Colleziona alleati uno dopo l’altro, nel mondo dominato dal fondamentalismo islamico, ma non solo, e come negli anni ’30 gli organismi internazionali sono impotenti quando non complici.Nel mondo era rimasta solo una grande nazione a garantire le nostre società libere e democratiche che gli orrori del ‘900 non si sarebbero riaffacciati, l’America, che ci ha liberati prima dal nazifascismo e poi dal comunismo. Il nuovo inquilino della Casa Bianca, sicuramente animato dalla migliore buona volontà, in un anno e poco più, sta rischiando di disperdere quell’eredità. Per questo le parole rozze, grossolane di Ahmadinejad sono le benvenute, che le prossime siano ancora peggiori, se contribuiranno a restituire all’America quel coraggio che Obama sembra aver dimenticato. |