Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 08/04/2010, a pa. 13, l'articolo di Glauco Maggi dal titolo " La Casa Bianca: omicidio mirato per l’imam americano della jihad ".
Anwar al-Awlaki
Per la prima volta, un cittadino americano è nella lista dei «condannati a morte» in contumacia compilata dai servizi segreti Usa. E’ l’imam radicale musulmano Anwar al-Awlaki, nato in New Mexico, che dopo anni di prediche jihadiste sul suolo patrio si è trasferito in Medio Oriente ed è passato dalle parole ai fatti. Le ultime sue «imprese» sono state l’indottrinamento del maggiore Nidal Malik Hasan, lo psichiatra dell’esercito americano che nel novembre scorso ha fatto strage di 13 commilitoni a Fort Hood, in Texas, e i consigli pratici dati in Yemen al nigeriano Umar Farouk Abdulmutallab, l’affiliato di Al Qaeda con la bomba nelle mutande che voleva farsi saltare sul volo Delta di Natale tra Amsterdam e Detroit.
Per il controterrorismo di Obama, l’imam è un agente dell’organizzazione di Osama bin Laden nella Penisola Araba, fa reclutamento di aspiranti suicidi, complotta fattivamente contro l’America. Per questo è entrato di diritto nella lista nera dei target della Cia e dei servizi militari: grazie a una disposizione del Congresso sotto Bush, votata dopo l’11 settembre 2001, i terroristi riconosciuti come particolarmente pericolosi possono essere giustiziati, per esempio con i droni, appena finiscono nel mirino. La novità, rispetto a Bush che non si era mai spinto a tanto, è che al-Awlaki è un cittadino Usa. C’è voluta così una speciale autorizzazione da parte del Consiglio Nazionale di Sicurezza, che ha appena dato il suo consenso alla condanna a morte per l’imam estremista.
Obama sa essere molto duro quando serve. Tra i suoi primi ok ci fu quello ai cecchini che eliminarono i pirati somali che avevano sequestrato un cargo commerciale. Ora vuole morto, senza processo, il suo concittadino radicale islamista ma, con lo stile da politico corretto che è la sua seconda pelle, si preoccupa di non offenderlo a parole. I funzionari del governo democratico, infaticabili nell’epurazione del messaggio bushiano della «guerra all’estremismo islamico», vogliono cancellare «islamic radicalism» dal documento della National Security Strategy, che delinea l’indirizzo di politica estera dell’America ed è ora in corso di aggiornamento. Il testo attuale, nella versione della vecchia Amministrazione, stabilisce che «la guerra contro il radicalismo militante islamico è il grande conflitto ideologico dei primi anni del XXI secolo». La formula futura eliminerà il concetto di «radicalismo islamico» nel documento, mentre i droni della Cia elimineranno i «radicali islamici» dalla faccia della terra.
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