L'Iran si prende gioco degli Usa Con la conferenza dal titolo ' Energia nucleare a tutti, armi nucleari a nessuno '
Testata: Il Foglio Data: 06 aprile 2010 Pagina: 1 Autore: La redazione del Foglio Titolo: «La beffa iraniana»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 06/04/2010, a pag. 1-4, l'articolo dal titolo " La beffa iraniana".
Ahmadinejad, Obama
Roma. “Energia nucleare a tutti, armi nucleari a nessuno”. E’ questo il titolo della conferenza che la Repubblica islamica d’Iran ha indetto per il 17 e il 18 aprile, invitando a partecipare tutti i paesi che “credono davvero” alla denuclearizzazione. E’ la risposta di Teheran al vertice che il presidente americano, Barack Obama, terrà il 12 e il 13 aprile a Washington, per discutere di sicurezza nucleare – in particolare dei mezzi per evitare che tecnologia utile allo sviluppo di armi atomiche finisca in mani sbagliate – e del futuro di un mondo senza armi nucleari. Il vertice di Obama arriva alla conclusione di una settimana all’insegna della denuclearizzazione, con la firma, l’8 aprile, del patto Start II con i russi sulla riduzione degli arsenali: l’incontro con il presidente russo, Dmitri Medvedev, si terrà a Praga, dove esattamente un anno fa il presidente americano fece un appello per creare un mondo senza armi atomiche (mentre parlava la Corea del nord lanciò un missile che sorvolò il Giappone). Teheran approfitta del sogno obamiano per mettere a punto la sua ultima beffa: un vertice sull’energia nucleare, per ribadire che l’Iran non vuole la bomba atomica, è l’occidente in malafede, anche se persino l’Agenzia atomica dell’Onu, che al bluff iraniano è sempre stata propensa a credere, sostiene che la corsa verso l’arma nucleare è ben lanciata, e a buon punto. Ribaltando la questione, il caponegoziatore per il nucleare Saeed Jalili, di ritorno da Pechino, ha dichiarato: “L’Iran, grande difensore del disarmo nucleare, terrà questa conferenza per fare un appello a tutti i paesi affinché smantellino i loro arsenali nucleari”. Non si sa ancora chi parteciperà al grande evento, le conferme sono arrivate per ora, stando a quanto dice l’agenzia di stampa del regime, da Siria, Cuba, Venezuela, Oman e Turkmenistan. Jalili sostiene che la Cina abbia già dato il suo assenso, ma non c’è la conferma ufficiale da parte delle autorità di Pechino: per ora, quel che è certo è che il presidente cinese, Hu Jintao, sarà da Obama al vertice di Washington (l’accettazione dell’invito è stata piuttosto laboriosa), se poi andrà anche a Teheran ancora non si può dire. L’Iran sostiene che la Cina sia dalla sua parte e che non ci sia alcun accordo con Washington per portare avanti la bozza di sanzioni al Consiglio di sicurezza, ma l’Amministrazione americana conta sul sostegno di Pechino. Se la politica di Pechino è altalenante e indecifrabile, è certo che, stando a un informato reportage pubblicato ieri dal Wall Street Journal, sono per lo più cinesi le società che fanno da prestanome per tutte quelle aziende occidentali che continuano a violare le sanzioni in vigore contro il programma atomico iraniano, rifornendo Teheran di materiali che servono per l’arricchimento dell’uranio. Per questo il regime iraniano cerca di far leva sulla vulnerabilità occidentale che ruota attorno alla Cina: i membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu sono divisi, e così l’efficacia delle sanzioni che saranno infine votate potrebbe essere compromessa. La conferenza organizzata a Teheran serve anche a rafforzare la tesi sostenuta dagli ayatollah sul fatto che non ci sia nulla di militare nei programmi nucleari sviluppati dal regime (è la stessa tattica adottata per anni dalla Corea del nord). Questo mese è prevista la pubblicazione del National Intelligence Estimate, un aggiornamento del report dell’intelligence americana che nel 2007 stabilì – causando enormi polemiche – che l’Iran aveva messo fine ai tentativi di militarizzare i processi nucleari già dal 2003. Attendendo i nuovi risultati, il Winpac, il centro della Cia che si occupa del controllo delle armi e della non proliferazione nucleare, ha inviato un report al Congresso in cui spiega: “L’Iran continua a sviluppare una serie di potenzialità che potrebbero essere usate per produrre armi nucleari, se si decidesse di farlo”. L’Amministrazione Obama soffre di mancanza di credibilità sul fronte iraniano. Il presidente ha detto di voler aumentare le pressioni sul regime, come richiedono a gran voce paesi come la Francia e il Regno Unito, e anche Hillary Clinton, segretario di stato, ha ribadito che un Iran atomico è “inaccettabile” e che “l’obiettivo degli Stati Uniti non è ottenere sanzioni incrementali, ma sanzioni che facciano male”. Ma sono in molti a credere che in realtà la mancanza di una strategia e di una tempistica precisa finisca soltanto per favorire i programmi di Teheran. Il grande fervore intorno alla denuclearizzazione che scandirà la settimana a venire – oggi Obama presenta la Nuclear Posture Review, la strategia dell’Amministrazione sulle armi nucleari – potrebbe portare a un paradosso: tutti si impegnano a ridurre il loro arsenale tranne l’Iran, che sta costruendosene uno nuovo e tecnologicamente avanzato.
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