Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Chamez e pulizie pasquali 05/04/2010

Cari amici

sinceramente mi sforzo di capire le vostre ragioni ma non riesco a comprendere perché possa proprio dar fastidio che i cristiani chiedano nella preghiera che i fratelli ebrei giungano alla pienezza della redenzione. Se volete si può benissimo abbandonare il termine conversione. Del resto la fede cristiana pur essendo fondamentamente diversa da quella ebraica, e mi sembra che papa Benedetto e rav Neusner siano proprio in questa linea, cioè quella di abbandonare ogni irenica scorciatoia sincretistica, tuttavia deriva da essa. Nella prospettiva cristiana un ebreo che diventa cristiano non tradisce la sua fede, non la rinnega, ma l’approfondisce e in questo senso di per se non si converte, cioè non abbandona la fede precedente. Il Dio di Abramo è anche il Dio di Cristo. Capisco che questo possa urtare la vostra sensibilità e che riteniate che un ebreo che diventa cristiano tradisce la sua fede e la Torah, ma credo sinceramente che su questo punto, almeno per ora, la Chiesa non possa cambiare prospettiva. Comunque lasciamo che sia lo Spirito a guidare il dialogo fraterno e la riflessione teologica ed ecumenica. Al di la di questi discorsi teologici che lascio volentieri a chi ne sa molto più di me, amerei che il dialogo ebraico – cristiano fosse molto più concreto, fatto di stima reciproca, nella ricerca di obiettivi meno ambiziosi, magari partendo dalla base comune costituita da quelli che noi chiamiamo Dieci Comandamenti, come il Papa ha suggerito in sinagoga lo scorso gennaio. Penso ad esempio che fare quadrato sulla difesa dei diritti fondamentali dell’uomo, in primis la libertà religiosa, non sia una meta poi così irraggiungibile per cristiani ed ebrei. Ho l’impressione, invece, che perdendoci in estenuanti “guerre” tra noi perdiamo di vista chi gode della nostra divisione e,magari, aprofitta proprio di questa per costruirsi una bella bombetta nucleare da puntare contro Israele e Occidente…
Shalom.
don Edmondo

Gentile don Edmondo,
shalom anche a lei, ma ci permetta di dissentire. "prova a metterti nei panni di..", è un vecchio detto molto saggio, provi  a pensare se gli ebrei, tutti gli anni, sempre nello stesso giorno, pregassero per la conversione dei cristiani, il che significa ritenerli soggetti ad una falsa religione, nel peccato, privi della luce divina, condannati a non incontarsi mai con il vero Dio ecc.ecc. provi a invertire i termini, immagini di scrivere invece che a un ebreo a un cristiano,  consigliandogli le stesse cose.
Come troverebbe lei questa preghiera ? tralasciamo i fatti storici che l'hanno accompagnata, dai roghi alle conversioni forzate, una storia che lei sicuramente conosce. Come trova questo "invito" nella prospettiva di un dialogo fra ebrei e cristiani ?
E' vero che ci sono molti aspetti che invitano a una concordia fra le due religioni, ma se da oltre Tevere il dialogo continua ad essere questo le cose si complicano. Adesso c'è Cantalamessa, ieri c'erano i vescovi negazionisti riammessi in seno alla Chiesa,poi Pio XII da beatificare,  non crede che un comportamento più responsabile del Vaticano sarebbe più oppoprtuno ?
A Pasqua gli ebrei fanno le pulizie per liberarsi dallo chamez (cibo lievitato) per ricordare l'Esodo dall'Egitto, la Chiesa ha ripreso questa tradizione chiamandola semplicemente " pulizie di Pasqua", comunque una bella usanza per tenere in ordine la propria abitazione. Perchè non suggerisce a chi di dovere di fare altrettanto nella Casa del cattolicesimo ?
Con i nostri sinceri auguri,
IC redazione


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui