AVVENIRE del 03/04/2010, a pag.29, la lettera di un lettore sullo status di Gerusalemme. Una lettera lunga, densa di valutazioni, che espone ragioni differenti da quelle sostenute dal quotidiano della CEI. Il direttore, però, pur pubblicandola, non affronta gli argomenti posti dal lettore, preferisce una battuta in poche righe. Nella lettera viene evidenziato l'aspetto politico della questione di Gerusalemme, e si afferma che solo sotto la giurisdizione israeliana è possibile per i cristiani la libertà religiosa. Quando arriverà ad ammetterlo la gerarchia cattolica ? E a scriverlo su AVVENIRE ?
Gerusalemme, Santo Sepolcro
Ecco lettera e risposta del direttore:
Gerusalemme, «città aperta»?
Caro direttore, di tanto in tanto si vede rispolverato il vecchio sogno della Santa Sede di fare di Gerusalemme una « città aperta » , internazionalmente garantita, dove possano convivere pacificamente le tre grandi religioni abramitiche: l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam. Si tratta di un’idea apparentemente affascinante, ma che non fa i conti con la storia. Gerusalemme è una città contesa e si devono tenere presenti i motivi del pluricentenario dissidio che l’hanno vista oggetto di sanguinosi conflitti. L’hanno voluta i cristiani, la vogliono i musulmani e la rivendicano gli ebrei e questi lo fanno non senza delle ragioni migliori di quelle che i « concorrenti » possono addurre. Gerusalemme, quando è stata capitale, lo è stata solo di uno Stato ebraico e per ben mille anni. C’è stata, è vero, la breve parentesi del Regno Latino, ma si trattò di un effimero periodo di riconquista per sottrarre la Terra Santa dal dominio musulmano e per dare sfogo alle tumultuose esigenze socio- economiche in cui si dibatteva l’Europa medioevale. Nemmeno l’islam, che pure considera Gerusalemme la terza città santa, l’ha mai elevata al rango di capitale. Non credo che ci siano valide ragioni per obiettare riguardo alla proclamazione di Gerusalemme capitale dello Stato ebraico. Semmai, il problema riguarda Gerusalemme Est, quella araba che ora i palestinesi reclamano come capitale del loro sognato Stato. Va comunque detto, a onor del vero, che le esigenze di libertà di accesso ai luoghi santi cristiani, rivendicata dalla Santa Sede, non è mai stata così garantita da quando la città è sotto controllo israeliano e cioè dal 1967. Da allora i luoghi santi cristiani, in particolare il Santo Sepolcro, non sono mai stati interdetti alle visite dei pellegrini, cosa che accadeva sovente quando la Città Vecchia era sotto la sovranità giordana. Siamo realisti: il problema non è religioso, ma politico e il rischio che Gerusalemme vecchia ricada sotto il controllo islamico pone obiettivamente serie incognite al libero movimento dei pellegrini, dal momento che non l’ebraismo bensì l’islam è concorrente al cristianesimo, essendo entrambe, diversamente dalla fede ebraica, religioni a vocazione universale
.Maurizio Del Maschio
Ecco la risposta del direttore:
I sogni costruiscono realtà nuove, caro signor Del Maschio. E c’è da sperare e pregare perché sia così, visto che la « realtà vecchia » di Gerusalemme è una triste realtà di conflitto. Insomma: lei non ha torto, ma chi sogna ha più ragione. Cordiali saluti. ( mt)
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