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La Stampa Rassegna Stampa
03.04.2010 Dopo la preghiera del Venerdì Santo una dichiarazione ripugnante
E' così che la S.Sede intende il dialogo ?

Testata: La Stampa
Data: 03 aprile 2010
Pagina: 3
Autore: Giacomo Galeazzi
Titolo: «Un paragone improprio e una caduta di stile»

La dichiarazione di Padre Cantalamessa che gli attacchi alla S.Sede e al Papa sulla questione dei preti pedofili ricorda " gli aspetti più vergognosi dell'antisemitismo " lascia allibiti per il paragone ripugnante. Riprendiamo la cronaca dalla STAMPA di oggi, 03/04/2010, a pag.3, di Giacomo Galeazzi, dal titolo " Un paragone improprio e una caduta di stile ", un'intervista al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.
Ecco l'articolo:


Padre Raniero Cantalamessa- Rav Riccardo Di Segni

«È un parallelo improprio e una caduta di gusto». Il paragone del predicatore pontificio Cantalamessa tra attacco alla Chiesa sugli scandali sessuali e persecuzioni antisemite stupisce e addolora il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che a metà gennaio aveva sfidato le incomprensioni di parte dell’ebraismo mondiale accogliendo Benedetto XVI in sinagoga dopo le roventi polemiche sulla beatificazione di Pio XII, la preghiera del Venerdì Santo per la conversione degli ebrei e la grazia al vescovo negazionista Williamson. «È ripugnante, osceno e soprattutto offensivo nei confronti delle vittime degli abusi così come nei confronti delle vittime dell’Olocausto - insorge il leader degli ebrei tedeschi Stephan Kramer -. Sinora non ho visto San Pietro bruciare né ci sono stati scoppi di violenza contro preti. Il Vaticano sta tentando di trasformare i persecutori in vittime». Il rabbino Usa Gary Greenebaum, capo dell’American Jewish Committee, deplora «un uso sfortunato del linguaggio» perché «la violenza collettiva contro gli ebrei ha avuto come effetto la morte di sei milioni di persone, mentre la violenza collettiva di cui parla padre Cantalamessa non ha condotto a uccisioni o distruzioni».
Rabbino Di Segni, si aspettava questa nuova bufera?
«E’ stato fatto a San Pietro un accostamento fuori luogo. E’ una caduta di stile tanto più evidente se si considera che nessuno nella comunità ebraica era finora intervenuto sugli scandali degli abusi sessuali commessi sui minori da sacerdoti e religiosi. Eppure già prima dell’omelia di padre Cantalamessa si erano sentite voci su attacchi alla Chiesa da parte della lobby ebraica. E si è persino detto in ambienti cattolici che la stampa italiana è controllata dagli ebrei. Neppure vale la pena di replicare a simili assurdità».
Cosa c’entra la nuova preghiera per la conversione degli ebrei che Benedetto XVI ha inserito nel messale?
«Le parole improprie di padre Cantalamessa non sono state pronunciate in un giorno qualunque, ma il Venerdì Santo. Cioè nel giorno più funesto della storia del rapporto tra cristiani ed ebrei. La preghiera per la nostra conversione resta un caso irrisolto, un problema che è solo stato sospeso attraverso un armistizio politico. Rattrista sentire pregare in latino per portare la luce nei nostri cuori, riecheggiando la lingua ormai morta di quell’Impero che distrusse due volte Gerusalemme. E pure con un errore».
Quale?
«Padre Cantalamessa dice che quest’anno per una “rara coincidenza” la Pasqua cristiana cade nella stessa settimana della Pasqua ebraica. In realtà, anche temporalmente, la Pasqua cristiana deriva da quella ebraica, quindi è del tutto consueto che il periodo coincida. Comunque Cantalamessa è un oratore stimabile e uno scrittore prolifico. Non c’è motivo di fargli un processo per le cose che ha detto e, per quanto mi riguarda, si tratta di normali turbolenze nelle relazioni tra Chiesa cattolica ed ebraismo. Gli abusi del clero sui minori rappresentano un problema della Chiesa cattolica e non siamo certo noi a intervenire né ad azzardare paragoni improponibili».

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lettere@lastampa.it

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