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Ugo Volli
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Dubbio amletico: che il nobile Corano sia filosionista? 30/03/2010

"Dubbio amletico: che il nobile Corano sia filosionista? "



Cari amici, vi ricordate le ripetute affermazioni di Arafat e dei palestinesi secondo cui Gerusalemme non è mai stata ebraica e che non c’è mai stato un Tempio sul Monte del Tempio, ma sempre solo una moschea, perché Gerusalemme è sempre stata islamica, anche ben prima della nascita di Maometto (e naturalmente anche Gesù non era ebreo ma palestinese, eccetera eccetera)? Dato che lo dicono i palestinesi, naturalmente è la pura verità. Se volete conoscere nei dettagli le loro affermazioni, guardate qui: http://www.adl.org/Anti_semitism/arab/temple_denial.asp . La stessa cosa del resto ha detto un’altra fonte del tutto degna di fede, l’onesto e simpatico premier turco Erdogan, quello per cui “non ci sono prove” del genocidio turco degli armeni. Ecco qui la sua dichiarazione per chi desidera la prova inoppugnabile che gli ebrei non sono non hanno nessun rapporto con Gerusalemme ma neppure con la grotta dove sono sepolti i patriarchi e le matriarche a Ebron e Betlehem: http://www.israelnationalnews.com/News/Flash.aspx/181927 .

Tutto chiaro, no? Gli ebrei non c’entrano niente con la Palestina, se c’è stato un loro tempio è sorto altrove, magari dalle parti di Sesto San Giovanni, Pietroburgo o Boston. Gli israeliani cercano di provocare il crollo della moschea di Al Aqsa per costruirci il loro terzo tempio (già, ma perché terzo? Se i primi due non ci sono mai stati, questo sarebbe il primo, e abusivo, bisogna dire); la visita di Sharon alla spianata delle moschee ha suscitato quell’amabile movimento popolare che si usa chiamare “seconda intifada”,  giustamente definita piuttosto “intifada di Al Aqsa”. Il restauro di una sinagoga nel cosiddetto quartiere ebraico di Gerusalemme Est è un crimine di guerra, ammesso che ci sia mai stato un quartiere ebraico e una sinagoga da restaurare. Del resto anche il popolo ebraico non è mai esistito, come dice anche uno di loro, un po’ più illuminato degli altri, lo storico Schlomo Sand. Il crollo dele torri gemelli è opera del Mossad e la luna è certamente fatta di formaggio un po’ ammuffito. Finalmente però Obama metterà tutte le cose a posto e Gerusalemme resterà araba per sempre, così potrà fare la pace anche con gli afgani e certamente la squadra di football americano per cui fa il tifo vincerà il Superbowl.

C’è però un però. Voglio esporvelo per onestà intellettuale, poi decidete voi. La moschea di Al Aqsa, la più importante sul Monte del tempio, si chiama così perché è identificata con quella “moschea più lontana” di cui si parla nella Sura 17 del nobile Corano, quella del viaggio notturno (Al-Isra) che viene spesso chiamata anche “Sura Bani Isra'il”, sura degli ebrei, perché vi si descrive in termini poetici la doppia distruzione del Tempio ad opera degli invasori. Gerusalemme non è mai nominata nel nobile Corano (testimonianza del fatto che non era molto importante per Muhammad), mentre è citata un migliaio di volte nella bibbia ebraica; ma spesso si allude al dominio di Israele sulla terra fra il fiume e il mare. Per esempio, il versetto 137 della Sura Al Ahraf (la Barrriera) dice, nella traduzione del tutto poco filogiudaica del’Ucoii (http://www.corano.it/corano.html): “E abbiamo fatto, del popolo che era oppresso, l'erede degli Orienti e degli Occidenti della terra che abbiamo benedetta. Così, la bella promessa del tuo Signore si realizzò sui Figli di Israele, compenso della loro pazienza.” Qualcosa del genere si legge anche nella Sura Al Maida (La tavola), che riassume a modo suo l’Esodo nei versetti 20-26). Per esempio: “20. E quando Mosè disse al suo popolo: “O popol mio! Ricordate la grazia di Allah su di voi, quando ha scelto tra voi i Profeti! E fece di voi dei re e vi diede quello che non aveva mai dato a nessun popolo al mondo. 21. O popol mio, entrate nella terra santa che Allah vi ha destinata e non volgete le spalle: vi ritrovereste perdenti”.

I commenti più antichi identificano poi con evidenza il Monte di Gerusalemme come sede del Tempio.. Per esempio, uno dei più antichi, e dunque dei più autorevoli commentatori, l’Imam Muhammad ibn Jarir at-Tabari, che visse dall’ 838 al 923, scrive parlando del sogno di Giacobbe (quello della scala) nel suo Tarikh al-Rusul wa al-Muluk: “quando si svegliò […] fece voto che se fosse tornato sano e salvo alla sua famiglia, avrebbe costruito un Tempio per l’Onnipotente […] unse d’olio la pietra [su cui aveva dormito] e chiamò quel posto Bet El, che significa “casa di Dio”. Poi divenne il luogo di Gerusalemme. Qui su una grande roccia Salomone figlio di Davide costruì un magnifico tempio per la preghiera. Oggi sulla base di quel tempio è costruita la Cupola della Rocca [un altro nome della moschea di Al Aqsa]”.

Potrei andare avanti a lungo con le citazioni di antichi commenti coranici, ma vi rimando alla mia fonte, perché io non sono certoun esperto in materia: http://www.tabletmag.com/news-and-politics/28575/allah-is-a-zionist/ . Allora, come la mettiamo? Ecco, questo è il mio dilemma: se fossi un bravo eurarabo dovrei credere di più a eroi del pensiero e dell’azione come Erdogan, Arafat e i suoi successori, o al nobile Corano e ai suoi antichi commentatori? O forse, come suggerisce il titolo del post che vi ho appena citato, il nobile Corano è un testo sionista? Fate voi…

Ugo Volli

PS: A proposito di Gerusalemme e della sua storia, questa volta recente, vorrei richiamare la vostra attenzione su un testo molto importante pubblicato ieri da IC, che magari vi è sfuggito. E una nota di Enzo Nahum che trovate qui: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=34023 . Oggi lo scontro è direttamente su Gerusalemme e sul suo status giuridico internazionale: qui trovate gli elementi di base per capire e soprattutto spiegare la questione. Vi suggerisco di studiarlo attentamente e di diffonderlo, perché Israele sta perdendo la “battaglia delle narrative” su Gerusalemme.


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