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La Stampa Rassegna Stampa
29.03.2010 Nuovi siti nucleari in Iran. E le sanzioni promesse? Che cosa aspettano gli Usa?
Cronaca di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 29 marzo 2010
Pagina: 15
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «L’Iran sta costruendo due nuovi siti segreti»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 29/03/2010, a pag. 15, l'articolo di Francesco Semprini dal titolo " L’Iran sta costruendo due nuovi siti segreti ".

Nel giorno in cui il New York Times rivela l’esistenza di presunti piani occulti di Teheran per costruire nuovi siti nucleari, la Casa Bianca afferma che il mondo è sempre più unito nel voler bloccare i programmi atomici dell’Iran e che la Russia finirà per appoggiare nuove sanzioni Onu. «Sei mesi dopo la rivelazione di un nuovo sito segreto per l’arricchimento dell’uranio in Iran - dice il NYT - gli ispettori internazionali e l’intelligence occidentale sospettano che Teheran si stia preparando a costruire altre centrali, violando le disposizioni delle Nazioni Unite».
Si tratta di siti, secondo il quotidiano americano, di cui gli ispettori Onu stanno cercando prove in questi giorni sulla scia di alcune dichiarazioni fatte da un alto funzionario iraniano e passate in sordina. Nel corso di un’intervista con l’Iranian Student News Agency, Ali Akbar Salehi, capo dell’organizzazione per l’Energia atomica iraniana, ha spiegato che il presidente Mahmoud Ahmadinejad avrebbe ordinato di preparare i lavori per costruire due nuovi impianti da realizzare «all’interno di montagne» per proteggerli da possibili attacchi. «Se Dio vorrà - ha detto Salehi - potremo avviare la costruzione di due nuovi siti per l’arricchimento» nel prossimo anno, ovvero dopo il 21 marzo.
Si tratta di una rivelazione che potrebbe creare maggiori pressioni per l’adozione di sanzioni nei confronti dell’Iran, sulle quali l’America sta cercando un’intesa con gli altri membri del Consiglio di Sicurezza, in particolare Cina e Russia, i due Paesi tradizionalmente meno inclini a procedere con misure più severe. L’articolo, che si basa su interviste fatte a fonti governative e internazionali coperte da anonimato, spiega che, sebbene si stia indagando su alcuni siti sospetti, «non sono state raccolte sinora prove» secondo cui questi possano essere utilizzati per realizzare materiale nucleare. «In ogni caso - aggiunge il NYT - l’inizio della costruzione di nuovi siti non rappresenta un rischio nel breve periodo e nemmeno cambia le stime degli americani, secondo i quali all’Iran servono da uno a quattro anni per realizzare la bomba atomica».
Data la complessità che richiede l’avvio di un nuovo impianto, «serviranno diversi anni alla Repubblica islamica per arricchire uranio in uno di questi», dice il Times. Tuttavia non si tratta della prima affermazione di questo tipo: i dirigenti dell’agenzia atomica iraniana non hanno mai nascosto l’intenzione di moltiplicare i siti, anche strutture di piccole entità, sostenendo che saranno di carattere civile e non militare, come pensano invece i Paesi occidentali. Il sospetto getta comunque nuove ombre sulla vicenda, specie dopo l’annuncio, giunto lo scorso settembre, di un sito segreto a Qom. A smorzare i toni è Scott Lucas, professore di American Studies alla University of Birmingham, esperto di questioni mediorientali. «Salehi ha detto che Teheran potrebbe costruire nuovi impianti, e questo vuol dire che non siamo dinanzi a piani segreti», scrive nel sito Enduring America, spiegando che l’articolo non solo si basa su presunti sospetti di funzionari coperti da anonimato ma che esso stesso dice «che non esistono prove concrete al riguardo».
E’ invece certo che i Paesi del Cds, guidati dagli americani, sembrano più vicini oggi di quanto non fossero in passato a un’intesa su nuove e più severe sanzioni nei confronti dell’Iran. Secondo David Axelrod, il primo consigliere del presidente Barack Obama, la situazione si è ribaltata: «La comunità internazionale è sempre più unita» sulla necessità di bloccare il programma nucleare di Teheran, mentre l’Iran è sempre più diviso su come procedere. Il rappresentante della Casa Bianca si considera in particolare soddisfatto per la cooperazione ricevuta dalla Russia e si è detto convinto che Mosca finirà con il sostenere nuove sanzioni.

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