" Il declino dell'Occidente ", di Zvi Mazel
(Traduzione di Emanuel Segre Amar)
Eurabia in arrivo
L'azione dell'Inghilterra contro Israele si inquadra nel movimento europeo
di acquiescenza all'islam.
Premesse
Osama Bin Laden se la deve ridere di gusto mentre sta macchinando le
prossime azioni contro l'Europa nella sua caverna polverosa nascosta in
qualche valle tra Pakistan ed Afghanistan. Ancora una volta la Gran
Bretagna ha dimostrato quale fedele alleato è capace di essere. Uno può
davvero aver fiducia nell'Occidente: la democrazia va benissimo per i
terroristi. Essa considera il terrore come un attacco regolare nei
confronti della società, e di conseguenza tratta con esso. Non conta niente
il fatto che Bin Laden, Khaled Mashaal, Hassan Nasrallah, Mahmoud
Ahmadinejad ed i loro simili abbiano dichiarato di fatto guerra alla
società occidentale ed ai suoi valori, e si siano alleati per ottenere
insieme il miglior risultato: il primo obiettivo nella loro lista è
Israele.
Questa non è una guerra convenzionale ma piuttosto un qualcosa di molto
più insidioso e pericoloso. I terroristi si nascondono in mezzo ai civili
per colpire civili. Questa è una flagrante violazione delle leggi
internazionali, e tutte le convenzioni che riguardano le regole di ingaggio
dovrebbero obbligare le nazioni occidentali ad unirsi per combattere questo
moderno flagello. Si devono ricercare e neutralizzare questi terroristi.
Come gli USA, anche l'Inghilterra manda i suoi uomini migliori dei servizi
segreti a scovare e uccidere terroristi ovunque si nascondano, dall'Irlanda
a Gibilterra all'Afghanistan. Ovviamente usano vari passaporti del
Commonwealth. Ma basta che un capo terrorista, un uomo che ha
ucciso, un uomo che è stato uno degli artefici delle strategie per
riempire Gaza di armi, proprio le armi utilizzate contro i cittadini
israeliani muoia in circostanze sospette, e tutti gli indici si levano ad
additare come sicuro colpevole Israele.
La Gran Bretagna, una nazione che ha ha offerto il suo benvenuto a così
tanti pluriassassini islamici (Abu Hamza al-Masri, Abu Qatada che veniva
considerato il rappresentante di Bin Laden in Europa, per non citarne che
due soltanto), che ha concesso loro asilo politico con la motivazione che
in patria verrebbero messi a morte per i crimini che vi hanno commesso; la
Gran Bretagna, contro i cui cittadini proprio i seguaci di questi assassini
hanno lanciato tremendi attacchi mortali nel 2005, ha ora deciso che è
giunto il momento di una pausa.
Con l'espulsione di un diplomatico israeliano vorrebbe far vedere al mondo
che un uso scorretto dei suoi passaporti non resta impunito.
Questa mossa è stata naturalmente accolta con grande entusiasmo a
Gaza, luogo nel quale alcuni cittadini britannici sono stati tenuti
prigionieri, senza motivo, in un recente passato. Questa azione contro
Israele viene vista come un indebolimento dello stato nella sua lotta
contro il terrore, e si inquadra perfettamente nello sforzo attuale
dell'Europa di compiacere l'Islam a qualsiasi costo. E non vi è luogo nel
quale questo tentativo sia più evidente che in Inghilterra.
L'arcivescovo di Canterbury, la massima autorità religiosa della nazione,
si esprime in favore dell'introduzione della shari'a - la legge islamica -
nel codice britannico. Corti islamiche, del tutto illegali, emettono
sentenze che sono in totale violazione delle leggi locali.
Organizzazioni islamiche estremiste, in collaborazione con gruppi di estrema
sinistra, fanno dimostrazioni contro Israele reclamando il boicottaggio dei
suoi prodotti e della sua cultura. Il governo inglese rimane silente in nome
della libertà di opinione e di parola, mentre la libertà di parola dei
rappresentanti di Israele è severamente ridotta, ed essi sono messi
nell'impossibilità di difendere le posizioni di Israele nelle università e
nelle sedi pubbliche.
Quello che appare più grave è il fatto che stiamo parlando di due nazioni
considerate amiche; non sono forse entrambe delle democrazie basate su un
sistema parlamentare? Non sono entrambe impegnate per i diritti umani e per
La libertà di parola? E non lottano entrambe contro il terrorismo?
Ed allora, come può l'Inghilterra dimenticare, per propria convenienza, le
minacce portate contro Israele, giorno dopo giorno, da queste
organizzazioni terroristiche, ed i loro attentati che non smettono mai di
uccidere civili israeliani, mentre intanto immagazzinano armi per la
prossima guerra?
In Iraq, in Afghanistan e ovunque nel mondo sono stati uccisi dalle truppe
alleate molti più civili che a Gaza, ma nessuno pensa ad un altro Rapporto
Goldstone.
Mentre gli ufficiali e i diplomatici israeliani sono minacciati di arresto
se mettono piede sul suolo britannico, nessun soldato alleato o ufficiale
corre un simile rischio. C'è qualcuno in grado di spiegare perché?
Alcuni commentatori israeliani si sono affrettati a scrivere che in fondo
tutto l'affaire non era poi così male, molto rumore per nulla, e che le
azioni di Israele avevano lasciato ben poche scelte all'Inghilterra su
quanto andava fatto. Ma si sbagliano. Si sarebbero potute prendere delle
decisioni in merito con efficacia ma con discrezione. Condannare Israele
pubblicamente manda un messaggio sbagliato. E' un chiaro incoraggiamento ai suoi nemici che viene dalla parte dell'asse del male.
D'altra parte tutto questo si accorda perfettamente con i colloqui che gli
inglesi hanno iniziato con Hezbollah dietro la scusa pretestuosa, se non
fraudolenta, che il dialogo avviene con gli esponenti politici
dell'organizzazione. Nasrallah non fa mistero delle sue intenzioni di
distruggere Israele, e lo ripete spesso e ripetutamente. E così le nazioni
arabe stanno ora aspettando di vedere, con entusiasmo e con gioia, quale
altra nazione occidentale seguirà le orme dell'Inghilterra.
Qualcuno si potrebbe chiedere che cosa potrebbe portare di buono
l'indebolimento di Israele, ma non vi è una risposta. Un politico
italiano mi ha detto recentemente: "L'Europa sta troppo bene: non ha
nessuna voglia di combattere realmente contro il terrorismo né di fermare
l'onda islamica che minaccia di annientarla. Amico mio, voi siete soli".
L'autore è stato Ambasciatore in Romania, Egitto e Svezia e membro del
Centro di Gerusalemme degli Affari Pubblici.