Su LIBERO di oggi, 28/03/2010, a pag.18, con il titolo " Per i giornali italiani il popolo ebraico ha torto a prescindere ", Angelo Pezzana analizza come i nostri media hanno descritto i recenti avvenimenti al confine con Gaza.
Ecco il pezzo:
Angelo Pezzana
Per la serie “Israele è sempre il colpevole”, così lo vedono gran parte dei nostri media, ecco com’ è andata l’altro giorno al confine tra lo Stato ebraico e Gaza, quell’amena località diretta da Hamas e dalla quale partono sempre missili senza che alcun organismo internazionale si senta in dovere di aprire bocca. L’altro giorno dunque, al confine di Kissufim, la brigata Golani viene mandata a perlustrare l’area, dopo che un commando palestinese è stato visto piazzare una carica esplosiva. I soldati israeliani sparano, superano di poco il confine, ma si accorgono che è un’imboscata, forse l’obiettivo era catturare dei soldati, visto il risultato, per loro, ottimo, che ha reso la cattura di Gilad Shalit. Sul campo rimangono uccisi due soldati, due sono feriti, uno gravemente, da parte palestinese i morti sono quattro. Come titolano i giornali ? “Blitz a Gaza, uccisi due soldati”, è quello del Corriere della Sera, il lettore è spinto a pensare che Tzahal ha deciso di entrare nella Striscia e basta, non essendo informato che è stata la reazione a quanto i palestinesi stavano preparando. Il titolo contraddice persino il testo che invece la racconta giusta. Sulla stessa linea i lanci Ansa e AdnKronos, “ Carri armati d’Israele entrano a Gaza” e “ Gaza, ancora scontri sul confine “, titolo e testo riferiscono soltanto le fonti palestinesi, una vecchia abitudine delle due agenzie stampa. Anche la Stampa titola “ I tank israeliani entrano a Gaza”, inducendo il lettore a ritenere che è in atto una vera occupazione. Ma l’articolo più pregiudizialmente ostile è quello di Ugo Tramballi sul Sole24Ore, che ha confezionato un pezzo nel più puro stile Sergio Romano. Scrive che “ è ancora incerta la ricostruzione dell’incidente “, ma subito dopo, dimenticandosene, sostiene che le responsabilità sono di Israele, perché “ un gruppo di palestinesi si sarebbero avvicinati ai reticolati per far esplodere una bomba”. Che cosa dovevano fare i soldati se non impedirlo ? Sposa poi del tutto acriticamente la tesi che a Gaza operi una sezione di Al Qaeda, e che quindi Hamas sia estraneo all’agguato. Per terminare con un richiamo ai rimproveri di Obama a Netanyahu, quando gli ha chiesto di “alleggerire l’isolamento di Gaza” per favorire la ripresa dei colloqui con Abu Mazen. Se Israele “alleggerisse”, come si augura Tramballi, da Gaza entrerebbero di nuovo gentiluomini come quelli che viaggiavano con gli esplosivi, fermati con il costo di vite umane, prima che facessero una strage, secondo le regole di quella che i giornali simpatizzanti chiamano “resistenza anti-sionista”. Meno controlli più ingressi, che lo chieda Obama non stupisce, come non è una novità che nel coro ci siano tanti “esperti” di affari mediorientali di casa nostra. L’unico che ha trasgredito alla sua rigida impostazione di odio anti-israeliano è stato per una volta il Manifesto, che non si è accorto di aver fatto un titolo corretto, “Imboscata di Hamas, uccisi due soldati”. Non ha scritto che erano israeliani, ma sarebbe stato pretendere troppo.
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