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Il Giornale Rassegna Stampa
26.03.2010 Bibi alla Casa Bianca, Obama pessimo ospite
Giorgio e Udg pronti a esultare e a ricamarci sopra

Testata: Il Giornale
Data: 26 marzo 2010
Pagina: 16
Autore: La redazione del Giornale
Titolo: «Netanyahu 'piantato' un’ora da Obama che pranza in famiglia»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 26/03/2010, a pag. 16, la breve dal titolo " Netanyahu 'piantato' un’ora da Obama che pranza in famiglia ".

Lo stile del comportamento di Obama dimostra il suo spessore culturale e intellettuale.
Altro che la gaffe del 1600 appartamenti a Gerusalemme annnciati mentre Biden era in Israele.
Mentre non si sa di più sull'incontro fra Netanyahu e Obama, c'è chi ci ha inzuppato il pane per dimostrare la propria soddisfazione, come Udg (L'Unità) e Michele Giorgio (Il Manifesto), che hanno ricamato sulla questione storie di fantasia.
Ecco la breve:

Benjamin Netanyahu è rimasto in attesa per oltre un’ora nella Roosevelt Room alla Casa Bianca, snobbato da Barack Obama che ha deciso improvvisamente di alzarsi dal tavolo dei colloqui per andare a cena con la famiglia. Un gesto - scrive il «Daily Telegraph» in una dettagliata ricostruzione della giornata di martedì - che la dice lunga su «quanto siano cadute in basso le quotazioni di Netanyahu a Washington».
Il premier israeliano era arrivato alla Casa Bianca convinto che il peggio della crisi con gli Stati uniti fosse ormai alle spalle. Nei due giorni precedenti era stato accolto calorosamente al Congresso e dalla lobby ebraica americana. Ma Obama si è mostrato «meno conciliante» e, nel ricevere il leader della destra israeliana, gli ha immediatamente posto come precondizione ai colloqui un suo impegno a bloccare qualsiasi nuova costruzione israeliana a Gerusalemme est.
Quando Netanyahu si è mostrato elusivo, Obama si è alzato e ha detto: «Vado nell’ala residenziale a cenare con Michelle e le ragazze». Per poi aggiungere: «Sono nei paraggi, se c’è qualcosa di nuovo, fatemelo sapere». I due leader si sono nuovamente incontrati più tardi, verso le 20.20, per un secondo colloquio che però non ha dato frutti.

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