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------Messaggio inoltrato Da: Segre Fast Web <segreamar@t> Data: Tue, 23 Mar 2010 23:21:37 +0100 A: <espresso@espressoedit.it> Conversazione: Per Tahar Ben Jelloun cc: per il direttore Oggetto: Per Tahar Ben Jelloun cc: per il direttore Buongiorno. Dopo aver letto l'articolo che ha scritto per questa testata, desidero farle osservare quanto segue: - lei mostra di considerare certo il fatto che il Mossad sia responsabile dell'omicidio di Dubai (ed usa per ben 11 volte il termine omicidio o analoghi nel suo articolo). Scrive infatti: "ciò che ha fatto il Mossad, il servizio segreto israeliano, è un assassinio classico". Più avanti aggiunge: "l'errore commesso è madornale e l'eliminazione di un alto dirigente di Hamas, Mahmoud Al Mabhouh non è dovuta al caso: le telecamere hanno filmato l'omicidio dall'inizio alla fine. Gli assassini sono stati smascherati e riconosciuti "(?). Lei sa bene che nessuna sentenza di un giudice imparziale è stata ad oggi emessa, e non sono certo le dichiarazioni del capo della polizia di Dubai a poter aspirare a una qualche attendibilità quando addita un colpevole, per qualsiasi affaire. - Le telecamere hanno sì fatto vedere immagini di persone riconosciute (ed alcune ben individuate in Israele), ma questo non comprova niente; una di queste, ad esempio, ha chiaramente dichiarato di essere stata in quell'albergo, e ripresa, ma di essersi recata a vedere le partite di tennis di un'atleta israeliana. - Il suo confronto con Gheddafi ("Israele, Stato democratico, si comporterà dunque come la Libia") non può non apparire del tutto fuori luogo: come si può paragonare il rifiuto di un servizio segreto di "confessare" un'operazione ad esso, a torto o a ragione, attribuita con il rifiuto di un governo di ammettere la propria responsabilità in un attentato terroristico che ha causato centinaia di morti? - parlando del ³figlio di Hamas² scrive che ha fornito informazioni preziose che hanno consentito di procedere all'assassinio di vari palestinesi. Certamente non può ignorare che ha affermato di aver fornito informazioni per salvare vite di ambo le parti. - Lei scrive, in chiusura del suo articolo; "perché perseguire paesi e leader politici come il presidente del Sudan, il capo di Stato libico e altri ancora, per crimini commessi fuori dalle loro frontiere?". Non ricordo di aver letto, uscite dalla sua penna, parole di condanna dei crimini, accertati, dei dittatori di Sudan e Libia. Né mi risulta che siano mai stati portati davanti a tribunali islamici. Ed allora, come la mettiamo? In Israele chi commette dei crimini, anche se è un militare o un dirigente politico, viene portato davanti ad un tribunale indipendente e deve rispondere dei suoi atti. Questa è la giustizia, che non riesco a trovare in alcuno stato islamico. E non vedo come lei riesca a smentire simile realtà. Ma perché allora parla di giustizia, se poi non si attiene a quel che la giustizia richiede? Distinti saluti Emanuel Segre Amar |
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