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Ugo Volli
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Anp: se diffami qualcuno di importante, prima cercano di ammazzarti, poi, se proprio occorre, ti processano 25/03/2010

Anp: se diffami qualcuno di importante, prima cercano di ammazzarti, poi, se proprio occorre, ti processano 
 

Cari amici, cosa succede in un paese democratico quando altissimi funzionari e politici sono accusati di corruzione e abusi sessuali? No, non sto parlando dell'Italia delle escort e dei trans, da una parte e dall'altra... ma dell'autorità palestinese, quel modello di civiltà che sostituirà l'oppressione coloniale israeliana...

Vi ricordate, ne avevamo parlato un mesetto fa. Un palestinese che risponde al nome di Fahmi Shabaneh, tutt'altro che uno stinco di santo, intendiamoci, già membro dei servizi segreti palestinesi, era stato incaricato da Abu Mazen in persona di fare il responsabile di un nuovo servizio anticorruzione. L'intento era chiaro: buttare fumo negli occhi dell'Occidente, fingendo di contrastare la principale industria palestinese dopo le armi, cioè appunto la corruzione, e allo stesso tempo dare a una presidenza impopolare e impotente qualche elemento di ricatto sui suoi avversari.

Il problema venne fuori dal fatto che questo Fahmi Shabaneh per stupidità, orgoglio o addirittura per un sussulto di onore e di onestà, prese sul serio il suo incarico e si mise a documentare una massa incredibile di ruberie, di corruzioni, di ricatti sessuali. Non solo, ma invece di usare il suo materiale per ottenere una promozione o aiutare il suo capo, pretese di ottenere dei processi per i responsabili. E dato che la nobile giustizia palestinese non si voleva muovere (anche perché il capo dei giudici era uno dei principali responsabili di corruzione emersi dalla sua indagine), e Abu Mazen (che sarà antisemita, negazionista, nemico della pace, debole, privo di coraggio, ma come dicono al Sud non è fesso)  neppure - dato insomma che non succedeva un bel niente nonostante le sue inchieste, fece una bella intervista al Jerusalem Post e mise in rete un filmato in cui si vedeva un aiuto del presidente Abu Mazen felicemente sposato, tal Rafik Husseini, intrattenersi a letto con un'altra signora, sua segretaria, che emerse poi, era cristiana e quindi nei territori palestinesi come in tutto l'Islam considerata un essere inferiore, e a quanto pare costretta a compiacere le brame dell'uomo con violenza e ricatto. E' questo il punto che scandalizza noi, naturalmente, lo stupro; ma per l'Islam la colpa è l'adulterio. Il mezzo di ricatto non ci piace, ma non si può negare che fosse efficace.

Naturalmente infatti esplose uno scandalo. Che in Israele e nei pochi posti dove c'è un'informazione accettabile su quel che vi accade, aveva il senso "vedete come sono corrotti quelli di Al Fatah", in buona parte del mondo inclusa tutt'Eurabia non fu affatto notato, ma nei territori palestinesi fu diretto da un'apposita commissione di inchiesta nel senso che questo Fahmi Shabaneh era un traditore, "vendeva terra agli ebrei" (grave reato, che la democratica e antirazzista AP punisce con la pena di morte), danneggiava la causa della rivoluzione e della patria eccetera eccetera. Mandato di cattura immediato.

Il "traditore" sapeva bene quel che faceva, durante l'intervista aveva affermato fra l'altro di sapere di "essersi comprato una tomba" con le sue rivelazioni; la novità dell'altro giorno è che hanno sequestrato casa sua a Gerico (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=170916). Perché dovete sapere che i territori palestinesi sono così ben amministrati che se diffami qualcuno di importante, prima cercano di ammazzarti, poi ti prendono tutto quel che è tuo, e infine, se proprio occorre, ti processano. 

La cose interessante è che c'è stata un'altra conseguenza, che deriva dall'imperfetto controllo del territorio dell'Autorità Palestinese, o se volete dalla terribile "occupazione" cui essa è sottoposta. Come non sarebbe mai accaduto in posti seri e liberamente totalitari come la Siria o l'Arabia Saudita tanto apprezzati da Obama, grazie alla stampa e alla Tv sionista i palestinesi sono venuti a sapere non solo che c'è un traditore venditerra cui era stato tolto il posto di commissario anticorruzione, ma anche le sue accuse. Secondo un recente sondaggio (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=171584) il 72%  dei palestinesi ha avuto notizia dello scandalo e il 69% crede che le accuse di Shabaneh fossero giuste, solo il 24% no. La metà degli intervistati dichiara di non fidarsi del  comitato di inchiesta stabilito dall'autorità palestinese (quello della vendita di terra ecc.). Come risultato, la popolarità del triste leader dell'AP è scesa un pochino, dal 54% al 50% (il che significa, evidentemente, che tutti quanti, nel felice paese della libertà palestinese, danno per scontato che i potenti intascano i fondi e violentano le segretarie) e non si impressionano più che tanto - ma un po' sì.

Ci saranno conseguenze politiche? Mannò! Chi può sfiduciare un presidente che è scaduto un anno e mezzo fa, che ha rimandato le elezioni tre o quattro volte, che ha manipolato il congresso del suo partito (diciamo così, Al Fatah, un "partito armato" come le nostre Brigate Rosse) in maniera tanto scandalosa da provocare raffiche di dimissioni dopo il congresso? Nessuno. Del resto lui è buono, democratico e amante della pace, come sanno Obama e tutta Eurabia. Il povero Shabaneh, se non ha rubacchiato anche lui come probabile, resterà povero e senza casa, ammesso che non lo raggiunga una bella Fatwa in stile Rushdie. E i palestinesi, grazie alla bella leadership che si sono scelti o che la storia ha assegnato loro, senza pace e senza democrazia. Ma con molto Islam.

Ugo Volli


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