La polemica, di Giorgio Israel
" Se Israele osa accennare a un’identità ebraica, è razzismo "
Una standing ovation per Benjamin Netanyahu. Con la stessa dignità con cui Menachem Begin nel 1981 respinse le “punizioni” americane, il Primo ministro israeliano ha rivendicato i diritti di Israele e ha bollato come irrazionali e irricevibili le pregiudiziali al dialogo poste dai palestinesi.
È semplicemente inaudito che Israele sia l’unico paese al mondo che non ha il diritto di rivendicare dei luoghi sacri e dei luoghi di memoria storica. I musulmani hanno ormai costellato il mondo di luoghi sacri irrinunciabili. Gerusalemme per loro è soltanto Al-Quds “la Santa”, in cui non vi è mai stata traccia di presenza ebraica. L’islam si arroga il diritto di impedire la costruzione di qualsiasi luogo sacro di altre religioni nelle proprie nazioni a “identità musulmana” e pretende di costruirne in qualsiasi altro paese. Ma se Israele osa accennare a un’identità ebraica, è razzismo.
Obama è andato al Cairo a declamare le virtù dell’islam, a spiegare quanto di grande esso ha dato al mondo e a difendere i suoi diritti inalienabili. Siamo in attesa che spieghi cosa ha dato l’ebraismo al mondo e quali diritti storici ne derivino. Frattanto Netanyahu ha fatto più che bene a rammentarglielo.
Giorgio Israel