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Ugo Volli
Cartoline
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I giochi sporchi dell'Unicef 23/03/2010

" I giochi sporchi dell'Unicef "

Cari amici,

ci sono dei momenti per tutti, io credo, in cui la semplice bontà prevale. Si è stanchi dei conflitti, si vede l'angustia di ogni appartenenza, ci si sente "amici al mondo", come scrisse un poeta. E magari si avverte il bisogno di fare qualcosa: un gesto piccolo, un dono, un contributo. Che non sia di parte, che si collochi al di sopra di qualunque possibilità di discussione. E' allora che si pensa all'infanzia, perché i bambini sono la speranza di tutti e magari si incontra un'opportuna pubblicità, o magari arriva una di quelle lettere col bollettino postale dentro... e si fa un dono all'Unicef, il fondo delle nazioni unite per l'infanzia. Il più buono, il più innocente che ci sia. Poi ci penseranno loro a dare la giusta destinazione alla vostra generosità. Con saggezza, previdenza, per il solo bene dell'umanità.

Be', io non vorrei proprio deludervi. Ma, vedete, la politica è dappertutto, anche nelle scelte dell'Unicef. E dunque anche nella vostra scelta di essere generosi con questa organizzazione. Perché l'Unicef si occupa dei bambini, certamente, ma è anche un'agenzia dell'Onu e ne segue le logiche.

Per esempio, è attiva nei territori occupati dall'autorità palestinese: niente di male in questo, naturalmente, anzi. Dato che i palestinesi sono di gran lunga i maggiori destinatari di aiuti internazionali al mondo ma per lo più li spendono in armi e cose del genere, che ci fosse un'agenzia che si occupasse di bambini e possibilmente non di quelli fatti sfilare in tuta mimetica con mini-kalashnikov, e fatti giurare di cacciare gli ebrei con le armi, sarebbe un'ottima cosa. Se qualcuno comprasse loro il cibo e gli indumenti di cui hanno bisogno, dei giocattoli veri... ma, per favore, andate a vedere qui: http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=1921 . Guardate il manifesto che vi compare: un'accetta che spezza la stella di Davide. Vi sembra un bel messaggio pacifico e giocoso per i bambini? Non proprio direi, quando i miei figli erano piccoli non li facevo certo giocare con asce, accette e arnesi del genere.  E però, se guardate in basso a sinistra, ci vedete il marchietto dell'Unicef. Strano, no?

Il messaggio di questo manifesto, poi parla di boicottaggio: non proprio un tema da bambini, non vi pare? L'accetta è il boicottaggio, che distruggerà la stella di Davide, cioè lo Stato ebraico. Riconquistando, immaginiamo, Gerusalemme e Haifa e Giaffa, "tutta la Palestina" e facendo agli "occupanti" quel che la scure fa con la stella: non proprio una carezza. Che bella prospettiva... Ammettiamo pure, se la pensate così, che boicottare gli ebrei (perché di questo si tratta, non degli arabi israeliani), sia una bella cosa, in fondo lo facevano anche i nazisti che erano così eleganti nelle loro divise nere. Ma è questo il tipo di giochi che fanno crescere i bambini?

Eppure non è un caso isolato: nella spiegazione che trovate accanto al manifesto vedrete che Unicef finanzia anche una trasmissione televisiva (`Alli Sowtak´, cioè "Speak up", "Alza la voce"), che incita al boicottaggio. Cosa c'è di più divisivo, di politico nel senso di individuazione di un nemico, del boicottaggio? Un odio quotidiano, che richiede di esaminare ogni atto, ogni piccolo acquisto alla luce di quell'odio... E  l'Unicef finanzia anche un'associazione giovanile, dal poetico nome di Pyalara, che vuol essere l'"avvocato della causa palestinese nel mondo giovanile". Nobile obiettivo, naturalmente, che magari sarebbe anche più nobile se questa causa fosse definita in maniera pacifica... Ma ecco, non è esattamente un oggetto coerente con quell'innocenza che sognavamo quando pensavamo di fare un dono non politico, innocente, che andasse al di là degli schieramenti... Il fatto è che quando si tratta dell'Onu, anche i bambini sono antisraeliani.

Ecco, pensateci, la prossima volta che vi viene di essere generosi. Magari vi verrà voglia di trovare qualcosa di meno schierato, per esempio la ricerca sul cancro o sull'AIDS.

Ugo Volli


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