Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 23/03/2010, a pag. 14, l'articolo di Roberto Fabbri dal titolo " Persecuzioni in Pakistan. Non si converte all'islam: un cristiano bruciato vivo ".
Ancora storie terribili di violenze ai danni delle minoranze cristiane in Paesi dove l’islam è in posizione dominante. L’ultimo capitolo dell’orrore è stato scritto in Pakistan, dove il frequente ripetersi di episodi drammatici ha convinto il presidente della Repubblica Asif Ali Zardari a istituire (ma per ora c’è stato solo un annuncio e nulla è stato fatto) una linea diretta per segnalare direttamente al suo ufficio i casi peggiori.
Asianews riferisce la tragedia, compiutasi venerdì scorso, di una coppia di religione cristiana. Lui è stato bruciato vivo e ora è in fin di vita all’ospedale, mentre lei è stata violentata, il tutto davanti ai loro tre figli di età compresa tra i 7 e i 12 anni: la loro “colpa” è stata quella di rifiutare la conversione all’islam. Autori della bestiale aggressione un gruppo di estremisti musulmani, che avrebbero agito con la connivenza della polizia: anzi, sarebbero stati proprio dei poliziotti a stuprare la donna, che si chiama Martha Arshed. Insieme col marito Masih, Martha lavorava da cinque anni alle dipendenze di un ricco uomo d’affari musulmano della città di Rawalpindi, Sheikh Mohammad Sultan: lei come domestica, lui come autista. Ma la fede cristiana della coppia non piaceva al loro datore di lavoro e causava spesso tensioni. Nello scorso gennaio la situazione è degenerata: spalleggiato da locali estremisti musulmani, Sultan ha minacciato la coppia, cercando di costringerla a convertirsi all’islam. I due si sono rifiutati e gli integralisti li hanno minacciati di «conseguenze terribili». Arshed Masih ha allora cercato di interrompere il rapporto di lavoro, ma per tutta risposta Sultan lo ha minacciato di morte. La settimana scorsa l’ultimo capitolo: dalla casa dell’intollerante padrone scompare una grossa somma di denaro e Sultan torna alla carica, offrendo a Masih (che pure non era indagato per il furto) di lasciar cadere le accuse contro di lui se si fosse finalmente convertito. E al nuovo rifiuto del suo autista la spaventosa vendetta viene messa in atto.
Non è il solo episodio recente di brutalità contro i cristiani in Pakistan. Un’altra giovane che aveva rifiutato di diventare musulmana è stata costretta con la forza a prostituirsi. Si era recata a denunciare il suo dramma alla polizia quando era rimasta incinta. Ma invece di aiutarla, gli agenti non hanno registrato la sua denuncia. E pochi giorni dopo uno sconosciuto l’ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco. Kiran George, così si chiamava la ragazza, è morta il 10 marzo.
Per inviare la propria opinione al Giornale, cliccare sull'e-mail sottostante