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Ugo Volli mette i puntini sulle i 22/03/2010

Pur consapevole del fatto che probabilmente non condividerete una sola parola di quanto scrivo, vorrei esprimervi alcune perplessità sulla giustezza e sull'opportunità di alcune tesi che sono una sorta di "pensiero unico" nella vostra testata.

Mi riferisco in particolare a Deborah Fait e a Ugo Volli, con la prima ho un rapporto diretto, dunque ho modo di esporle in prima persona i miei dubbi, mentre con il secondo, che apprezzo spesso su queste pagine, non ho contatti.

recentemente Volli, come moltissimi esponenti della corrente filoisraeliana che in qualche modo si identifica con il governo netaniau, ha criticato duramente obama/biden, nonchè l'europa e le altre potenze per la posizione presa riguardo al piano edilizio di gerusalemme est.

personalmente io ritengo che gerusalemme est dovrebbe rimanere parte del territorio israeliano, tuttavia ci sono alcune questioni che vanno considerate, e che purtroppo molti trascurano.

1) esiste una legalità internazionale e per la legalità internazionale (oltre che per tutti i paesi del mondo, usa inculusi) allo stato attuale gerusalemme est  NON E' territorio israeliano. Io auspico che presto le cose cambino ma oggi, ci piaccia o no, i fatti sono questi. pretendere che sia israele, unilateralmente e senza il consenso di nessuno, a decidere la sorte del territorio di gerusalemme est è una scelta che mette israele fuori dalla legge internazionale e imbarazza, irrita e allontana i suoi alleati. Per carità, tutto si può fare, ma non ci si può poi stupire del deterioramento dei rapporti e cadere dalle nuvole, come se gli usa si fossero imbestialiti con il governo italiano perchè costruisce grattacieli a Milano. in questo senso tutti i paragoni di volli con gli altri stati sono a mio avviso inappropriati. una cosa è costruire su un territorio tuo, altra cosa è costruire su un territorio che tu rivendichi ma che per il mondo intero non ti appartiene, o almeno ancora non ti appartiene. quando come io spero, dopo un accordo, gerusalemme est sarà legalmente territorio israeliano si potrà costruire come e quanto si vuole e nessuno potrà dire nulla.

la seconda questione è meno tecnica e più politica, israele ha disperatamente bisogno di alleati, per cui al dilà di questioni puramente "legali" (nelle quali peraltro israele si trova ad avere torto se ci basiamo solo sulle norme giuridiche) sarebbe conveniente mantenere quanto più possibile, e caso mai ampliare, la rosa degli alleati. invece sembra che israele non si muova in questo senso. la turchia, alleato preziosissimo, ormai sta diventando un nemico. certo dipende in parte da questioni interne turche, ma il comportamento di israele può accelerare o frenare questo processo, e attualmente israele, puntando solo sulla forza, sull'unilateralità e sulla politica dei fatti compiuti sta dando una grande mano a quelle forze che, in turchia e altrove mirano a una collisione.

tutto questo conviene?

Gentile signore,,
Gerusalemme forse non è di Israele, ma certo non è di nessun altro.
Alla fine del mandato britannico, l'Onu deliberò la creazione di due stati, che dovevano dividersi il teritorio del mandato, salvo la gran parte che gli inglesi avevano già ceduta alla Transgiordania, salvo Gerusalemme, che doveva restare internazionale. Dopo la proclamazione dell'indipendenza di Israele, cui non fece riscontro nessuna analoga dichiarazione palestinese, e la guerra di aggressione di tutti gli stati arabi, incitati e guidati dalla potenza coloniale inglese, Israele riuscì a difendere successivamente il suo territorio, allargandolo anche in parte. Ma la Cisgiordania e il centro di Gerusalemme furono occuparti dalla Giordania, che non ne aveva nessun titolo e perseguì una violenta pulizia etnica degli abitanti ebrei e dei simboli religiosi ebraici. Israele riuscì solo ad attestarsi in perfieria.
Nel '67, dopo una nuova aggressione, Israele riuscì a conquistare, fra l'altro la Cisgiordania e Gerusalemme. Sulla prima si può discutere, è un territorio non occupato ma disputato; ma sulla seconda i palestinesi non hanno nessun titolo legale, non certo più degli israeliani. La divisione fra Est e Ovest non è altro che una linea armistiziale fra Israele e Transgiordania, tracciata sessantadue anni fa. Non esiste nessun accordo internazionale che possa imporre l'espulsione di Israele dalla città o da una delle sue parti. Vi è una pressione politica in questo senso, da parte di coloro che per una ragione o per l'altra ritengono conveniente o giusto appoggiare il mondo arabo, ma si tratta di posizioni politiche, non di "legalità internazionale"
Quanto all'appoggio internazionale e all'amicizia che bisognerebbe cercare, sono bellissime cose. Peccato che non abbiano mai aiutato nessun paese in difficoltà. E' certamente più facile e gratificante essere simpatici a tutti; ma né la Cecoslovacchia del '38 né la Bosnia del '90 né il Tibet di sempre si sono salvati per questo; Israele deve pensare ai suoi interessi di fronte a nemici che ne vogliono la distruzione e ad amici tiepidi e prevenuti - per essere gentili - come l'Europa e oggi anche l'amminsistrazione Obama, sempre ben disposti a farsi belli correndo con entusiasmo al soccorso di chi ritengono il più forte.
Cordialmente

ugo volli


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