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Ugo Volli
Cartoline
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Conoscete la terra felice che non è inquinata da parrucchieri, ancore e lettere importune? 21/03/2010

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

"Conoscete la terra felice che non è inquinata da parrucchieri, ancore e lettere importune? "



Cari amici, vi chiamo a testimoni del fatto che io instancabilmente, giorno dopo giorno, canto le lodi di Eurabia e dei suoi progressi che ci portano fuori dall'abominio razzista e colonialista della civiltà occidentale. Ma devo ammettere, anzi riconosco con piacere e con entusiasmo, che l'Arabia vera, la terra del Profeta e della magnifica civiltà araba, con le sue valli verdeggianti, i suoi fiumi maestosi e le sue città piene d'arte, è tutt'altra cosa, un modello inimitabile. Oggi ve ne do qualche esempio.

Sapete  certamente che in quel felice paese dalle parti della Mecca alle donne è proibito guidare automobili, parlare a tu per tu con maschi che non siano i loro parenti più prossimi, e soprattutto è assolutamente interdetto loro compiere il peccato di fargli anche solo intravvedere i propri capelli. Un pover'uomo o almeno un vero arabo, di fronte a una tentazione così demoniaca come una ciocca che uscisse dal velo obbligatorio, non potrebbe certamente fare a meno di violentarla, con tutte le conseguenze del caso - ripudio, lapidazione, cose così – e naturalmente colpa e punizione sarebbero sue,  sue di lei, beninteso, non sue di lui. Perché l'istinto sessuale di un vero maschio arabo è incontenibile, lo sanno tutti,  e non si può chiedere a una persona sana per quanto eccezionalmente superiore e religiosa di contenerlo: che forma di automortificazione sarebbe? Tocca alle donne sottrarsi prudentemente, mantenere un comportamento corretto e modesto. Se non lo fanno, sono colpevoli di fornicazione e adescamento; meritano dunque certamente di essere ammazzate a pietrate dalla famiglia, dallo Stato o dalla tribù se la famiglia è così mollacciona da non pensarci lei.

Ma nel sublime diritto familiare islamico, come sappiamo direttamente ispirato dal cielo e quindi perfettisssimo, ogni tanto si aprono non dico delle crepe ma delle fessure: non imperfezioni, mi guarderei di affermare una bestemmia del genere, ma dei casi così clamorosamente oltraggiosi da essere imprevisti. E proprio di recente uno di queste assurdità, tanto folle che sembrava impossibile si realizzasse, è stata individuata ed eliminate. Vi spiego. Avete mai pensato voi che potessero esserci dei parrucchieri per signora di sesso maschile? No, solo l'idea è abominevole e rivoltante, del tutto insensata. Impossibile. Contro natura. Eppure sembra che qualche degenerato abbia provato a mettere le mani nei capelli di signore perbene, pretendendo addirittura di essere pagato. Che schifo, eh?. Be' i religiosi o forse i principi dell'Arabia saudita, hanno mangiato la foglia e adesso in quel paese felice chi tentasse una cosa del genere sarebbe giustamente passato per le armi, come merita.

L'ho appreso da un articolo del quotidiano "Il tempo"  pubblicato un paio di giorni fa ((http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2010/03/18/1138849-islam_moderato_parrucchieri.shtml), purtroppo a mio avviso insufficientemente adulatorio, ma comunque interessante, anche perché riporta qualche notizia ulteriore meritevole di riflessione. Quel che conta nel giornalismo è la notizia e la verità si fa certamente strada da sé. Dunque anche se l'articolista non capisce, la verità è che nella morale naturale condivisa da tutti gli uomini (che lo sapete, nascono tutti islamici e si traviano dopo, al contatto con la madre) nell'etica naturale universale dunque è contenuto il principio che le donne debbano coprirsi i capelli per non oltraggiare i maschi e indurli in tentazione. Per questo il burka è un elemento fondamentale del progresso civile. Altro che quelle sciocchezze che si usano in Occidente, come i computer e gli antibiotici.

E a proposito di morale naturale, vi è chiaro, spero, quel che vi ho appena detto, cioè che l'Islam è la religione naturale? E che tutte le altre pretese religioni sono perversioni e menzogne? Se capite questo, vedete bene che un governo attento al proprio dovere etico non può che cercare di proteggere i propri sudditi da questa abominazioni, anche se il profeta, nella sua generosità, ha concesso ai portatori sani (non apostati) di quelle religioni un po' meno menzognere delle altre di sopravvivere, purché debitamente umiliati e obbligati a pagare tasse pesanti per la loro perversione.

Generosi sì, ma non stupidi: non si può certo consentire agli infedeli di fare i loro comodi mettendo a rischio l'integrità della fede dei musulmani. Dunque giustamente in Arabia, come in buona parte del mondo islamico, non è possibile esibire i simboli di queste superstizioni: croci, stelle, candelabri, quelle robe lì. Per non parlare di fare chiese e sinagoghe di pregare in pubblico e altre follie del genere. Ma dovete sapere che gli infedeli, benché costituzionalmente inferiori al naturale genio arabo, sono furbi, furbissimi, per cui travestono le loro schifezze in mille modi, le nascondono, cercano di corrompere l'animo dei fedeli senza farsene accorgere. Per cui, pensate, hanno trovato il modo di camuffare la loro croce sotto varie forme, strumenti da navigazione, lettere dell'alfabeto, ogni strano oggetto a due braccia perpendicolari.

Anche in questo caso però sono intervenuti imam, ulema, re, principi, la cavalleria cammellata, insomma tutta la potenza islamica di pensiero e di azione. La quale ha stabilito che nella felice penisola della Mecca e nei mari circostanti sono proibite le ancore  in quanto ricordano le croci, compresa la loro riproduzione in marchi, logo e bottoni dorati; e anche la lettera X non è assolutamente benvenuta. Vi chiedete come fanno le navi? Be' come si è sempre fatto, buttando una grossa pietra legata con fibra di palma, oppure issandosi sulla sabbia. Se gli occidentali sono così sciocchi da fare navi che non si possono mettere in salvo a riva perché sono troppo grosse, fatti loro. Che comprino qualche centinaio di cammelli per tener ferma la nave con un grande guinzaglio, o vadano al diavolo con le loro navi. E come faranno quei grandi amici dell'Islam che hanno la X nel nome, tipo Craxi o Malcom X? Semplice, che imparino a scrivere in arabo il loro nome, e non avranno più problemi, con il vantaggio ulteriore di uno studio che potrebbe portarli magari anche a leggere il santo libro.

Avete visto, voi uomini di poca fede, quanto è superiore l'Arabia alla sua pallida imitazione euraraba? Terra felice, senza parrucchieri, ancore o lettere importune a distogliere dalla vera fede!

Ugo Volli


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