Gentile Redazione,poiché scriverVi quello che sto per riferirVi rischia immediatamente di farmi passare per filonazista, tengo non solo a precisare che non sono né filofascista né tantomeno filonazista, ed anzi sono stato molto vicino alla Federazione Sionista Internazionale, con molti amici e conoscenti nella Comunità ebraica romana e in Istaele.
Mi spiace perciò dover constatare che questa volta la Comunità Israelitica italiana ha preso, come si dice, una "cappellata" riguardo alla bufala di Lia Origoni che avrebbe cantato dentro Auschwitz. So che è una bufala perché in tempi non sospetti pubblicai (2003) in un mio libro un'intervista con Lia Origoni (di cui conservo il nastro registrato) in cui la signora mi diceva chiaramente di non aver mai voluto avere a che fare con i nazisti in Germania. Ne detestava le idee e gli atteggiamenti. Lei ("ariana") saliva apposta sui mezzi pubblici riservati agli Ebrei, come gesto di sfida e camminava apposta sui marciapiedi delle città tedesche riservati agli Ebrei.
Fece fallire una tournée e fuggì in Italia con un treno diplomatico italiano per non accettare un invito a cena di Goebbels, si rifiutò di cantare per i Tedeschi quando udì frasi ingiuriose contro gli Italiani dopo il 25 luglio 1943. Tutto si può dire della signora Origoni tranne che sia mai stata filonazista. Accettò per bisogno economico (aveva sulle spalle la sua famiglia) di cantare in Germania nel 1943, quando la Germania era ancora alleata dell'Italia.
E' segno di filofascismo questo? Sono stati mai tacciati di filonazismo Paolo Stoppa, Gino Cervi (che presero parte a "Gente dell'aria", un film che esaltava l'aviazione fascista su soggetto di Bruno Mussolini e sceneggiatuura di Renato Simoni, 1943), Amedeo Nazzari, Anton Giulio Majano ("La carica degli eroi", 1943)? Forse Lia Origoni non era un'eroina, non rifiutò sdegnosamente (per bisogno) di cantare per i Tedeschi (che ci fossero nel pubblico i nazisti era prevedibile, ma inevitabile. Anche il padre di Walter Veltroni portava all'occhiello il distintivo del PNF e faceva le radiocronache del Fuehrer in visita in Italia come dirigente EIAR. E allora?), ma non per questo si può accusarla di filonazismo. Restano due fatti incontrovertibili: 1) Lia Origoni non cantò mai dentro Auschwitz, cosa di cui è stata accusata (ho visitato Auschwitz. Non c'era un teatro, a quanto mi risulta. Nedo Fiano dovrebbe confermarlo); 2) Lia Origoni cantò nella città polacca occupata di Katovice, ed infatti il volantino esposto al Vittoriano riporta proprio un'organizzazione artistica di questa città, col nome tedeschizzato in Kassovitz. Capisco che lo "scopritore" del volantino abbia voluto fare il suo (supposto) scoop tenendosi in serbo la "rivelazione" proprio per la mostra su Auschwitz e proprio nei giorni della commemorazione della Shoà, ma una cosa è la verità storica e una cosa toccare un nervo scoperto della Comunità Ebraica come quello dei rapporti fra Italiani e nazisti nel 1943. Un inizio di 1943, per l'esattezza: Italia e Germania ancora alleate, i Tedeschi non occupavano ancora l'Italia, non vi erano state ancora deportazioni di massa in Germania di Ebrei italiani. Il paragone con Toscanini non c'entra assolutamente nulla. Termino qui, perché Lia Origoni non ha bisogno di un difensore d'ufficio: la sua carriera parla da sola. So perfettamente che quanto ho detto non vi smuoverà di un millimetro: "Lia Origoni ha cantato per i Tedeschi nel '43" (fra l'altro l'articolo del Corriere, sbagliando, parlava della Scala di Milano: grave errore), ergo è colpevole di collaborazionismo. Punto. Molti si indigneranno nel leggere quanto ho scritto, perché non hanno la necessaria apertura mentale per contestualizzare storicamente gli eventi e per accettare che la verità non è mai o bianco o nero. Spero però almeno di aver suscitato qualche dubbio. Grazie.
Cordiali saluti.
Diego Verdegiglio
Gentile lettore, ci sono molte verità nella sua lettera, soprattutto quando cita le compromissioni con il nazifascismo di tanti che poi le negarono. é indubbio che Lia Origoni, in mezzo a tanto marciume, sia un personaggio minore. Ma è anche indubbio che lei si recò a cantare a Theresienstadt, un campo nazista, ancora oggi visitabile nella repubblica ceca, dove il teatro per intrattenere i nazisti c'era. Chi ci andava non poteva ignorare almeno l'aspetto lugubre di quella prigione e le condizioni nelle quali sopravvivevano i prigionieri. Lia Origoni ha voltato la testa dall'altra parte, cosa che hanno fatto tanti altri molto più responsabili di lei, Pio XII in testa.
Nessun processo, quindi, ma semplicemente il racconto di una brutta pagina.
Un saluto cordiale,
IC redazione