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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.03.2010 A Gerusalemme una gelateria sessista per ultraortodossi
Francesco Battistini si aspettava una reazione violenta ?

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 marzo 2010
Pagina: 1
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Israele: ecco i gelati 'come Dio comanda'»

Riportiamo dal sito del CORRIERE della SERA, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Israele: ecco i gelati 'come Dio comanda' ".

Una gelateria con ingressi separati per donne e uomini. Ricorda tantissimo, come scrive Battistini nel finale dell'articolo, la trovata degli autobus con posti separati per uomini e donne. Battistini conclude così l'articolo : " I contestatori le hanno viste, le file alla cremeria kosher. Ma nessuno s’è sentito disturbato, né s’è sognato di ridire qualcosa. Perché un gelato non è un tram: e tutti, in fondo, hanno diritto di chiamarlo desiderio. ".  Nessuno disturbato ? Cosa voleva Battistini, che spaccassero le vetrine ? non lo sa che Israele è un paese democratico che rispetta la diversità di opinione ?  Di sicuro non piacerà alla popolazione laica di Israele, che esprimerà in maniera civile il suo dissenso.
Ecco l'articolo:

GERUSALEMME (ISRAELE) - In fila per sei ore, sotto il primo sole caldo di Gerusalemme. In seimila, forse anche più. Uomini da una parte, donne e bambini dall’altra. Ultraortodossi, tutti. Golosi di gelato, anche. In Israele, lo sbarco negli ultimi giorni delle più famose marche internazionali (da Gap a H&M, a Ikea) non ha attirato tanto pubblico quanto «Zisele» (parola yiddish che sta per «dolcezza»), la nuova gelateria kosher riservata a pubblico rigorosamente, esclusivamente religioso. Dunque, con entrate separate. Vetrine d’angolo ad hoc: a sinistra pastrani e cappelli, a destra cuffie e gonne lunghe. E già prima dell’apertura, le file composte. Poi la folla e l’intervento della polizia, costretta a chiudere l’accesso a quel crocevia, con scene di conseguenza: donne svenute, passeggini capovolti, bambini andati persi. Il tutto, per poter avere in mano il primo gelato artigianale abbastanza kosher da soddisfare anche le richieste dei più severi tra gli ultraortodossi.

GUSTI DEL PARADISO - Siccome al palato non si comanda, spontanei i commenti: «Sono i gusti del paradiso», li ha definiti un anziano religioso. Forse c’entra il fatto che fosse tutto gratis, per il giorno dell’inaugurazione, e che in meno di due ore se ne siano andati più di 300 chili di creme. La tecnica e le macchine per fare il gelato come Dio comanda sono tutte italiane. In quattro apprendisti sono partiti da Gerusalemme, destinazione Veneto, e lì hanno imparato quel che serviva. Al rientro, non hanno fatto altro che adattare le nostrane ricette “tricolori” alle regole ferree sulla preparazione kosher, ottenendo dopo attento esame la certificazione della commissione religiosa: ingredienti separati secondo la regola, esclusione d’alimenti proibiti. Adesso, sono più di quaranta i gusti scelti secondo le preferenze dell’acquirente ultraortodosso: limone e vodka, ciliegie e cioccolato all'arancio (che è fra i più leccati). Passano anche sapori particolari: miele, cetriolo e perfino l’arak, l’aroma del liquore all’anice, tanto popolare fra i ragazzi delle scuole religiose.

CHE SUCCESSO - Yaakov Halperin, l’ideatore e imprenditore di «Zisele», prevede d’aprire altri venticinque negozi in tutto il Paese. Un investimento da 130mila euro per ciascun locale, facilmente ripianabile: «Sono sorpreso», racconta, mentre osserva quanta gente s’accalchi all'apertura del primo negozio gerosolimitano. «Sapevo che al pubblico degli ultraortodossi mancava un buon gelato, ma non immaginavo che la polizia dovesse addirittura transennare il marciapiede». Nonostante la confusione, Halperin ha chiesto al pubblico di rispettare le due entrate della rivendita: donne di qua, uomini di là. Perfino i Naturey Karta, i più estremisti fra gli ultraortodossi, quelli che non riconoscono nemmeno il laico Stato d’Israele, perfino loro non hanno voluto mancare alle degustazioni d’esordio: non senza sottolineare, con tanto d’altoparlanti, di restare in code distinte e distanti. E gli altri? Proprio in queste ore, e proprio a Gerusalemme, a centinaia sono scesi in piazza con cartelli e slogan («Qui non è Teheran!») per manifestare contro la proposta d’introdurre autobus separati per femmine e maschi, come vorrebbero gli ultraortodossi e come sembra piacere al ministro dei Trasporti. I contestatori le hanno viste, le file alla cremeria kosher. Ma nessuno s’è sentito disturbato, né s’è sognato di ridire qualcosa. Perché un gelato non è un tram: e tutti, in fondo, hanno diritto di chiamarlo desiderio.

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