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La Stampa Rassegna Stampa
16.03.2010 Usa: scoperta una rete di agenti privati che dava la caccia a terroristi in Pakistan
Cronaca di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 16 marzo 2010
Pagina: 14
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «Pentagono, killer privati per colpire al Qaeda al confine pakistano»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 16/03/2010, a pag. 14, l'articolo di Francesco Semprini dal titolo " Pentagono, killer privati per colpire al Qaeda al confine pakistano ".


Michael D. Furlong

Il Pentagono si è servito di «agenti privati» per dare la caccia ed eliminare sospetti terroristi e miliziani affiliati ad Al Qaeda che operavano nelle zone di confine tra Afghanistan e Pakistan. Si tratta di un network clandestino di ex agenti della Cia e operativi delle Forze speciali reclutati come contractor privati da Michael D. Furlong, un ufficiale in pensione dell’Aeronautica militare americana ed attualmente alto funzionario civile del dipartimento della Difesa.
I contractor venivano impiegati col compito di raccogliere informazioni su sospetti terroristi e sulle attività degli estremisti islamici, in particolare sui campi di addestramento dislocati nell’area dell’Afpak. Si trattava di elementi utili per portare a compimento blitz e attacchi come quelli condotti con i Predator. Secondo quanto riferito dal New York Times, quella di Furlong è un’attività clandestina dal momento che non era iscritta ufficialmente sotto nessuna voce dei capitoli di spesa del Pentagono. Il compito dell’ex ufficiale dell’aviazione militare era proprio quello di distrarre finanziamenti destinati ad altre attività per farne l’uso che considerava più opportuno ai suoi fini. Agendo in modo autonomo Furlong avrebbe così impiegato risorse del Pentagono per pagare gli agenti private, talvolta trattenendo, spiega il Times, parte del denaro.
Tra le ex spie assoldate per le operazioni di intelligence clandestina ci sarebbero anche nomi noti degli ambienti di Langley specialmente degli anni Ottanta, tra cui Duane Clarridge, detto «Dewey», principale funzionario del Central Intelligence Agency a Roma tra il 1979 e il 1981 e uno degli agenti coinvolti nel controverso affare Iran-Contra con cui gli Usa finanziarono la lotta militare clandestina contro il regime sandinista in Nicaragua. «Non so nulla di tutto questo», ribatte nel corso di un colloquio con il Times il diretto interessato.
Secondo la ricostruzione dei fatti non è chiaro quando il programma abbia avuto inizio ma sembra che Furlong, un esperto di «operazioni psicologiche» come veniva già chiamata in Iraq e nei Balcani la raccolta di informazioni in scenari di guerra, ha avuto un’accelerazione nell’estate del 2009. Tra gli operativi sul libro-paga nero c’erano alcuni funzionari di International Media Ventures, una società privata di «comunicazioni strategiche» gestita da alcuni ex delle forze speciali Usa, ovvero i corpi ai quali sono affidate operazioni militari non ufficiali. È proprio a questa società che nel 2008 finiscono buona parte dei 22 milioni di dollari che il Pentagono aveva messo a disposizione di un programma per la raccolta di informazioni sulla politica e la cultura delle tribù che vivono a cavallo dell’Afpak. Oltre alla questione prettamente legale per la quale di Furlong deve rispondere dell’accusa di distorsione di fondi pubblici, frode e tangenti, lo scandalo potrebbe avere gravi conseguenze sul piano politico-militare. In particolare nei rapporti tra Washington e Islamabad a causa del divieto posto da quest’ultima di utilizzare personale straniero per condurre operazioni militari sul proprio territorio.

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