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Ugo Volli
Cartoline
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Il tribunale Russell è una metafora 13/03/2010

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

" Il tribunale Russell è una metafora "


Bertrand Russell  Jean Paul Sartre

Cari amici, sapete chi era Bertrand Russell? Nobile rampollo di una famiglia inglese, genio precoce della logica e della filosofia del linguaggio, autore di contributi fondamentali come “On denotino” e soprattutto i “Principia matematica” che inaugurano la logica moderna. Ma in matematica si esce presto dalla fase creativa: dal 1920 circa per decenni Russell non produce più niente di notevole sul piano filosofico, fa divulgazione di discutibile qualità (per esempio una bruttissima e unilaterale storia della filosofia) e soprattutto diventa il nume tutelare dell’intellighentsia anarcoide e gauchiste.

Una delle sue ultime iniziative è la fondazione di un “tribunale” che porta il suo nome e che ebbe un ruolo non certo giudiziario ma di mobilitazione degli intellettuali contro le guerra del Vietnam. Sia durante la vita che dopo la morte del suo fondatore, questo “tribunale” ebbe occasione di riconvocarsi qualche volta per esercitare la sua autorità morale nella condanna dei “crimini dell’Occidente” ma non trovò mai il tempo per considerare bazzecole come l’autogenocidio cambogiano, le stragi di massa delle Rivoluzione Culturale cinese, i genoicidi del Durfur e del Ruanda, la repressione del dissenso nell’Est europeo, la Cecenia, il terrorismo islamico – raba normale, che non merita l’attenzione critica dei Grandi Intellettuali o maitres-à-penser che si voglia.  Loro si sono occupati di Vietnam, di Sudamerica (dei crimini del Cile e dell'Argentina, non di quelli di Cuba e del Venezuela, naturalmente).

E adesso di Israele. Avete letto ieri l'articolo di Giulio Meotti su questo tema, ottimo come sempre, se non l'avete fatto lo trovate ancora nella home page di IC, e non voglio ripeterlo qui. Io voglio solo aggiungere che i nomi dei due fondatori di questo "tribunale" Russell e Sartre sono una perfetta esemplificazione, addirittura una metafora dell'ignavia e delle contraddizioni degli intellettuali europei. Russell era figlio di una nobile famiglia e non rinunciò mai ai suoi privilegi; ma propose nel corso della sua vita ogni sorta di mobilitazione politica: contro la prima guerra mondiale e per la rivoluzione sovietica; per il bombardamento atomico dell'Urss (nel 1948) e per il disarmo atomico unilaterale, contro le guerra del Vietnam e contro la ricostruzione dell'assassinio di Kennedy, contro il matrimonio eccetera eccetera. Tutte un po' bizzarre, individualistiche e rigorosamente irresponsabili. Uno insomma che avendo prodotto in gioventù passò la maggior parte della vita a costruire un monumento a se stesso, senza sentirsi mai dentro la necessità di difendere i valori concreti della collettività di cui faceva parte. Quanto a Sartre, che dire di un ebreo laico e stalinista che dopo aver scritto un libro sull'antisemitismo, approvò la strage degli atleti israeliani a Monaco, perché ai poveri palestinesi non restava altra arma che il terrorismo, e dopo aver teorizzata la libertà umana ("l'esistenza precede l'essenza") fece per tutta la vita l'agente propagandista di Stalin, di Mao, di qualunque dittatore trovasse sulla scena politica?

Esiste un odio di sé ebraico, ma esiste ed è più generale, un odio di sé europeo, un'incapacità di capire che l'Occidente (come Israele) non è un angelico regno ideale, ma una soluzione umana, con tutti i suoi limiti e i suoi difetti, ma di gran lunga migliore di quel che c'era prima e del resto che offre il mercato politico. Come scrisse Churchill, la democrazia è un sistema che funziona malissimo, ma tutto il resto è molto peggio. Gli intellettuali europei tipo Russell, Sartre eccetera assolutizzano il malissimo e lo processano, ma non hanno l'intelligenza o l'onestà di guardare il resto; gli ebrei della combriccola (Chomski, Naomi Klein, Goldstone e anche in Italia sappiamo tutti chi sono) ci mettono in più il bisogno di riscattarsi agli occhi degli antisemiti di ogni sospetto di adesione al popolo ebraico. Questi intellettuali che si odiano incontrano sulla loro strada ogni genere di cattive compagnie, nazisti e comunisti, islamisti e nazionalisti violenti come i baschi o gli irlandesi. Non si sognano di fare loro le domande che fanno all'occidente: purché siano suoi nemici possono uccidere gli innocenti, violentare sistematicamente le bambine, compiere genocidi: non importa, sono altro da noi e questo li salva. 

E' bene che nella grande campagna antisraeliana di opinione che è in corso sia rinato anche il tribunale Russell. Così chi ha l'onestà per guardare potrà capire le radici di questo movimento

Ugo Volli


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