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La Stampa Rassegna Stampa
11.03.2010 Ritratto di una donna che non ha capito nè femminismo nè civiltà occidentale
di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 11 marzo 2010
Pagina: 15
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «Jihad Jane, la yankee che voleva diventare martire di al Qaeda»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 11/03/2010, a pag. 15, l'articolo di Francesco Semprini dal titolo " Jihad Jane, la yankee che voleva diventare martire di al Qaeda ".

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Due immagini della terrorista islamica amercana Colleen LaRose

Bianca, bionda e americana. E’ Jihad Jane alias Fatima LaRose, il nuovo volto del terrorismo islamico. Il suo vero nome è Colleen LaRose, 46 anni, residente in Pennsylvania, incriminata con l’accusa di reclutare terroristi, soprattutto donne, utilizzando i canali Internet di social networking, con l’obiettivo di organizzare attentati in Europa e in Asia. A lei sarebbero legati i sette estremisti, quattro uomini e tre donne, catturati ieri in Irlanda dove stavano organizzando l’omicidio di Lars Vilks, il vignettista svedese che nel 2007 pubblicò un disegno di Maometto con il corpo di un cane.
L’incriminazione è avvenuta al termine di un’indagine avviata un paio di anni fa quando gli investigatori intercettarono un video su YuoTube nel quale la donna, presentandosi appunto col nome di JihadJane esprimeva il «disperato bisogno di fare qualcosa per aiutare la gente musulmana oppressa e sofferente». Da quel momento hanno iniziato a seguire ogni suo messaggio propagandistico sul web dove talvolta si presentava col nome di Fatima LaRose. Mostrava foto di violenze e torture nel Medio Oriente con scritte come «Palestina, siamo con te» o «Simpatizziamo con Gaza». All’inizio del 2009 sono state individuate le prime mail compromettenti con anonimi interlocutori stranieri, in Europa e nel sud dell’Asia, in cui parlava di attacchi suicidi «contro gli infedeli occidentali». Sino a quel periodo sembra che il suo ruolo fosse quello di aiutare logisticamente persone sotto copertura, fornire soldi, appoggi sicuri, esplosivo e passaporti regolari. Il suo compito in particolare era reclutare donne con passaporto e caratteristiche tali da poter viaggiare senza destare sospetti in Europa e compiere missioni terroristiche.
Tuttavia il suo coinvolgimento è andato aumentando sino a quando nel maggio 2009 uno scambio di mail dimostra che alcuni terroristi l’avevano scelta per compiere un attentato in Svezia, forse proprio contro il vignettista anti-Maometto. «Sono pronta a morire - rispose allora sempre online - pur di raggiungere il mio scopo». Accettò perfino di sposarsi con uno dei suoi complici per ottenere la residenza in un Paese europeo. Ma la manovra non è riuscita grazie all’intervento dell’Fbi che lo scorso 16 ottobre ha proceduto al suo arresto. Cinque mesi dopo è giunta l’incriminazione all’indomani dell’arresto del nucleo terroristico irlandese con cui sembra fosse in contatto per uccidere Vilks, per la testa del quale Al Qaeda offrì 100 mila dollari.
Alta, bionda, occhi chiari, Colleen era convinta che il suo aspetto anglosassone le avrebbe permesso di portare a termine i suoi piani senza essere scoperta. «L’incriminazione di oggi sottolinea l’evoluzione della natura del pericolo che dobbiamo affrontare ogni giorno», avverte David Kris, assistente del procuratore generale per la Sicurezza nazionale. Su di lei gravano anche incriminazioni di falsa testimonianza, associazione a delinquere volta all’omicidio, e affiliazione con organizzazioni terroristiche. Secondo il suo ex fidanzato Kurt Gorman, con cui LaRose era stata cinque anni, ha detto di non averla mai sentita parlare di politica internazionale e tanto meno di religione. Probabilmente, a trasformare Colleen in JiahdJane è stato un uomo di nazionalità egiziana con il quale aveva iniziato una relazione a distanza proprio verso la fine del 2007.

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