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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
10.03.2010 Start-up italiane in gara per conquistare capitali israeliani
Cronaca di Marco Ferrando

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 10 marzo 2010
Pagina: 26
Autore: Marco Ferrando
Titolo: «Start-up in gara per conquistare capitali israeliani»

Riportiamo dal SOLE 24 ORE di oggi, 10/03/2010, a pag. 26, l'articolo di Marco Ferrando dal titolo " Start-up in gara per conquistare capitali israeliani ".

Diciotto start-up in gara, da tutta Italia. Una sola di loro ce la farà ad attirare l'attenzione (e i capitali) del Jerusalem venture partners, uno dei principali fondi di venture capital israeliani (con i suoi 800 milioni di raccolta e 15 anni d'esperienza) e tra i leader mondiali nel mondo dell'Ict. Oggi e domani i rappresentanti del fondo sono a Torino ospiti di J-Stone, la costola cui la Fondazione Crt ha assegnato il compito di promuovere il trasferimento tecnologico: in una sorta di riedizione dal vivo del Dragon's den, programma televisivo della Bbc, per due giorni 18 Pmi con età compresa tra uno e cinque anni si presentano all'attenzione dei potenziali investitori, cercando di convincerli dell'efficacia delle proprie idee innovative e dunque della convenienza a entrare nel capitale.
A contendersi la scena ci saranno, tra gli altri, il nuovo modello di social advertising firmato da Zooppa, il sistema di protezione di file digitali messo a punto da Smart Rm, le realtà virtuali di Seac02, il motore di ricerca inventato da Cascaad per non perdersi nel mare magnum dei social network. Uno spaccato del meglio dell'innovazione italiana in fatto di It, multimedia, software selezionato da JStone insieme con un pool di partner, tra i quali i torinesi di Top Ix ed H-Farm, l'incubatore multipolare con sedi a Venezia, Seattle e Mumbai. «Israele è un mercato che ci interessa, sia per i capitali che per la sensibilità hi-tech», commenta Maurizio Rossi, tra i fondatori di H- Farm. «Finora agganciarlo non è stato facile, siamo curiosi di vedere quali saranno gli esiti di questa iniziativa, che ci è subito piaciuta perché aiuta a fare sistema e offre un contatto con un interlocutore di primissimo piano».
In effetti la due giorni, significativamente battezzata the breach, la breccia, intende aprire un ponte tra le migliori idee d'impresa nate in Italia e il mercato israeliano, particolarmente propenso all'innovazione e al venture capital ma finora off limits per le start up italiane. J-Stone, al suo debutto ufficiale, ce l'ha fatta a convincere i partner di Jvp dopo averli incontrati prima in Israele, quando lo scorso novembre ha firmato un accordo bilaterale con Tel Aviv per la promozione degli scambi tecnologici, e poi a Torino, nel mese di febbraio. «È in quell'occasione che è nata l'idea – racconta l'amministratore delegato di J-Stone, Dario Peirone – di organizzare una sorta di investor day riservato a una rosa di start up particolarmente interessanti», un evento che però «a differenza di quelli tradizionali offre la certezza di approdare a un deal», probabilmente di taglia compresa tra i 500mila euro e il milione. La metà dell'investimento sarà sottoscritta da Jvp e l'altra da J-Stone, ma all'evento saranno presenti anche altri due fondi italiani a vocazione hi-tech (Dpixel ed Innogest), dunque non si escludono operazioni congiunte con altri partner.

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