Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/03/2010, a pag. 21, l'articolo di Guido Olimpio dal titolo " Morte al vignettista svedese» Fermato il commando killer ".


Lars Vilks e una delle sue vignette
Quattro uomini e tre donne. Residenti in Irlanda ma di origine yemenita e marocchina. Un commando «fatto in casa» per uccidere lo svedese Lars Vilks, autore nel 2007 di un disegno blasfemo su Maometto. Il gruppo è stato catturato con un’operazione condotta dalla polizia irlandese in collaborazione con l’intelligence americana e quella di Stoccolma.
Vilks è da tempo «un morto che cammina» perché gli islamisti non gli hanno mai perdonato la vignetta che rappresentava il Profeta con il corpo di cane. Un affronto che ha mobilitato non solo gli islamisti in Europa ma anche i militanti iracheni. Subito dopo la pubblicazione del disegno, Omar Al Baghdadi, voce dietro la quale si nasconde uno dei leader di Al Qaeda in Iraq, ha offerto una doppia taglia: 100 mila dollari per l’uccisione di Vilks, con un bonus supplementare di 50 mila dollari se il killer lo avesse «sgozzato come un agnello». Una minaccia poi estesa — con l’offerta di un’altra ricompensa di 50 mila dollari — nei riguardi di Ulf Johansson, il direttore del quotidiano svedese Nerikes Allehanda.
Vilks non ha escluso che il complotto sia collegato ad alcune telefonate minatorie ricevute di recente e al drammatico caso del suo collega danese Kurt Westergaard aggredito — senza conseguenze — il 1° gennaio nella sua abitazione. In quell’occasione un giovane somalo, armato di ascia e coltello, ha cercato di ucciderlo ma è stato ferito e quindi arrestato dall’intervento della polizia. Anche Westergaard è al centro di una vicenda controversa per una seconda vignetta blasfema.
Dopo la notizia della retata, Vilks ha ostentato sicurezza: «Non si può dire che stia morendo di paura. Mi sono preparato in diversi modi ed ho una scure pronta nel caso qualcuno tenti di entrare dalla finestra». E poi si è fatto fotografare con l’ascia sulla scrivania. In realtà a badare al vignettista saranno i servizi di sicurezza che hanno deciso di adottare misure più rigorose. Il piano per colpire Vilks era in gestazione da molti mesi. Tanto è vero che la polizia avrebbe scoperto i primi elementi a novembre, dopo aver intercettato comunicazioni telefoniche ed email. Per ora non è chiaro se esista un legame tra i presunti terroristi e la branca irachena di Al Qaeda. Le prime indicazioni tenderebbero ad escluderlo.
L’inchiesta sembra confermare la tendenza di gruppi che trovano un bersaglio «vicino» ma che raccoglie consensi anche lontano. Terroristi che mescolano jihadismo globale e storie locali. Lo dimostra la sortita mediatica di Al Baghdadi, pronto a inserirsi in una vicenda avvenuta a migliaia di chilometri di distanza. Una minaccia ben chiara alle polizie occidentali ma che non è sempre facile scoprire perché chi la incarna arriva «sotto il radar» e si manifesta solo nel momento in cui passa all’azione.
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