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Scrivere ai giornali: una esperienza 08/03/2010

Gutta cavat lapidem

Eccome! L’obiettivo per chi contesta delle opinioni disoneste ai giornali è proprio l'essere "la goccia che erode le pietre" come ha replicato la Redazione di IC a Edoardo Brambilla. Romano è stato ambasciatore italiano in sedi prestigiose ed è  l’espressione della mentalità ambigua che connota l’esercizio della professione diplomatica sui temi considerati più critici. Sappiamo chi è, per conto di chi scrive e con quale alleanza di ex ambasciatori e faziosi intellettuali è schierato sulla questione israelo-araba. Sappiamo pure che replicando alle sue manipolazioni e posizioni antietiche su Israele raramente saremo pubblicati e quando lo saremo, non dobbiamo sorprenderci per la scontata risposta sempre funzionale alle sue tesi disoneste e a confondere ulteriormente il lettore più sprovveduto sulla questione mediorientale. 1) L’importante, è sapere che le nostre repliche arrivino anche al direttore. Se è vero che il successo dei giornalisti ed opinionisti nei media si fonda sul confronto con i loro utenti, è altresì vero che direttori onesti valutino le nostre critiche per bilanciare con contributi di opinionisti seri – o storici, nel caso - le evidenti storture di un loro collaboratore o giornalista. Questa strategia dell’equilibrio è stata spesso messo in atto dal Corriere negli ultimi anni. 2) Non conta la risposta di Romano se non in funzione dell’ennesima manipolazione che mette in atto. Ed è importante quanto mai ottenere la sua opinione. 3) Non tutti scrivono ai giornali o replicano agli autori delle lettere, ma leggono e riflettono sulle opinioni se sono privi di pregiudizi.

Ho ricevuto sms, telefonate e lettere da amici ancor prima di sapere di essere stata pubblicata, ma anche un “campionario” di mails da sconosciuti. Salvo uno che si era creato un indirizzo mail pippo.stronzi che inneggiava all’intifada; ed un anziano che anticipava con una lunga sequenza filoebraica il suo non aver avuto le credenziali (?!) per entrare nel Grande Tempio in occasione della visita di Giovanni Paolo II in Sinagoga - muovendo poi una sfilza di accuse di rito ad Israele - gli altri contributi sono stati molto interessanti. C’è chi mi ha voluto far sapere che non gli era piaciuta la risposta di Romano perché ne ha letto il “due pesi e due misure” ricordando lo scambio recente con l’estremista altoatesina Eva Klotz (figlia se non erro del terrorista); c’è chi sinceramente addolorato si nutriva dei soliti pregiudizi e soluzioni di area sinistra, ma con grande rispetto e sensibilità, per cui ho accettato uno scambio;  altri commenti sono stati positivi e da un ex fotografo free-lance ho appreso alcune informazioni durante i suoi soggiorni documentali in Israele prima dello scoppio della rivolta stragista di Arafat.  Perciò il bilancio lo considero positivo. Per dieci sconosciuti che mi scrivono in modo positivo e tre che mi scrivono in modo negativo, di cui uno cerca di capire, non posso che riflettere su quanti lettori silenziosi abbiano a loro volta considerata inattendibile la replica di Romano. Ringrazio la man forte che mi hanno dato Cecilia Nizza e Daniele Coppin e ritengo che dovremmo sempre scrivere per avvalorare e rafforzare le tesi condivise di chi viene pubblicato.

 

 

Un caro saluto,
Danielle Sussmann

 


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